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Il presidente del Consiglio Mario Draghi è arrivato al Senato, dove a breve inizieranno le comunicazioni per il voto di fiducia.
Al termine delle sue dichiarazioni programmatiche Draghi si recherà a Montecitorio per consegnare il suo testo. Dalle 12.30 in Senato sono previste 6 ore e 40 di dibattito, dalle 19 alle 20 l’ultima sanificazione, quindi replica e dichiarazioni di voto dalle 20. Il voto si terrà infine a partire dalle 22, con la ‘chiama’ dei senatori. In Basso alla fine dell’articolo, il video delle DICHIARAZIONI PROGRAMMATICHE DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO LETTE IN AULA QUESTA MATTINA ALL’APERTURA DELLA SEDUTA
DIRETTA VIDEO
LA GIORNATA DELLA FIDUCIA A DRAGHI IN TEMPO REALE
—— TIMELINE ——
23.46 – Il Senato ha votato la fiducia al governo Draghi con 262 voti a favore, 40 contrari e due astenuti.
23.28 – I senatori Cataldo Mininno, Vilma Moronese e Rosa Silvana Abbate allungano la lista dei Cinque Stelle che hanno votato no alla fiducia al governo Draghi.
23.27 – “Nella visione del presidente del Consiglio Mario Draghi, il Sud dovrà ricoprire un ruolo importante nell’agenda di governo. Ma alle parole dovranno seguire i fatti. Un recente rapporto di Eurostat certifica che, aggregando le Regioni del Sud, il Meridione risulta essere l’area più povera dell’Unione Europea. Pertanto, l’Italia non può intraprendere la strada della ripartenza in assenza di una seria coesione sociale e territoriale, il cui effetto macroeconomico prodotto genererà benefici per l’intero sistema nazionale”. Così in una nota, la senatrice Sabrina Ricciardi (M5S), presidente dell’intergruppo parlamentare ‘Risorsa Mezzogiorno’
23.19 – Barbara Lezzi, Nicola Morra, Fabrizio Ortis. Nicola Mantero (M5S) hanno votato no alla fiducia al governo Draghi.
23.13 – ”Caro Salvini, che credo non abbia mai lavorato in vita sua, continua ad offendere la mia persona…”. Così il senatore del Misto, Lello Ciampolillo, nel suo intervento a palazzo Madama in dissenso, replica a Matteo Salvini che aveva ironizzato su di lui. Il senatore dà del “pagliaccio” al leader della Lega, guadagnandosi un invito della presidente Elisabetta Casellati a mantenere un linguaggio consono. Ciampolillo annuncia il suo voto contrario alla fiducia al governo Draghi.
23.09 – E’ iniziata al Senato la chiama per appello nominale sulla fiducia al governo Draghi.
23.01 – Il governo Draghi “ribalta l’esito delle elezioni e opera una sostanziale restaurazione”. Lo ha detto Fabio Di Micco dei 5 Stelle in dissenso dal gruppo nell’aula del Senato. “Di fronte alla prospettiva di una maggioranza talmente eterogenea, con forze politiche che per noi rappresentano valori che hanno sempre combattuto, per tutti questi motivi e mille altri” annuncia il voto contrario alla fiducia.
23.00 – “Non vorrei che il Recovery fund” fosse utilizzato “per comprare la democrazia del Paese, la cui sovranità però non è in vendita per 209 miliardi. La sovranità appartiene ai cittadini che se la sono guadagnata…”. Lo ha detto Michele Mario Giarrusso (Misto, ex M5S) in aula a palazzo Madama nel suo intervento in dissenso sulla fiducia al governo Draghi.
22.58 – “Non penso che un governo di tutti possa essere un governo a nome degli italiani, vedo invece un governo in cui il consenso di tutti, delega il consenso a pochi. Per questo voterò contro”. Lo ha detto la senatrice del M5s, Virginia La Mura, nel corso delle dichiarazioni di voto contro la fiducia al governo Draghi in aula a palazzo Madama.
22.57 – “La Rai manda in onda la pubblicità e oscura l’intervento del presidente di Fratelli d’Italia al Senato, Luca Ciriani, contro la fiducia al governo Draghi. E’ inaccettabile che agli italiani sia stata negata la possibilità di ascoltare l’unica dichiarazione di voto che esprimeva dissenso nei confronti del nuovo Esecutivo. Chiederò subito che in Vigilanza siano auditi i vertici Rai, affinchè sia fatta immediata chiarezza su questa vergognosa vicenda e per stabilire come sia stato possibile che l’unico intervento dell’opposizione sia stato coperto dalla pubblicità” .Lo dichiara la senatrice di Fratelli d’Italia, Daniela Santanchè, capogruppo nella Commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai.
22.51 – “Una decisione difficile e tormentata”, contro un governo “in cui saremo condannati all’irrilevanza”. Lo ha detto Luisa Angrisani dei 5 Stelle nel suo intervento al Senato in dissenso dal gruppo. “Non mi sono mai piaciute le decisioni estreme. Mi rivolgo ai miei amici di viaggio perchè facciano una attenta riflessione”. Angrisani annuncia il voto in dissenso ma aggiunge: “Sono pronta a cambiare idea se temi e iniziative vantaggiose per la comunità”.
22.50 – “La rispetto ancora però non potrà avere la mia fiducia”, dice il senatore M5S Elio Lannutti, rivolgendosi al premier Mario Draghi in Aula.
22.45 – “Il discorso programmatico pronunciato da Draghi mostra la continuità tra quando di più negativo ci sia nel suo passato e ciò che si prefigge di attuare oggi”. Lo dice Mattia Crucioli dei 5 stelle nel suo intervento in dissenso dal gruppo al Senato. L’obiettivo è quello di spendere i fondi Ue “per le banche e le grandi imprese con buona pace di piccole imprese, artigiani e lavoratori. Nulla di concreto e credibile nella lotta alle disuguaglianze. Non è riuscito nemmeno a pronunciare la parola ‘pubblica’ quando ha parlato di scuola e sanità”.” L’elite europea a cui appartiene, appena finita pandemia, ci piomberà addosso” e conclude: “Non è dovere unirsi ma opporsi alla sua visione della società e contrastare ogni provvedimento che lei e la sua servile maggioranza faranno non nell’interesse dei cittadini”.
22.44 – “Il mandato del presidente Mattarella era per un governo dei migliori senza riferimenti politici, invece lei presidente è seduto in mezzo all’archeologia politica del nostro Paese. Sono quei personaggi negli anni delle feroci privatizzazioni e delle spartizioni senza pudore hanno reso il Paese fragile e incapace di affrontare questa fase. Chi ci ha votato nel 2018 pensava a un cambiamento, non a una restaurazione, non a un governo di tutti insieme appassionatamente senza una visione o un indirizzo comune e senza un’opposizione. Quindi nel rispetto dei cittadini che ci hanno votato nel 2018 e che abbiamo rappresentato in quella campagna elettorale e a nome della Sinistra italiana, annunciamo un’opposizione onesta, responsabile e propositiva che sarà più utile delle sperticate lodi opportunistiche a prescindere dalla sua azione”. Lo ha detto la senatrice del gruppo Misto, Elena Fattori, nel corso delle dichiarazioni di voto contro la fiducia al governo Draghi in aula a palazzo Madama.
22.40 – Questo governo “nato da congiure di palazzo, non mi rappresenta e non avrà il mio sostegno”. Lo dice la senatrice M5S Bianca Laura Granato, intervenendo in dissenso dal gruppo e dichiarando il proprio no alla fiducia al governo Draghi. “Serve un’opposizione vigile, non una maggioranza bulgara”.
22.35 – “Lei è un incappucciato della finanza”, ha detto il senatore del gruppo Misto Gianluigi Paragone, rivolgendosi al premier Draghi in Aula. “Lei insiste a definire l’euro irreversibile. Anche per la DDR il muro lo era ma non aveva fatto i conti con la disperazione della gente”, ha aggiunto.
22.26 – “Oggi il M5S le chiede il coraggio. Il coraggio di guardare i fatti attraverso una prospettiva che non appartiene al suo mondo che è stato. I cittadini sono amareggiati e delusi e lo siamo anche noi portavoce parlamentari. Il doppio tradimento che abbiamo subito in un anno e mezzo procura ancora molto dolore. E poi c’è una crisi politica le cui ragioni sfuggono ai più: l’unica ragione vera era uccidere politicamente il M5S e il presidente Conte”. Così il capogruppo 5 Stelle al Senato Ettore Licheri, rivolgendosi al premier Mario Draghi in dichiarazione di voto.
22.04 – ”La Lega sarà al suo fianco per ricostruire questo Paese”. Lo ha detto Matteo Salvini al temine del suo intervento al Senato.
22.14 – “Noi di Fi ci sentiamo un pò nutrici del vostro governo che è stato incoraggiato, fin dall’inizio, dal nostro presidente Silvio Berlusconi, per uscire quanto prima dalla stagione dell’immobilismo del governo precedente. Il nostro gruppo, grazie al valore della nostra unità e della nostra coesione, ha reso possibile la nascita del governo. Sono certa che ce ne renderete merito”. Lo ha detto la capogruppo di Fi, Anna Maria Bernini, nel corso delle dichiarazioni di voto a favore della fiducia al governo Draghi in aula a palazzo Madama.
