Ucraina sotto attacco, Trump insiste per un vertice Putin-Zelensky
Raid russi su Dnipropetrovsk e Zaporizhzhia. Il presidente Usa lavora a un incontro tra i due leader, ma emergono tensioni su peacekeeping e zone cuscinetto
La guerra in Ucraina registra un nuovo massiccio attacco russo contro le regioni centrali e sudorientali del Paese. Dnipropetrovsk e Zaporizhzhia sono finite nel mirino: secondo le autorità locali, i raid hanno provocato almeno un morto e sedici feriti, tra cui due bambini. Case, bar, stazioni di servizio e strutture industriali sono state danneggiate, costringendo la popolazione a cercare rifugio nei rifugi.
L’iniziativa diplomatica di Trump
Mentre Mosca intensifica i bombardamenti, Donald Trump non rinuncia al tentativo di aprire un canale diretto tra Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky. Un funzionario della Casa Bianca ha confermato che il presidente e il suo team di sicurezza nazionale sono in contatto con rappresentanti russi e ucraini per favorire un vertice. L’obiettivo dichiarato è fermare le uccisioni e aprire la strada a un negoziato, nonostante le critiche di Emmanuel Macron, secondo cui Trump rischierebbe di essere “manipolato” dal Cremlino.
L’ipotesi peacekeeping e la risposta di Kiev
Secondo indiscrezioni del Financial Times, Trump avrebbe persino evocato l’ipotesi di una forza di peacekeeping cinese lungo una zona neutrale di oltre 1.300 km. Un’idea già avanzata da Mosca nel 2022, accolta con freddezza dai partner europei e respinta da Kiev, che accusa Pechino di sostenere l’industria bellica russa e di arruolare combattenti cinesi in supporto a Mosca. La Casa Bianca ha definito le indiscrezioni “false”, mentre Pechino ha negato qualsiasi intenzione di inviare truppe. Zelensky, dal canto suo, ha ribadito la contrarietà a un coinvolgimento cinese, aprendo invece alla Turchia come possibile attore di garanzia in futuri negoziati.
Il nodo della zona cuscinetto
Un altro punto di attrito riguarda la proposta europea di istituire una zona cuscinetto di 40 km tra le forze russe e ucraine. Zelensky ha definito l’idea “irrealistica”, sostenendo che la tecnologia dei droni e delle armi moderne rende già impossibile mantenere concentrazioni militari ravvicinate. Per il leader ucraino, quella che gli europei chiamano “zona grigia” è nei fatti una “zona morta” che non cambierebbe la realtà della guerra.
La partita delle armi
Sul fronte militare, Washington ha approvato la vendita di sistemi di difesa aerea Patriot e di altre armi alla Danimarca per un valore di 8,5 miliardi di dollari. L’intesa consentirà a Copenaghen di potenziare il proprio contributo alla difesa ucraina, aggirando la linea prudente della Casa Bianca sulle forniture dirette a Kiev. L’Ucraina chiede da mesi nuovi sistemi Patriot per difendere le proprie città dagli attacchi aerei russi, e i Paesi Nato stanno cercando di supplire alle esitazioni di Trump aumentando il loro sostegno bilaterale.
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(con fonte AdnKronos)
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