
Brigate Rosse, la Corte Suprema argentina dà l’ok all’estradizione di Bertulazzi
L’ex militante rosso deve scontare 27 anni in Italia: ora la decisione spetta al presidente Milei
La Corte Suprema argentina ha dato parere favorevole all’estradizione in Italia di Leonardo Bertulazzi, ex militante delle Brigate Rosse, arrestato a Buenos Aires lo scorso 29 agosto. La decisione, riferita dal quotidiano Clarin, rappresenta un passo decisivo per il rientro in Italia del latitante, anche se l’ultima parola spetta ora al presidente argentino Javier Milei.
La lunga latitanza e il ruolo nel sequestro Costa
Latitante dal 1980, Bertulazzi è stato protagonista di uno degli episodi chiave del terrorismo rosso: il sequestro dell’ingegnere navale Piero Costa, avvenuto il 12 gennaio 1977 a Genova. Costa fu liberato dopo 81 giorni, in cambio di un riscatto da cinquanta milioni di lire, somma che secondo gli inquirenti fu utilizzata per acquistare l’appartamento di via Montalcini 8, a Roma, dove le Brigate Rosse tennero prigioniero Aldo Moro nel 1978.
Già arrestato due volte a Buenos Aires
Bertulazzi era stato arrestato una prima volta nel 2002 in Argentina, grazie a una complessa operazione condotta dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione italiana, in collaborazione con la Digos di Genova e l’Interpol. Rilasciato dopo pochi mesi, aveva ottenuto nel 2004 lo status di rifugiato. Quest’ultimo è stato revocato lo scorso anno, consentendo il nuovo arresto ad agosto 2023. A novembre era stato nuovamente scarcerato in attesa delle decisioni sull’estradizione.
Condanna definitiva a 27 anni
L’ex brigatista deve scontare una condanna complessiva a 27 anni di reclusione per reati che includono sequestro di persona, associazione sovversiva e partecipazione a banda armata. Appartenente alla colonna genovese delle BR, Bertulazzi, nome di battaglia “Stefano”, aveva iniziato la sua militanza politica negli anni Settanta dopo aver frequentato il liceo scientifico Fermi di Genova e il corso di Lettere, passando da Lotta continua alla lotta armata.
Il ricordo della vittima e le parole di Beppe Costa
Sul caso è intervenuto anche Beppe Costa, presidente di Costa Edutainment e parente di Pietro Costa, la vittima del sequestro. “Bertulazzi fu scorretto anche nei confronti dei suoi compagni, perché non ebbe il coraggio di affrontare le conseguenze dei suoi gesti”, ha dichiarato all’Adnkronos. “I suoi compagni hanno pagato con la vita o con il carcere. Lui no”.
Ora la decisione politica
Il procedimento ora passa nelle mani del presidente Milei, che dovrà decidere se autorizzare l’estradizione verso l’Italia, dove Bertulazzi è atteso per l’espiazione della pena. La vicenda riporta sotto i riflettori uno dei periodi più bui della storia repubblicana, con la memoria ancora viva di chi ha subito la violenza del terrorismo.
LE ULTIME NOTIZIE
(con fonte AdnKronos)
-
News24 ore ago
Aggiornamento esplosione a Castel d’Azzano: morti tre carabinieri, 15 feriti
-
News24 ore ago
Omicidio di Paolo Taormina, autopsia conferma: ucciso con un colpo alla nuca
-
In Evidenza23 ore ago
Venezuela, Maria Corina Machado: “Maduro dovrà lasciare il potere”
-
Primo Piano23 ore ago
Israele intensifica pressioni per restituzione ostaggi morti a Gaza