Russia, la tv scopre la guerra ‘reale’: “Brutte notizie”
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Il silenzio delle televisioni in Russia sulla sconfitta di Lyman non nasconde il principio di realtà, che inizia a farsi strada anche sui canali ufficiali, per cui – e a parlare in questi termini è stato ieri sera Vladimir Solovyov – nell’immediato futuro “non bisogna aspettarsi buone notizie”. Chi ammette l’esistenza di problemi al fronte li attribuisce esclusivamente alle armi di ultima generazione che la Nato invia alle forze di Kiev, rispettando alla lettera la nuova narrazione della leadership.
Su Perviy Kanal il corrispondente di guerra Dmitry Kulko ha rovesciato la realtà e spiegato che “nell’ultimo mese, da quando Kiev ha annunciato la sua offensiva su Lysychansk, la linea del fronte di 20 chilometri si è trasformata in un cimitero per i combattenti ucraini”. L’inviato di Ntv, Anatoly Mayorov, ha citato Lyman, ma in termini vaghi.
“Kiev ha inviato le sue unità più capaci nel massacro di Lyman, dove siamo stati costretti a ritirarci su posizioni differenti per la minaccia di essere circondati”, ha detto nella sua corrispondenza. Rossiya 1 si è avvicinato alla realtà sul terreno di battaglia: l’inviato Yevgeny Poddubny ha raccontato che le forze russe stanno cercando di stabilire nuove linee di difesa a Kreminna per “impedire alle formazioni del regime di Kiev di costruire sul loro successo” e di avanzare verso Severodonetsk.
Il propagandista di punta Dmitry Kiselyov ha ammesso, con una espressione completamente diversa dal solito, una situazione “difficile” nel Donbass, pur insistendo che le forze russe continuano a respingere il massacro disperato a opera dei militari ucraini armati fino ai denti delle nuove armi della Nato”. Il vice Presidente della Commissione Difesa della Duma, Dmitry Sablin, invitato come ospite, ha ammesso che la Russia ha un disperato bisogno di “fermarsi per raggruppare le forze”, anche a causa della mancanza di mezzi di tutti i tipi, costretta a vedersela con un nemico che ha tutto.
“Non stiamo guardando una serie Tv. In cui possiamo mandare avanti fino alla fine per vedere come termina un episodio. Questa è vita reale. E nella vita reale io vorrei davvero che attaccassimo Kiev per farla cadere in un giorno, ma mi rendo conto che i 300mila uomini mobilitati avranno bisogno di tempo, per essere addestrati, per il loro coordinamento al combattimento e perché abbiano tutto il necessario per entrare in battaglia. Questo significa che per un certo periodo di tempo, le cose per noi non saranno facili. E ora non dobbiamo aspettarci buone notizie. Dobbiamo armarci di buona volontà e di pazienza strategica. Contro chi combattiamo? Il satanismo allo stato puro”, ha affermato ieri sera Solovyov, ricalcando i riferimenti apocalittici usati da Putin nel suo discorso di venerdì per anticipare tuttavia un principio di realtà.
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(AdnKronos)
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