22.01 – “Non ci nascondiamo che questa sfida sia particolarmente difficile da raggiungere, basta fare una veloce carrellata sui banchi del Governo in questa aula: vi siedono ministri che negli ultimi 20 anni sono stati su fronti diversi ed opposti. Ma non essere pronti oggi significherebbe solo una cosa: fallire”. Così il capogruppo del Pd a Palazzo Madama Andrea Marcucci nella sua dichiarazione di voto al governo Draghi.
21.54 – “Prove di regime: al Senato la televisione di Stato decide di mandare la pubblicità durante l’unica dichiarazione di voto in dissenso con il governo Draghi, quella di Luca Ciriani, Capogruppo di Fratelli d’Italia. Vergogna”. Lo scrive su facebook la leader di Fdi, Giorgia Meloni.
21.49 – “Il Presidente Draghi ha ripreso e fatto proprio nella sua replica in Senato il tema dell’inserimento del principio di sostenibilità ambientale ed equità tra le generazioni nella Costituzione. È un tema su cui Più Europa è da sempre impegnata attraverso la campagna Figli Costituenti, che ha portato a un disegno di legge presentato in Senato da Emma Bonino”. Lo afferma il segretario di Più Europa, Benedetto Della Vedova. “Arrivare entro la legislatura ad approvare questa specifica riforma costituzionale è un altro obiettivo in comune con il Presidente del Consiglio Mario Draghi”, conclude Della Vedova.
21.48 – “Noi abbiamo scritto un patto con gli elettori: mai con il Pd, mai con i 5 Stelle. Nella vita come in politica le promesse si mantengono, costi quello che costi”. Lo ha detto in dichiarazione di voto, a palazzo Madama, il capogruppo di Fdi Luca Ciriani. “Non saremo un’opposizione servile ma patriottica senza pregiudizi e disinteressata. Saremo all’opposizione del governo ma mai a quella degli interessi dell’Italia”, ha aggiunto.
21.45 – “Abbiamo preso la decisione di sostenere e dare la fiducia al governo Draghi non solo per senso di responsabilità, rispondendo all’appello drammatico del capo dello Stato per uscire dalla pandemia, ma anche perché siamo qui a portare la sfida del cambiamento sulle nostre idee”. Lo ha detto la senatrice di Leu, Loredana De Petris, nel suo intervento in Aula, a palazzo Madama.
21.41 – “La costruzione del futuro, la lungimiranza delle politiche, è su questo che si misurerà ogni scelta, atto, riforma e provvedimento. Di questa qualità e lungimiranza lei presidente Draghi sarà, ne siamo convinti, garante e custode”. Lo ha detto la senatrice di Iv, Teresa Bellanova, nel corso delle dichiarazioni di voto a favore della fiducia al governo Draghi in aula a palazzo Madama.
21.33 – “Il gruppo Fdi non voterà la fiducia al suo governo”, annuncia in Aula Luca Ciriani, capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato, rivolgendosi al premier Draghi, le cui parole secondo l’esponente di Fdi sono state “vaghe e sfuggenti”. “Non abbiamo ricevuto una sola risposta nel merito” su temi come “immigrazione, sicurezza e giustizia”, ha lamentato Ciriani. “Non siamo destra di governo a qualsiasi costo. Siamo convinti che governare con gruppi con idee opposte da noi non sia solo un tradimento della coerenza ma anche inutile e dannoso per il Paese. La nostra richiesta era e rimane quella di elezioni subito”.
21.10 – “Se le riforme non verranno fatte gli aiuti europei non basteranno a rimettere in piedi l’Italia”. Così la senatrice Julia Unterberger (Autonomie) intervenendo a palazzo Madama durante le dichiarazioni di voto. “La transizione ecologica deve essere un tema di carattere strategico per lasciare alle future generazioni un mondo vivibile”, ha proseguito Unterberger, annunciando il voto favorevole del suo gruppo alla fiducia. Rivolgendosi al presidente Draghi, la senatrice ha aggiunto: “Le auguro di riuscire a imporre il suo stile asciutto ed essenziale alla politica italiana, abituata a sprecare le sue energie in grandi maratone retoriche”.
21.08 – Comincia la sua replica con il microfono spento, Mario Draghi nell’aula del Senato. Le prime parole sfuggono all’emiciclo di palazzo Madama e subito si afficina Federico D’Incà, ministro dei rapporti con il Parlamento, nella veste di ‘microfonista’. “Scusate, devo ancora imparare…”, si giustifica il premier, prima di riprendere il suo intervento.
21.26 – ”Confermo la fiducia del mio gruppo europeista sulla base del suo europeismo…”. Lo ha detto il senatore Raffaele Fantetti a nome del gruppo ‘Europeisti-Maie-Cd’ nel suo intervento a palazzo Madama.
20.48 – ”Un intergruppo senza Iv? Mi dispiace per loro, mi sembra una strategia che distrugge tutti i sogni riformisti che aveva il Pd. Sono contento per noi perché ora si apre una prateria per dare una casa, la casa del buon senso e abbiamo due anni per costruirla….”. Lo ha detto Matteo Renzi al tg2.
20.47 – ”Rispetto a prima cambia il premier, la sua autorevolezza e anche il modo di fare le cose. Ma basta con le polemiche, Conte rappresenta una pagina del nostro passato, a lui il nostro rispetto…”. Lo ha detto Matteo Renzi al tg2.
20.38 – Continua il totonomi dentro Forza Italia per un posto di sottosegretario nel governo Draghi. Il partito di Silvio Berlusconi, apprende l’Adnkronos, avrebbe indicato inizialmente una lista di 14 nomi, che però, secondo le ultime indiscrezioni, dovrebbero ridursi a sette, compreso un rappresentante dell’Udc: si tratterebbe di 5 senatori e due deputati.
20.28 – “L’urgenza che il Presidente Mattarella ha evidenziato nel momento più difficile della crisi è tutta davanti a noi. E credo sia un bene prezioso per il Paese, da non disperdere, il fatto che quasi tutte le forze politiche abbiano voluto e saputo accogliere l’appello del Presidente, ritrovando quell’unità che tutta la storia politica della nostra Repubblica ci insegna essere decisiva nei momenti di particolare difficoltà” così la senatrice Pd Valeria Fedeli intervenendo in Aula durante la discussione generale prima del voto di fiducia in Senato lo governo Draghi.
20.14 – “Per il Movimento 5 Stelle questi giorni sono stati difficili, pieni di tormenti interiori. Tutto questo è nulla rispetto a tutto ciò che stanno passando da un anno i nostri concittadini”. Lo ha detto in Aula a palazzo Madama il senatore M5S Marco Pellegrini. “I nostri iscritti – ha proseguito il pentastellato – ci hanno chiesto di continuare ad assumere la responsabilità di governo e questo risultato è vincolante per noi parlamentari, al di là dei travagli personali”.
20.08 – “Se vogliamo contare dobbiamo anche essere protagonisti di una coalizione senza perdere la nostra identità. Siamo la forza che deve garantire la vittoria alle prossime elezioni. La partita politica si vince al centro”. Lo avrebbe detto Antonio Tajani numero due di Fi, durante la riunione del gruppo azzurro a Montecitorio di stasera.
19.58 – Al Senato è terminata la fase del dibattito sul discorso del premier Mario Draghi per la fiducia. I lavori riprenderanno alle 20,40, con la replica del Presidente del Consiglio, le dichiarazioni di voto e la votazione nominale con appello.
19.52 – “Presidente Draghi lei è un fuoriclasse… Come tutti i fuoriclasse, sicuramente ti aiutano a vincere le partite importanti, ma rendono molto di più se dietro c’è una squadra che corre per loro…”. Lo ha detto Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega al Senato, nel suo intervento in Aula.
19.34 – Le priorità sono sconfiggere la pandemia e rilanciare il Paese, “noi ci siamo convintamente, con la determinazione di contribuire con le nostre idee al cambiamento, scongiurando il rischio che tutto cambi perché nulla cambi a favore dei soliti noti”. Lo ha detto il senatore di Leu, Vasco Errani, parlando in aula a palazzo Madama a favore della fiducia al governo Draghi. “La politica non è morta – ha aggiunto Errani intervenendo sulla multiforme composizione della maggioranza – ne è relegata in un angolo ma è essenziale per dare una direzione al cambiamento. La sua autorevolezza è una risorsa importantissima ma sarà difficile e avrà bisogno che la sfida della sintesi sia accolta dalla politica, superando posizionamenti che non guardano al cambiamento del Paese”, ha concluso Errani.
19.25 – “Guardiamo senza preclusioni non al suo governo ma alla sua opera. Avremmo voluto maggiore discontinuità rispetto al governo Conte e invece ci sono molto ministri che erano nell’esecutivo responsabile della mala gestio della pandemia e dei guasti economici delle categorie”. Lo ha detto Ignazio La Russa (Fdi) nel dibattito in aula al Senato dopo il discorso del presidente del Consiglio Mario Draghi. Inoltre, La Russa, pur dicendo di non voler difendere la Lega, ha detto che il premier “è stato ingeneroso verso i temi a loro cari, migranti, sicurezza…”. In ogni caso, ribadendo l’opposizione non cieca all’esecutivo, il vice presidente del Senato ha detto che “ci troverà pronti a votare ogni provvedimento in discontinuità con il precedente governo e saremo gli unici alleati che la sosterranno senza chiedere in cambio ministri e sottosegretari…”.
