Elezioni 2022, Berlusconi: “Non vogliamo eliminare reddito di cittadinanza”
“La decisione è di rimodulare, non eliminare, il reddito di cittadinanza”. Lo dice il presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi a Dritto e rovescio su Rete 4 in vista delle elezioni politiche 2022 del 25 settembre.
“Abbiamo preparato un programma – spiega l’ex presidente del consiglio – che è determinato da tutta la nostra lunga esperienza, di quasi 10 anni, al governo del Paese e anche dalla nostra esperienza all’opposizione. Dobbiamo abbattere la pressione fiscale, togliere di mezzo l’oppressione giudiziaria, e tagliare i vincoli burocratici che impediscono agli imprenditori di lavorare liberamente. Sulle pensioni minime io ho già aumentato le pensioni per gli italiani quando ero al governo: la situazione della povertà in Italia è drammatica. Ci sono 4.750.000 italiani che sono nella povertà assoluta e arrivano a 23 milioni perché altri 14-15 milioni sono nella povertà comunque. Non si può pensare oggi in Italia di vivere un mese avendo 400-500 euro, con meno di 1000 euro al mese”.
“Allora la decisione è di cambiare, di rimodulare il reddito di cittadinanza, che non vogliamo eliminare, vogliamo cambiarlo. Deve restare alle persone che sono povere e a cui ha dato la possibilità di vivere. Dobbiamo invece vedere di modificare la situazione con i giovani, che magari prendendo 500-600 euro, stanno in casa anche mantenuti dai genitori, stanno sul divano a guardare la televisione e non cercano un lavoro. Dobbiamo offrire a questi giovani delle opportunità diverse. Cosa abbiamo pensato di fare? Abbiamo pensato di dare agli imprenditori che assumeranno giovani, con un contratto a tempo indeterminato, con contratto di primo impiego, con un contratto di praticantato, di dare l’abolizione completa delle tasse, una detassazione e una decontribuzione completa”, aggiunge Berlusconi.
“La nostra proposta è la proposta più importante in assoluto per il Paese e per gli italiani: la Flat Tax è una proposta di tassa leggera, semplice, facile da applicare, difficile da evadere”, prosegue.
“Su di essa io mi sono intrattenuto 28 anni fa quando, nel ’94, studiando il programma che volevamo presentare agli italiani con il mio amico e ministro Antonio Martino, studiammo la Flat Tax in tutti i 54 paesi in cui era stata adottata, ed era inferiore a quel 23% che abbiamo in mente di applicare noi. In tutti i paesi – spiega il leader azzurro – vedemmo che c’era stato uno sviluppo straordinario, che si erano incrementate persino le entrate dello Stato, che si erano creati molti posti di lavoro, e allora decidemmo che era la cosa più giusta da fare, purtroppo nell’alleanza di allora non ci fu questa accoglienza benevola e rimase nel cassetto”.
“Adesso l’ho tirata fuori e ho guardato anche a quelli che sono i presupposti storici e ho visto delle cose che mi hanno confermato nella decisione di proporla in applicazione anche all’Italia. Ho convinto i miei alleati: Salvini ha proposto come aliquota al 15% che io non escludo possa essere una meta a cui possiamo arrivare, man mano che verifichiamo”, conclude Berlusconi.
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(AdnKronos)
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