19.22 – “A chi si è chiesto se ne valesse la pena, rispondiamo di sì. Il suo governo è la dimostrazione chiara di dove fosse la responsabilità in quei giorni di crisi politica e di governo, quando c’era chi diceva che l’unica possibilità per il Paese fossero le elezioni o la continuità del presidente Conte. Un’altra strada era possibile, quella della responsabilità che ora stiamo percorrendo”. Lo ha detto Davide Faraone, capogruppo di Italia viva in Senato, in aula durante la discussione sulle comunicazioni programmatiche del premier Mario Draghi.
Faraone torna su un punto di tensione nelle vecchia maggioranza del Conte 2. “Ci chiedono perché non chiediamo più il Mes: non lo chiediamo perché il nostro Mes è lei e questo governo”. Il capogruppo Iv plaude alla riconferma di Luciana Lamorgese al Viminale e all’arrivo di Marta Cartabia a via Arenula: vederla “alla Giustizia ci riempie il cuore”. E infine sulla composizione della squadra: “Le donne che contano nei ministeri le ha messe Draghi, senza compensazioni”.
19.17 – “Nel disegnare le politiche dei prossimi decenni mi auguro che l’orientamento di questo Governo sia quello di riformare anche profondamente l’esistente per migliorarlo e supportarlo, senza però cadere nella facile tentazione di creare, una volta di più, nuovi contenitori e formule organizzative estemporanee in deroga alle regole ordinarie”. Così Elena Cattaneo, scienziata e senatrice a vita, nel suo intervento in discussione generale in occasione delle comunicazioni del Presidente del Consiglio Mario Draghi in Senato.
Prosegue Cattaneo: “Di corsie preferenziali in nome di proclamate eccellenze autoattribuite e mai misurate con il metro del merito e della libera concorrenza il Paese è esausto. A ogni studioso di qualunque provenienza istituzionale e geografica deve essere garantita la stessa libertà di competere per le fonti di finanziamento pubblico che la politica identificherà, affinché l’idea, il progetto, il gruppo, l’ente o la rete di enti migliori possano vincere, in primo luogo nell’interesse dei cittadini contribuenti, per poter davvero partecipare al rilancio di questo Paese”.
“Faccio parte della comunità di studiosi da trent’anni – conclude la scienziata milanese – e so che ne ha tutte le forze, le capacità, le competenze e il forte desiderio”.
19.14 – La questione dell’intergruppo Pd-M5S e Leu, nato ieri al Senato, torna anche nella discussione dell’assemblea dei deputati dem. Il modello di palazzo Madama non dovrebbe essere seguito a Montecitorio. A quanto viene riferito, la questione non sarebbe stata toccata dal capogruppo Graziano Delrio nell’intervento che ha aperto la riunione. “Delrio non ne ha parlato nell’introduzione”, si riferisce. Il tema però è stato evocato in diversi interventi e tra i più netti ci sarebbe stato quello di Andrea Romano, portavoce di Base Riformista.
La linea dell’esponente dell’area Guerini-Lotti è che il Pd non debba, in sintesi, ‘limitare’ i propri orizzonti e che anzi il governo Draghi può essere l’occasione per rilanciare la vocazione maggioritaria anche oltre i confini dell’alleanza con i 5 Stelle. Tra i critici anche Matteo Orfini: “Da Draghi un discorso ottimo che ci fa sentire a nostro agio. Non è il fallimento della politica, semmai di una linea politica che sarebbe assurdo rilanciare nella fase nuova” e quindi “evitiamo gli intergruppi, per coordinarsi quando serve basta il telefono….”, il senso dell’intervento di Orfini che ha chiuso invitando a riprendere il protagonismo del Pd in una fase nuova.
Il vicecapogruppo alla Camera, Michele Bordo, però dice all’Adnkronos che andranno trovate “modalità per coordinare il lavoro tra le forze della vecchia maggioranza” e aggiunge che “per il Pd il rafforzamento di questo asse politico è importante”. Nella dialettica sulle alleanze, si è inserito nella riunione dei deputati Pd anche il tema del ‘caso’ donne. A quanto si riferisce, sulla vicenda è intervenuta anche Laura Boldrini che ha chiesto un riequilibrio di genere nelle cariche apicali del gruppo.
19.10 – “Oppormi a questo governo e dunque prendere le distanze dal Movimento che ha deciso di sostenerlo è stata per me una decisione naturale. Come naturale fu, nel 2013, candidarmi al Parlamento con il Movimento stesso. Stanno nascendo nuove sacche di povertà. I piccoli e medi imprenditori, moltissimi lavoratori autonomi, i padri separati, i genitori che decidono, eroicamente, di metter su famiglia. La classe media insomma. Credo che la Politica (maggioranza ed opposizione) debba concentrarsi su di loro e non su come arrivare alle elezioni del 2023”. Così su Facebook Alessandro Di Battista.
19.06 – Nel suo intervento in aula al Senato, Maurizio Gasparri manda 5 telegrammi al premier Mario Draghi. Quando tocca il punto della riforma del fisco, il senatore di Fi incalza il premier: “Faccia pagare sin da domani la web tax ai giganti della Rete. Sia Drago con i potenti e generoso con i deboli”, dice Gasparri che si rigira nelle mani, insieme ai foglietti dell’intervento, un libro.
“Le regalo un libro in cui è spiegato tutto, questa evasione fiscale dei giganti della rete deve finire, mentre un bagnino, un avvocato, un professionista pagano di tutto”, scandisce Gasparri. Al termine dell’intervento il senatore azzurro consegna al premier il volume ‘Amazon dietro le quinte’ di Martin Angioni e le telecamere di palazzo Madama fanno in tempo a ‘catturare’ l’immagine del premier che prende il libro e ne legge la copertina.
Nei tre minuti di intervento Gasparri manda altri ‘telegrammi’, come li chiama lui stesso, all’indirizzo di Draghi. “Draghizzi i virologi, ne vogliamo meno in Tv e vogliamo meno confusione sulla pandemia: basta con i virologi show. Vacciniamo tutti ovunque”. E ancora, sulla giustizia “attivi le procedure per i magistrati che sbagliano, come quel Sarpietro di Catania che ha fatto aprire un ristorante contro le norme”. Non poteva mancare un pensiero per la città del senatore: “Lei, presidente Draghi, è europeo ma anche romano” e se è vero che non c’è Europa senza Italia è anche vero che “non c’è Italia senza Roma. Ecco, non dimentichi i fondi per la capitale”. Apprezzamento poi per la posizione atlantista e un avvertimento: “Meno Cina vuol dire meno concorrenza sleale e meno via della Seta”.
18.56 – “Oggi finisce il mio percorso dentro Sinistra Italiana. È una scelta dolorosa che assumo per rispetto di una comunità politica in cui non mi riconosco più”. Lo annuncia su Fb il deputato Erasmo Palazzotto. “È una scelta maturata nel tempo che ha solo in parte a che vedere con la questione del voto di fiducia a questo nuovo Governo, ma che indubbiamente da questa vicenda è resa necessaria”.
“Scegliendo di non votare la fiducia al Governo Draghi si rischia di indebolire la necessità di consolidare un’alleanza politica che ritengo strategica per il futuro del Paese, quella tra LeU, il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle. Ci sono momenti in cui serve trovare il coraggio di fare scelte difficili. Oggi è uno di quei momenti”.
“Votare la fiducia a questo Governo non è una scelta facile. Non lo è sul piano politico ma soprattutto su quello personale. (…) Ma ho deciso di fare la scelta più difficile perché penso che sottrarsi oggi alla responsabilità di combattere dentro il perimetro di questa maggioranza sia un errore politico”. E conclude: “Da oggi sarò un deputato indipendente nel gruppo di Liberi e Uguali. Intraprenderemo strade diverse, non prive di ostacoli e non senza la possibilità di fallire. Ma in politica come nella vita sbaglia solo chi osa”.
18.53 – “Chi le parla fa parte di quel 41% di iscritti al MoVimento 5 Stelle che ha votato contro un nostro appoggio al suo governo. Una votazione in cui ha vinto il Sì e da portavoce onorerò quel voto anche se la penso diversamente. Ma sia chiaro, la nostra non sarà una fiducia incondizionata. Bensì una fiducia ponderata sulle azioni che questo governo intraprenderà già a partire dai prossimi giorni. Lei ha certamente avuto un’importante e prestigiosa carriera. Tra i suoi interlocutori ricorrenti ci sono stati uomini tra i più ricchi e potenti della terra; una ristrettissima percentuale di persone che ha sempre contato e influito molto, soprattutto in politica. Ed è proprio l’influenza di questi ‘pochi’ che spesso ha portato ad avere Parlamenti rappresentativi più degli interessi di alcuni che della stragrande maggioranza dei cittadini. Ed è su queste macerie che è nato il MoVimento 5 Stelle, esattamente per dare rappresentatività ai milioni di italiani che non avevano voce in queste Aule. Così è nato il reddito di cittadinanza, che lei ha detto di voler difendere. Così è nato il Superbonus 110%, per far ripartire l’economia in maniera sostenibile. Ci aspettiamo, presidente, che lei prosegua questo lavoro per dare risposte concrete a tutto il popolo italiano, non solo alle élite”. Così, intervenendo nell’Aula di Palazzo Madama, il senatore del Movimento 5 Stelle Danilo Toninelli.
18.46 – Si è parlato anche di infrastrutture liguri nell’incontro tra Matteo Salvini e il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Enrico Giovannini. In particolare, il leader della Lega ha ricordato la necessità della Gronda di Genova, l’alta velocità ferroviaria Milano-Genova, un piano di manutenzione per i viadotti e la necessità di investimenti per il porto. Lo rende noto la Lega. “Vogliamo liberare progetti, energie, sviluppo, posti di lavoro: la Liguria non merita code, ritardi e burocrazia”, ha detto Matteo Salvini.
18.45 – “Ci affidiamo a lei, c’è bisogno di lei per una riscrittura delle regole europee, che sino ad ora non vediamo, e di una distorsione che se non verrà rimossa metterà a rischio il progetto europeo”. Lo ha detto Alberto Bagnai, intervenendo in Senato. “Se abbiamo dovuto rincorrere la crisi pandemica non è per colpa di chi è dipinto dai media come anti europeista, ma di chi si dice europeista senza esserlo in giro per l’Europa”, ha sottolineato il senatore della Lega. Per Bagnai, la “sfida è formidabile, come le opportunità. Se riuscirà a promuovere la competitività del Paese, con la sua autorevolezza e competenza e il nostro sostegno, il Paese le dovrà riconoscenza”.
18.38 – La svolta europeista della Lega è frutto di convinzioni o di un legittimo calcolo politico? ”No, credo che sia una maturazione doverosa da parte della Lega”, taglia corto Silvio Berlusconi ospite di ‘Porta a Porta’. ”Non so se definirla una svolta -spiega il Cav- ma è certamente un atto di saggezza che anche l’Europa apprezzerà”.
Vede in prospettiva un grande partito centrista insieme a Fi ma anche Renzi o Toti e Calenda? ”Non servono nuovi contenitori”, taglia corto Silvio Berlusconi, che precisa: ”Io ricordo che Fi è il partito che da più di 25 anni rappresenta i valori fondamentali dell’Occidente, dalla libertà all’europeismo, e siamo sempre stati coerenti”. ”Noi di Fi abbiamo l’ambizione di tornare forti anche nei numeri come lo siamo sempre stati e credo che questo accadrà sicuramente”, assicura l’ex premier.
18.36 – Il discorso del presidente del Consiglio, Mario Draghi, per il voto di fiducia al Senato è stato “ad ampio raggio e ha toccato tanti temi importanti, come la crescita del Paese, la produttività, l’innovazione, la transizione ecologica, la parità di genere e l’istruzione. Draghi non guarda solo all’emergenza ha al lungo periodo, all’Italia del 2030 e del 2050”. Lo afferma l’economista Angelo Baglioni, professore di Economia politica all’Università Cattolica di Milano, contattato dall’Adnkronos. Il presidente del Consiglio, continua Baglioni, ha indicato le priorità per il Paese: “sarà un grande sforzo, ma ci sono anche 210 miliardi a disposizione, un evento veramente unico, un finanziamento ingente per fare le riforme e sostenere al tempo stesso le persone. Inoltre c’è una crisi, un incentivo a reagire e l’occasione per rimettere mano a quello che non funziona”.
Per l’economista “sembrerebbe che sia il momento giusto” per fare le riforme che facciano ripartire l’Italia. Ma “tutto sta alla lealtà delle forze politiche e, come ha sottolineato Draghi, ci vuole unità”. L’ex presidente della Bce ha sottolineato nel suo discorso che “ci vuole un sostegno al mondo produttivo, ma che non si può salvare tutti. Ci vuole una maggiore selettività negli aiuti e la politica deve fare delle scelte. Bisogna salvare le imprese che andavano bene e le altre che già prima della crisi erano in difficoltà aiutarle a ristrutturarsi o farle uscire dal mercato”.
Un processo che “va governato con gli ammortizzatori sociali e con il rafforzamento dei centri per l’impiego”. Nel suo discorso Draghi ha anche indicato che sul Recovery Fund ci sarà “una certa continuità con il lavoro fatto dal governo Conte, anche se dovrebbe cambiare la governance”. Mentre sui ristori, conclude Baglioni, “ci sarà discontinuità, senza più il ricorso a rimborsi a pioggia”.
18.27 – Lei aveva indicato Tajani e Bernini e si è ritrovato altri ministri nel governo Draghi, ci ha rimesso e se lo aspettava? ”Avevo io stesso consigliato al presidente del Consiglio di decidere più che sulla base delle nostre indicazioni, sulla base della sua autonomia”, taglia corto Silvio Berlusconi, ospite di ‘Porta a Porta’. ”Io sono sicuro, tuttavia, che i ministri scelti -assicura il Cav- siano di grande qualità. Ognuno di loro è parte della nostra storia: ha la competenza, l’esperienza, la passione civile necessarie per svolgere un ottimo lavoro”.
18.23 – “Al presidente del Consiglio che parla di un governo di unità per amore dell’Italia, rispondo con una strofa di Vecchioni: ‘Forse non lo sai ma pure questo è amore’. Ed è quello che Fratelli d’Italia ha dimostrato e saprà dimostrare, amore per l’Italia, senso di responsabilità senza chiedere niente in cambio, senza sedersi ai tavoli del potere”. È quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia durante una diretta Facebook commentando l’intervento del presidente del Consiglio Draghi.
“Non ci accodiamo alle corte dei plauditores del presidente Draghi. La sua presenza scenica e il suo ecumenismo da presidente della Repubblica traccia uno scenario da governo di legislatura che fa strame delle più elementari regole. La sua ambizione di restare a lungo deve fare i conti con la democrazia che prevede siano i cittadini a scegliere i programmi di governo”.
“Resta per questo la sgradevole impressione di un commissariamento tecnico, simile agli illustri precedenti che si sono susseguiti dal 1993 e che vengono barcollare il principio della sovranità. Si fanno e si chiudono crisi di maggioranza – ha concluso Rampelli- attraverso personalità fuori dal Parlamento e dalla politica scelte assunte da presente elites illuminate”.
18.20 – ”Il presidente Draghi ha pronunciato un discorso dettagliato, di alto profilo, che guarda al futuro, che delinea un’Italia capace di rialzarsi e di ripartire. Mi sono riconosciuto in questo discorso…”. Lo ha detto Silvio Berlusconi a ‘Porta a Porta’.
18.14 – “Per il Pd il rafforzamento di questo asse politico è importante e sicuramente troveremo anche alla Camera modalità per coordinare il lavoro tra le forze della vecchia maggioranza, anche per non disperdere i risultati” di quel lavoro. Così il vicecapogruppo Pd alla Camera, Michele Bordo, all’Adnkronos sulla questione ‘intergruppo’ che ha sollevato qualche malumore tra i dem.
L’integruppo non si fa alla Camera per le perplessità scoppiate nel Pd? “Io non conosco l’entità di queste perplessità ma mi pare che, al di là di qualcuno che è strategicamente allergico ai 5 Stelle, la stragrande maggioranza abbia condiviso tutti i passaggi di queste settimane e l’esigenza di aver lavorato fino all’ultimo per un Conte ter proprio partendo dalla necessità di tenere in piedi l’asse politico del Conte 2”.
C’è chi dice che passaggi del genere andrebbero discussi in un congresso… “Se condividi un’esperienza di governo per un anno e mezzo, di fatto condividi già un progetto politico a meno che non si consideri quell’esperienza come un qualcosa di passaggio. Io ritengo sbagliato un approccio del genere. Noi quando abbiamo dato vita al Conte 2 lo facemmo anche e soprattutto con l’obiettivo di trasformare quella alleanza di governo in una alleanza politica”.
Per Matteo Renzi, il Pd si sta ‘chiudendo’ in un recinto e lascia praterie a un eventuale nuovo centro riformista, è così? “Renzi è da un anno e mezzo che ha fatto Italia Viva per raccogliere tutti i riformisti italiani. Iv sta intorno al 2 per cento, non mi pare ci sia riuscito… il progetto di Italia Viva è nei fatti fallito”, spiega.
Quanto alle critiche di alcuni dem, Bordo aggiunge: “Il Pd è un partito plurale e non è che tutti devono essere d’accordo e ci può stare anche chi ritiene sbagliato l’asse con i 5 Stelle e Leu. Io invece penso che questo asse politico non debba essere visto come il modo per rinchiuderci in un recinto semmai è un punto partenza che deve servire a rafforzare il rapporto politico nel Paese e nella società in un quadro in cui è sempre più evidente la contrapposizione tra l’area democratica e il centrodestra. Anche in vista del voto amministrativo”.
Se “il Pd non avesse lavorato per mantenere in piedi l’asse politico” della vecchia maggioranza del Conte 2 “sarebbe stato obiettivamente molto più difficile arrivare con convinzione a Draghi. Ora è giusto tenere in piedi questo asse a sostegno del governo Draghi. Nel 2018 il Pd era isolato e prese il suo minimo storico. Ora siamo nelle condizioni di competere alla pari con il centrodestra”.
18.12 – Si commuove in Aula, al termine del suo intervento, la senatrice M5S Cinzia Leone. Il sì al governo Draghi “non è una fiducia in bianco ma sensibile e allo stesso tempo feroce”, dice assicurando che il Movimento “monitorerà” il lavoro dell’esecutivo attraverso i suoi ministri, “sentinelle nel governo. Dobbiamo ripartire, per questo il mio sarà un sì, per quanto lacerante e sofferto”. Un sì che si adegua, spiega, anche al responso arrivato dalla base pentastellata, “la stessa modalità e la stessa piattaforma che mi hanno permesso di essere qui senatrice della Repubblica”, termina con la voce rotta dalla commozione.
18.07 – “Sarà inevitabile l’espulsione”, dice all’Adnkronos la senatrice M5S Bianca Laura Granato, la quale ha annunciato il suo No alla fiducia al governo Draghi. A chi le chiede se lavorerà, insieme al collega Mattia Crucioli, alla costituzione di un gruppo di “opposizione”, risponde: “Valuteremo in seguito alla votazione come mettere meglio a frutto gli esiti di questa assai sofferta decisione. La mia grande preoccupazione è che gli attivisti non rinuncino a lottare e a serbare quel meraviglioso bagaglio di entusiasmo, partecipazione e desiderio di cambiamento che ci stanno dimostrando in queste ore di maratona in collegamento no-stop. Non dimenticherò mai questi momenti. Qualsiasi decisione prenderò sarà per meglio tutelare e rappresentare le aspettative di queste persone meravigliose”.
18.00 – Giuseppe Conte “è uno degli uomini politici che di più ha contribuito a far nascere questo governo, nel M5s Conte ha svolto un ruolo”. Lo ha detto Nicola Zingaretti a Porta a Porta. “Ho compreso che lui vuole dedicarsi anche ad aiutare questo governo e poi impegnarsi con il M5s. Quello che sarà in futuro lo vedremo insieme, ora pensiamo a dare forza, stabilità e prospettiva al governo”, ha aggiunto il leader del Pd. I sottosegretari saranno tutte donne? “Sì, stiamo lavorando per questo”. “Stiamo lavorando non solo sul governo” ma anche “sulla rappresentanza negli organismi di partito, noi siamo gli unici con il 50% di rappresentanza di genere in tutti gli organismi -ha spiegato il leader del Pd-. Oltre a questo, ora c’è il grande tema delle politiche di genere. Trasformerei questa situazione per dire, bene, c’è un grande tema nazionale, il tema non riguarda le donne”.
“Ho incontrato per questo Salvini: collaborare non significa annullare l’identità, sarebbe inquietante. La sfida politica è avere forze alternative che rappresentano istanze, valori e punti di vista che ci sono e poi, nel nome della fratellanza, dell’emergenza, dell’interesse nazionale, in una fase e intorno a degli obiettivi si collabora a partire dal proprio punto di vista”, ha aggiunto il dem.
17.54 – “Ha detto cose condivisibili, generiche, soprattutto rispetto a quanto pensavo della sua sofisticata dottrina, ma poi ha detto dieci volte ‘resilienza’, che vuol dire un accomodamento alle mode insopportabile”. Vittorio Sgarbi, interpellato dalla AdnKronos, commenta così il discorso in Senato di Mario Draghi. “Mi sono cadute le braccia – sottolinea – quando l’ho sentito dire per dieci volte la parola ‘resilienza’”. Al critico d’arte, deputato del gruppo Misto, non va giù neanche “la buffonata del ministero della transizione ecologica, che è solo fumo negli occhi, un ricatto ‘gretino’ di Grillo”. “Che Draghi debba cedere – conclude Sgarbi – è imbarazzante, la fiducia non gliela do” perché “sentirgli dieci volte ‘resilienza’ non si può accettare”.
17.53 – “Il mio futuro? Intanto mi rilasso per qualche settimana. Al volante c’è uno che sa guidare, e questo mi tranquillizza”. Lo dice Matteo Renzi a Porta a Porta.
17.52 – “Dopo aver ascoltato da Draghi un intervento di generica visione politica, che evita però di calarsi nelle scelte concrete da effettuare, confermiamo il nostro no a questo Governo. Non si può chiedere agli italiani un supplemento di fiducia al buio nei confronti del nuovo Esecutivo. Entreremo nel merito delle singole questioni evidenziate da Draghi durante il dibattito in Aula, e valuteremo i singoli provvedimenti che saranno votati, senza ‘cessioni di sovranità’ che non ci appartengono». Lo scrive su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni.
17.47 – “Con la nascita al Senato dell’intergruppo formato da Pd, M5s e Leu, che vede nella figura di Conte il collante, si apre al centro una grande area per chi, come noi, si vuole concentrare su un progetto riformista. La priorità però oggi non è la costruzione di un laboratorio politico ma occuparci del dramma che vive il nostro Paese: l’emergenza sanitaria, economica, educativa”. Lo scrive su Facebook il presidente di Italia Viva, Ettore Rosato.
17.41 – “Io penso che Draghi farà bene, e secondo me è molto più politico di Conte. Draghi ha fatto il direttore generale del Tesoro, il governatore della Banca d’Italia, il presidente della Bce. E’ più politico di molti che lo hanno preceduto, quindi ha una capacità di amministrare la cosa pubblica in modo evidente. Non lo definirei un ‘non politico’, tutt’altro”. Lo dice Matteo Renzi a Porta a Porta.
17.36 – ”Ho conosciuto Draghi nel ’74: io insegnavo ad Harvard e lui era studente specializzando al Mit, quindi eravamo vicini di casa, diciamo così. E soprattutto c’era questo gruppo che si radunava attorno al professor Modigliani e poi divenne premio Nobel. Eravamo una specie di nostalgia italiana, ecco…”. Lo ha detto Romano Prodi facendo un po’ di amarcord sul suo passato universitario negli Usa dove incontrò l’allora ‘studente’ Mario Draghi.
17.34 – “L’esperienza più difficile è l’ultima operazione, il cambio Conte-Draghi. E’ in assoluto la cosa più difficile, più incredibile ma anche più utile al Paese che abbia mai fatto”. Lo dice Matteo Renzi a ‘Porta a Porta’.
17.34 – “Il suo discorso è stato molto ampio e ne ho condiviso ogni passaggio, condivido il programma di riforme presentato e l’ambizione di concorrere alla trasformazione dell’Europa. La politica non è far contenti tutti, ma è tracciare una rotta, illustrarla con chiarezza, e seguirla. Lei parli sempre con la sua chiarezza e noi Europeisti che siamo nati per senso di responsabilità, non le faremo mancare il nostro appoggio e il nostro voto. Buon lavoro e buon vento”. Lo ha detto il senatore Gregorio De Falco, del gruppo Maie-Europeisti, intervendo in aula a palazzo Madama a favore della fiducia al governo Draghi.
17.33 – Il governo Draghi scavallerà l’anno prossimo l’elezione del capo dello Stato? ”Io credo che sia nato anche per questo”, taglia corto Giorgia Meloni, ospite di ‘Porta a Porta’.
17.30 – “Da Draghi un discorso di alto profilo, dove si incontrano concretezza e visione. E’ giusto il disegno di uscire dall’emergenza scegliendo la strada delle riforme come pure l’obiettivo di superare diseguaglianze e costruire un Paese affrancato dagli squilibri di genere, generazionali, territoriali, sociali”. Lo ha detto Graziano Delrio nel suo intervento che ha introdotto la riunione del gruppo Pd alla Camera.
“Nel programma ritroviamo tanta parte delle nostre idee e proposte come una seria riforma fiscale improntata al criterio della progressività e l’adozione di un modello di sviluppo basato sulla ecologia integrale cioè sulla sostenibilità sociale economica e ambientale e il riconoscimento del lavoro già fatto col precedente governo”. “Noi condividiamo pienamente l’affermazione che questo è il tempo della responsabilità e dell’unità e riteniamo che il compito nostro come di tutti sia sostenere il governo con grande spirito di servizio”.
17.25 – “Pieno sostegno della Conferenza delle Regioni alla reciproca e leale collaborazione” viene assicurata dal presidente Stefano Bonaccini a nome di tutti i governatori regionali al presidente del Consiglio, Mario Draghi in una lettera inviata al nuovo inquilino di palazzo Chigi per “formulare al capo del Governo e a tutti i componenti dell’esecutivo i migliori auguri di buon lavoro”.
“La formazione del nuovo Governo e il sostegno di una larga maggioranza parlamentare sono segnali che trasmettono fiducia al Paese e consentono di affrontare con determinazione le sfide del futuro – sottolineano poi il presidente e il vicepresidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini e Giovanni Toti – Siamo certi che la competenza e l’autorevolezza del presidente del Consiglio permetteranno di superare la fase difficile dovuta alla pandemia e di cogliere fino in fondo tutte le opportunità collegate al Recovery Fund”. Per Bonaccini e Toti, “esistono le condizioni per poter compiere passi in avanti importanti per lo sviluppo del Paese, per il lavoro e le imprese e per il rilancio sociale ed economico nell’interesse dei cittadini”.
E proprio “nella consapevolezza che occorra un’azione sinergica di tutte le Istituzioni per completare rapidamente la campagna vaccinale anti Covid-19 e per realizzare gli interventi che saranno previsti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza” hanno chiesto a Draghi “un primo confronto con tutti i presidenti delle Regioni e delle Province autonome”.
17.22 – “Il Senato, udite le comunicazioni del presidente del Consiglio dei ministri, esprime la fiducia al governo”. E’ il testo della mozione che la maggioranza ha depositato al Senato. A firmarla, nell’ordine, i capigruppo del M5s Ettore Licheri, della Lega Riccardo Molinari, di Forza Italia Anna Maria Bernini, del Pd Andrea Marucci, del Misto-Leu Loredana De Petris, di Iv Davide Faraone, del Misto Cd Andrea Causin, delle Autonomie Giulia Unterberger.
17.21 – “Il discorso di Draghi in Senato, tra intenzioni generali, non affronta minimamente i problemi dello sport e di quanti lavorano nelle centomila strutture e nelle migliaia di associazioni che garantiscono, in piena sicurezza a milioni di cittadini italiani, di fare attività fisica”. Lo afferma il senatore di Fratelli d’Italia e Presidente di Asi, associazioni sportive e sociali italiane, Claudio Barbaro. “Un intero mondo attendeva oggi una linea di indirizzo. Un’altra delusione dopo quella di un Ministero cancellato con un repentino colpo di spugna. Rimane lo sconforto più totale di un comparto già duramente colpito e messo in ginocchio dalla pandemia. La misura è colma, la nostra gente è stanca di non essere considerata come essenziale. Siamo di fronte a un’ennesima conferma che, per questa nazione, lo sport è di sola facciata”.
17.14 – ”Nel governo Draghi c’è forte continuità con il governo passato ed è orientato a sinistra… Perché voto no alla fiducia, invece di astenermi? Ho visto la squadra di governo e poi mi sono decisa per il voto contrario”. Lo ha detto Giorgia Meloni ospite di Porta a Porta. “La conferma della Lamorgese significa andare avanti con la politica dell’immigrazione illegale di massa, perché questo ha fatto nell’ultimo anno e mezzo”, ha aggiunto.
17.13 – “Siamo convinti che l’Italia abbia bisogno di un’opposizione da sinistra, perché non ci appaiono garantite le premesse e i principi imprescindibili che rivendichiamo. Siamo convinti che la difesa dei valori debba essere esercitata anche dall’opposizione, critica e costruttiva. In Parlamento siamo pochi, ma spero che nel Paese diventeremo sempre di più”. Lo ha affermato la senatrice del gruppo Misto Paola Nugnes, parlando contro la fiducia al governo Draghi in aula a palazzo Madama. “Lei – ha detto ancora Nugnes in un altro passaggio del suo intervento – presidente parla di sanità territoriale ma non dice mai pubblica, parla di scuole e usa termini come ‘domanda, offerta e fabbisogno’ di diplomati tecnici. Parla di Mezzogiorno ma non dice che gran parte dei Fondi Ue all’Italia sono stati calcolati sul divario territoriale e che, a quella perequazione, dovranno andare. Guardando alla composizione del suo governo, non mi sembra però di poter evincere che questo vincolo europeo sarà rispettato”. “Parla delle donne ma, nella sua squadra ce ne sono poche. La scelta di una maggioranza così allargata decreta la morte definitiva della politica, vuol dimostrare una volta per tutte che la politica non serve e che non è in grado, che la tecno finanza si è già fatta Stato”, ha concluso Nugnes.
17.11 – Domani, in concomitanza con la discussione sul conferimento della fiducia al governo guidato da Mario Draghi alla Camera dei Deputati, oltre 20 organizzazioni politiche e sindacali comuniste e della sinistra radicale manifesteranno a pochi metri da Montecitorio, a piazza San Silvestro, contro l’insediamento del nuovo governo. Lo annuncia Fronte della Gioventù Comunista (Fgc) in una nota.
“Nessuna fiducia al governo dei padroni e delle banche! Tra mercoledì e giovedì – si legge nella nota – il nuovo governo presieduto da Draghi riceverà la fiducia in Parlamento da tutte le principali forze politiche, con il sostegno aperto della totalità degli industriali, delle associazioni datoriali, dell’Ue, di Cgil-Cisl-Uil e con l’acclamazione trasversale di tutti gli organi di informazione. Il nascente governo di unità nazionale ha già annunciato un’ampia ristrutturazione, a partire dalla spartizione delle centinaia di miliardi del Recovery Fund. Un passo ulteriore verso la direzione già segnata negli ultimi mesi di voler scaricare i costi di questa crisi sui lavoratori e sugli sfruttati autoctoni e immigrati”.
“I lavoratori, i disoccupati, i precari e la grande maggioranza degli studenti, stremati da un decennio di crisi economica e immiserimento, non possono riporre alcuna speranza in questo nuovo governo che, tramite la vuota retorica dell’unità nazionale, ha il compito di imporre ulteriori politiche antipopolari. E’ necessario prepararsi ad una lotta serrata per la difesa del lavoro, a partire dalla battaglia contro lo sblocco dei licenziamenti, dei salari e dei diritti sociali. Al netto dei cambi di governo bisogna dare seguito ai mesi di scioperi nazionali e di comparto, alle mobilitazioni nazionali per la patrimoniale sulle grandi ricchezze e contro la messa al macello della classe lavoratrice. Domani dalle 14 saremo in Piazza San Silvestro per dire a chiare lettere che non rimarremo a guardare e risponderemo a questa offensiva con la mobilitazione sin dal primo giorno – annuncia Fgc – Al fronte unico dei padroni è ora di contrapporre il fronte unico dei lavoratori e delle classi oppresse: non pagheremo la vostra crisi”.
17.04 – “Abbiamo apprezzato le dichiarazioni programmatiche del Presidente del Consiglio, Mario Draghi e ne consideriamo convincenti l’impostazione e il disegno complessivo. Resta da verificare la declinazione di questo programma e dei suoi capitoli e l’attuazione degli intenti”. Così il segretario generale Uil, Pierpaolo Bombardieri giudica le linee programmatiche illustrate oggi dal premier Mario Draghi in Senato.
“Il giudizio della Uil, dunque, come sempre, sarà sul merito delle decisioni e dei provvedimenti – sottolinea Bombardieri – che saranno concretamente adottati. A tal proposito, siamo certi che si darà continuità al dialogo con le parti sociali, come è accaduto nella fase delle consultazioni, anche se nel discorso al Senato non si è fatto cenno a questo aspetto”.
“Così come non abbiamo riscontrato riferimenti al tema delle pensioni. Per parte nostra, confermiamo la disponibilità al confronto per affrontare le questioni che riguardano le lavoratrici e i lavoratori, le pensionate e i pensionati, le giovani e i giovani, per lo sviluppo del Paese e la riduzione delle diseguaglianze territoriali, sociali e di genere”, conclude.
16.59 – “Sui temi del lavoro, Mario Draghi ha detto cose molte precise con, in particolare, tre elementi molto chiari: la centralità delle politiche attive del lavoro, la riproposizione dell’assegno di ricollocazione e la formazione professionale. Temi fondamentali per il rilancio del lavoro in Italia e parlare di politiche attive oggi non è affatto banale, perché finora non sono state al centro delle azioni di governo”. Lo dice ad Adnronos/Labitalia Maurizio Del Conte, ex presidente dell’Anpal e ora presidente di Afol Metropolitana, l’agenzia che garantisce ai cittadini e alle imprese del territorio milanese un unico interlocutore pubblico sui temi del lavoro e della formazione.
“Draghi ha dichiarato -prosegue Del Conte- che occorre una riforma dei centri per l’impiego, nel senso di ripensare le competenze degli operatori che vi lavorano attraverso la loro formazione e con l’attivazione della rete dei dati, di quell’interconnessione dei centri in un sistema unitario già prevista dalla legge”.
16.50 – “Con semplicità e con chiarezza, il presidente Draghi ha identificato e sottolineato gli obiettivi del cambiamento del Servizio sanitario nazionale all’interno del cambiamento globale del Paese”. Claudio Cricelli, presidente della Simg (Società italiana di medicina generale), accoglie con favore le dichiarazioni programmatiche del premier e rivendica il ruolo della categoria nel processo di riforma della sanità tricolore: “I professionisti costituiscono il centro di tali processi evolutivi. Senza una loro qualificata partecipazione e il loro coinvolgimento, il percorso verso nuovi modelli di strutture territoriali integrate sarebbe complesso e difficile”, afferma in una nota.
“Sulla base dell’esperienza dei mesi scorsi – spiega Cricelli – dobbiamo aprire un confronto a tutto campo sulla riforma della nostra sanità”. Il punto centrale per Draghi, rileva, è rafforzare e ridisegnare la sanità territoriale, realizzando una forte rete di servizi di base (case della comunità, ospedali di comunità, consultori, centri di salute mentale, centri di prossimità contro la povertà sanitaria). E’ questa la strada indicata dal nuovo presidente del Consiglio per rendere realmente esigibili i Livelli essenziali di assistenza, e affidare agli ospedali le esigenze sanitarie acute, post acute e riabilitative. La casa come principale luogo di cura è oggi possibile con la telemedicina, con l’assistenza domiciliare integrata. “Condividiamo completamente tale visione, e sosterremo tutte le iniziative del Governo finalizzate alla realizzazione di questo cambiamento – assicura il numero uno della Simg – in particolare attraverso la qualificazione dei professionisti della medicina generale, che garantisca competenza e qualità della professione”.
“Daremo ogni sostegno e collaborazione per far sì che questo percorso” di potenziamento del territorio “sia rapido, collaborativo, efficace. Abbiamo la consapevolezza che tale confronto e tali obiettivi possano essere raggiunti attraverso un’azione collaborativa e concorde – conclude Cricelli – alla quale offriremo per le nostre specifiche competenze il nostro contributo incondizionato”.
16.47 – “Un discorso programmatico di alto profilo quello del presidente del Consiglio Mario Draghi, con una netta collocazione europea dell’Italia per costruire un’Europa nuova e socialmente sostenibile”. Lo afferma il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini.
Per Landini è “condivisibile unire l’azione sull’emergenza, a partire dalle vaccinazioni e dalla proroga del blocco dei licenziamenti, con le riforme (ammortizzatori sociali, fisco, pubblica amministrazione, giustizia) e gli investimenti, capaci di creare nuovo lavoro in particolare per i giovani e le donne. E per dare vita a uno sviluppo sostenibile realizzando gli obiettivi europei di contrasto alle emissioni inquinanti e alla crisi climatica, valorizzando il territorio, la storia e la cultura del nostro Paese”.
“La realizzazione di grandi obiettivi – sottolinea Landini – ha bisogno del consenso e del coinvolgimento del mondo del lavoro e della cittadinanza attiva. Per questo è necessario subito un pieno coinvolgimento delle parti sociali e un chiaro ruolo d’intervento e d’indirizzo pubblico delle politiche industriali e di sviluppo”.
“La giusta lotta alla povertà e alla diseguaglianza – conclude il segretario generale della Cgil – deve intervenire con più precisione sulle cause che le hanno originate, a partire dal superamento di una precarietà del lavoro non più accettabile”.
16.46 – Incontro tra Matteo Salvini e il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Enrico Giovannini. Lo rende noto la Lega. Al centro del colloquio lo sblocco dei cantieri, piccoli e grandi. Tra gli altri, i lavori di ampliamento dei porti per permettere all’Italia di diventare la piattaforma logistica d’Europa. Il completamento o avvio dell’Alta Velocità e del sistema ferroviario (Tav, Brescia-Padova, Palermo-Catania-Messina, Roma-Pescara, Milano-Genova). La manutenzione di ponti e viadotti. La progettazione di opere strategiche come il Ponte sullo Stretto o la Tirreno-Brennero. L’esecuzione di opere attese da anni come la Statale 106 Jonica o la Pedemontana lombarda. “Vogliamo liberare progetti, energie, sviluppo, posti di lavoro”, fa sapere il leader della Lega, Matteo Salvini.
16.45 – Finisce sui social, alla luce del sole, la discussione interna al Pd sulla nascita dell’intergruppo parlamentare Pd, M5s e Leu al Senato. Ad accendere la miccia è Matteo Orfini, che dopo il discorso di Mario Draghi a palazzo Madama scrive: “Un ottimo inizio. (Mi scuso per non aver consultato l’intergruppo prima di dirlo)”. L’ex presidente dem già ieri aveva manifestato senza metafore il suo dissenso: “Intergruppi che guardano al passato hanno davvero poco senso. Pensiamo semmai al futuro”.
Giuditta Pini, deputata del Pd sempre dell’area dei Giovani Turchi, rilancia subito le dichiarazioni di Orfini e aggiunge: “Le alleanze non si decidono con gli intergruppi. Le alleanze, specie se strutturali, si decidono con i congressi. Altrimenti si gioca alla subalternità strutturale, cosa che sta riuscendo piuttosto bene”.
A questo punto è Michele Bordo che replica (sempre su Twitter) alle accuse: “L’ironia sull’intergruppo Pd, M5s, Leu, nato per consolidare l’alleanza che ha guidato il Paese in questi mesi, da parte di chi ha contribuito all’isolamento del Pd nel 2018, determinandone il peggior risultato di sempre, è penosa. Consiglierei un po più di decenza”, scrive il vice presidente dei deputati dem. Ma la Pini risponde a stretto giro a Bordo: “Hai ragione, infatti non c’è niente da ridere. ci sarebbe da discutere sul fatto che si fanno intergruppi senza nemmeno consultare i senatori e dichiarazioni di alleanze strutturali senza nemmeno passare non dico per un congresso, ma nemmeno per una discussione”.
E dal gruppo dirigente del Nazareno è Stefania Gasparini, vice sindaco del comune di Carpi e responsabile nazionale Pmi del Pd, a ribattere sempre via social: “Cara Giuditta Pini, mai più soli, divisi e sconfitti come nel 2018. Forse perché sei parlamentare non ti rendi conto del disastro che avete combinato quando ci avete portato alla disfatta. Comunque senza alleanze se vuoi andiamo a votare. Basta dirlo”.
16.42 – “Voterò il Governo del Paese per rispondere all’appello del Presidente della Repubblica, ma sarò contro se si dovesse deviare dai valori costituzionali, dal rispetto dei diritti umani, dai valori della giustizia sociale, della progressività fiscale, della centralità della ricerca pubblica, della scuola pubblica e del servizio sanitario nazionale, che è e deve restare pubblico”. Lo ha detto nell’aula del Senato Francesco Laforgia di Leu nel dibattito sulla fiducia al governo Draghi.
16.39 – “Parlo da sindaca di Roma: in questo momento di emergenza, non solo sanitaria ma anche economica, abbiamo bisogno di avere risposte urgenti e concrete per i cittadini. Soprattutto per il lavoro. Mi auguro che il governo Draghi faccia bene ed esorto il M5S a far valere il suo peso politico”. Lo ha detto la sindaca di Roma Virginia Raggi durante una diretta streaming su Twitch con Ivan Grieco.
16.37 – Una fiducia “attenta ma non in bianco, leale ma vigile”. Lo mette in chiaro la senatrice M5S Agnese Gallicchio, intervenendo in Aula a Palazzo Madama. “Il M5S – chiarisce – non è disposto a fare passi indietro sulla riforma della prescrizione o sul reddito di cittadinanza, perché oggi più di ieri nessuno deve rimanere indietro. Io rispetterò il valore del voto espresso dalla nostra base”, lavorando con “impegno e correttezza ma anche con spirito critico”.
16.20 – “Al di là del nostro giudizio, dobbiamo tutti ringraziare Vito Crimi per il lavoro svolto ma, da oggi, non può più decidere nulla in nome e per conto del M5S”. Lo scrive su Facebook la senatrice Barbara Lezzi. “Il M5S ha deciso di cambiare la propria governance – esordisce – Da oggi non sarà più guidato da un capo politico e neanche da un reggente. Ora è necessaria e urgente la convocazione degli iscritti per l’elezione del nuovo comitato direttivo in quanto il M5S non può restare privo delle figure autorizzate ad assumere decisioni sulle linee politiche. È indispensabile che venga individuato un organo di riferimento per il Presidente del Consiglio e per tutte le altre forze politiche che volessero interloquire con il M5S. È fondamentale, inoltre, che si dia immediato seguito alle richieste che giungono dai territori per l’apertura delle procedure per la certificazione delle liste per le prossime amministrative. Comitato di garanzia e Collegio dei probiviri possono solo agire per l’ordinaria amministrazione”.
16.27 – “Io san Matteo? No, tutt’altro che santo, ci pagano per risolvere i problemi, abbiamo provato a farlo dall’opposizione, ma risultati zero e abbiamo scelto di metterci la faccia”. Lo dice Matteo Salvini, ospite di Porta a Porta, in onda stasera.
16.20 – Cambia la maggioranza, cambiano i ministri, cambia la comunicazione, cambiano le priorità. L’arrivo di Mario Draghi ha già portato una serie di novità al governo. Il prossimo cambiamento potrebbe riguardare la governance, il ‘board’ dell’esecutivo, coinvolgendo una delle maggiori caratteristiche del Conte II: i capi delegazione. Al momento il meccanismo dei vertici tra i responsabili dei partiti di governo appare infatti in ‘stand by’. E, a sentire i vari azionisti di maggioranza, non sarebbe ancora arrivata una specifica sollecitazione in questo senso da palazzo Chigi. Un bel cambio rispetto alle riunioni del Conte II, quasi sempre fiume e in orari notturni, convocate per prendere decisioni praticamente su tutto: dalle leggi Finanziarie alle misure anti Covid, dalle zone gialle e rosse fino alle chiusure dei ristoranti e bar e i vaccini.
16.10 – “Mi aspettavo un discorso più alto… La mia stella polare è sempre stata la decisione della base, degli iscritti. Ho combattuto per 35 anni le truffe, gli abusi, subendo le rappresaglie. C’è un quesito ingannevole e una compagine di governo che non mi piace. Questa sera quando farò la mia dichiarazione di voto, saprete quello che voterò”. Così il senatore M5S Elio Lannutti, parlando con i cronisti.
16.09 – “Bene Draghi, ma adesso viene il difficile. Quello del presidente del Consiglio oggi al Senato è stato un intervento dall’alto valore politico con riferimenti non scontati, per un ‘tecnico’, alla coesione sociale con una visione dell’economia e dell’ambiente improntata alle parole ed al magistero di Papa Francesco. Ho particolarmente apprezzato la volontà del Presidente Draghi di continuare il lavoro iniziato sull’utilizzo dei fondi attesi da Bruxelles, soprattutto perché questo metodo di lavoro garantisce ai partners europei il rispetto degli accordi e degli impegni assunti dall’Italia in sede europea”. Lo afferma la deputata del gruppo Misto, Renata Polverini.
16.07 – ” Fatevene una ragione: ci sono tante, tantissime persone democratiche e progressiste, che hanno sostenuto con forza il governo Conte e che pensano invece che sia un errore governare con Salvini e Berlusconi. Che magari avrebbero accettato l’idea di un governo di scopo, rigorosamente a termine, transitorio, ma che non vogliono invece un governo ‘politico’ con le forze di destra. E che quindi non rinunceranno né al dissenso nei confronti del governo Draghi e nemmeno alla prospettiva della costruzione di una alleanza progressista”. Lo scrive su Facebook l’ex sottosegretario all’università Peppe De Cristofaro, di Sinistra Italiana.
16.03 – “C’è chi dice no”, scrive su Facebook la senatrice M5S Bianca Laura Granato, che annuncia: “Ho presentato le dimissioni come capogruppo M5S della commissione cultura in Senato. Ho deciso, coerentemente con quello che ho sempre dichiarato, che non farò parte di questa maggioranza diventata una beffa rispetto al principio di autodeterminazione dei popoli che è confluito nell’art. 1 della Costituzione. La dichiarazione di intenti di Draghi è una palese violazione di quel principio. La cosa triste e preoccupante è trovarsi oggi in un Parlamento silente, totalmente acquiescente rispetto ad un atto di indirizzo che consiste nell’asservimento di ogni esigenza umana alle logiche del mercato”.
15.55 – “Nelle dichiarazioni programmatiche rese dal Presidente Draghi al Senato, spicca, anzitutto, il riferimento alla comune responsabilità di una ‘Nuova Ricostruzione’, che, come nel Dopoguerra, consenta di ‘consegnare un Paese migliore e più giusto ai figli e ai nipoti’. E’ una responsabilità tanto più impegnativa, perché, dopo l’uscita dall’emergenza sanitaria, non tutto potrà tornare come prima”. Così il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, sull’intervento del Presidente del Consiglio Draghi Mario Draghi al Senato.
15.54 – “Oggi è una giornata difficile, anche per me. Non è il governo che desideravamo. Voto sì perché abbiamo un regolamento, ha votato la nostra base e sono state indicazioni molto chiare”. Lo ha detto ai cronisti la vicepresidente del Senato Paola Taverna (M5S).
15.51 – “Dobbiamo essere orgogliosi del contributo italiano allo sviluppo dell’Unione europea. Senza l’Italia non c’è l’Europa. Ma fuori dall’Europa c’è meno Italia. Non c’è sovranità nella solitudine. #Draghi”. Lo scrive su twitter il commissario Ue, Paolo Gentiloni, citando un estratto dell’intervento del premier Mario Draghi al Senato.
15.43 – “È il momento di mettere in comune competenze, capacità, e spirito di sacrificio per far ripartire il Paese. Stiamo affrontando una sfida globale, la pandemia in corso è un problema che riguarda tutti, come il cambiamento climatico, il depauperamento del capitale naturale, la disuguaglianza: questa è l’era delle resilienza ed il patto verde è l’unica strada”. Così la senatrice Patty L’Abbate (M5S), nel suo intervento al Senato nel dibattito per la fiducia al Governo Draghi.
15.38 – “Fronteggiare le grandi emergenze che il Paese ha di fronte: sanitaria, economica, educativa. Un piano vaccinale all’altezza. Cogliere le opportunità, costruire le riforme, puntare su transizione ecologica e digitale e sui giovani. Puntare sulla velocità delle scelte, non sulla conservazione del potere”. Lo scrive in un post su Facebook Luciano Nobili, deputato di Italia Viva, a proposito del discorso programmatico al Senato del presidente del Consiglio Mario Draghi.
15.34 – “Abbiamo ascoltato da Draghi parole importanti, di fiducia, speranza e responsabilità. Soprattutto, il Premier ci ha indicato qual è la sua idea di Paese e nel farlo ci ha rincuorato. Ha ragione quando dice che non possiamo riaccendere la luce e tornare a come eravamo prima. Come ha sottolineato, dobbiamo affrontare divari e disuguaglianze che costituiscono un pesante freno alla crescita, primo tra tutti quello di genere, e cambiare modello di sviluppo”. Lo ha detto nell’Aula del Senato la senatrice del Pd Valeria Valente, presidente della Commissione Femminicidio.
15.30 – Nella giornata di domani si svolgerà alla Camera il dibattito per la fiducia al governo guidato da Mario Draghi dopo il voto di oggi al Senato. Potrete seguire i lavori in diretta sulla Rai, sulla webtv e sui canali social di Montecitorio. Con i capigruppo abbiamo stabilito i tempi che saranno così organizzati: dalle 9 alle 16 si terrà la discussione generale”. Lo scrive il presidente della Camera Roberto Fico su Facebook. “Alle 18 si svolgerà la replica del Presidente del Consiglio, a cui seguiranno le dichiarazioni di voto dei rappresentanti dei gruppi parlamentari. La votazione finale per appello nominale partirà dalle 20 circa. In capigruppo abbiamo inoltre stabilito il calendario per la prossima settimana: da lunedì si procederà all’esame del decreto Milleproroghe e alla proroga della Commissione d’inchiesta sulla comunità del Forteto, mentre mercoledì ci sarà l’elezione di un nuovo vicepresidente della Camera, in sostituzione della ministra Mara Carfagna. Auguro a tutti buon lavoro”, conclude.
15.18 – “Sono qui per offrire il mio sostegno e il mio aiuto ai più deboli, non certo a chi specula su di loro. Sono pronto a sfiduciare questo governo appena mi renderò conto che questi principi non sono condivisi. La mia disponibilità è verso tutti i Ministri, a cui potrò dare un contributo costruttivo e non mi interessa a quale partito appartengano, mi interessa dove vogliono arrivare. Gli obiettivi, quando suona la campana per l’Italia, non possono che essere univoci. Ho deciso che null’altro vale se non il futuro. E come lo immaginiamo. Credo che questo possa essere un buon motivo per non arrendersi, nonostante tutto e tutti. L’unico obiettivo sarà costruire un futuro. E che sia diverso, sia di speranza, sia luminoso”. Così, intervenendo nell’Aula di Palazzo Madama, il senatore del Movimento 5 Stelle Alberto Airola.
15.15 – “Un discorso essenziale, all’altezza della drammaticità del momento. Ho ritrovato il Draghi della Banca d’Italia e della Bce. Siamo fortunati, io mi sento fortunato”. Lo afferma su Twitter il ministro per la Pa Renato Brunetta commentando le dichiarazioni programmatiche del Presidente del Consiglio Mario Draghi al Senato.
15.11 – Quello di Mario Draghi al Senato è stato “un grande discorso. Voglio sottolineare un passaggio, quando ha detto che ‘vogliamo lasciare un buon pianeta e non solo una buona moneta’. Non va presa come un’ovvietà: Draghi ritiene, e lo ritengo anche io, che il capitale debba cambiare e questo può essere è il momento”. Lo ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ospite di ‘Oggi è un altro giorno’ su Rai1.
15.10 – “Voterò sì al Governo Draghi perché insieme al Movimento voglio continuare a portare avanti quella che è stata da sempre la nostra missione: lavorare per il bene dei cittadini”. Lo dichiara il senatore campano del Movimento 5 Stelle Vincenzo Presutto. “L’unità e la coesione – aggiunge Presutto – servono soprattutto in momenti come questi, dove da un lato ci sono da affrontare grandi problemi a causa di una pandemia ancora in corso e dall’altra c’è la necessità di mettersi al lavoro immediatamente, senza perdere tempo, per il rilancio economico, gli aiuti a tutte quelle categorie fortemente penalizzate dal Covid e la gestione del Recovery Plan. C’è la necessità di ripartire con una certa urgenza: in ballo c’è il futuro dell’Italia”, conclude Presutto.
15.07 – “Ho ascoltato Draghi. È un Governo che dichiaratamente cede la sovranità all’Europa – troppo – e in assoluta continuità con il Governo Conte sostenuto da M5s, Pd e Leu. Per questo sto bene all’opposizione, per l’Italia, con Giorgia Meloni”. Lo afferma il co-presidente del gruppo europeo Ecr-Fratelli d’Italia, Raffaele Fitto, commentando il discorso del presidente del Consiglio Draghi al Senato.
15 – “A questo governo affidiamo un mandato carico di aspettative e oneri con l’impegno di guidare l’Italia verso la ripresa. Per questo, rispondiamo positivamente all’appello di unità lanciato dal presidente Mattarella con il massimo sostegno”. Lo dichiara la senatrice della Lega Tiziana Nisini nel suo intervento in Aula per la fiducia al governo Draghi. “Mi preme ricordare i lavoratori autonomi, i possessori di partita iva, gli artigiani, le piccole e medie imprese, le attività a conduzione familiare, gli imprenditori del settore della ristorazione e del turismo, degli eventi, gli operatori di settori legati all’intrattenimento e al mondo sportivo. Questa crisi non ha fatto sconti a nessuno. Questa crisi li ha privati della dignità: perché il lavoro è dignità – continua Nisini – La Lega, sostenendo Draghi sceglie la via della responsabilità seguendo l’esempio dei nostri amministratori locali e regionali che sono sempre al servizio dei cittadini. Lo facciamo con orgoglio e con un ruolo da protagonisti: l’affidamento di importanti ministeri come lo Sviluppo Economico e il Turismo ai colleghi neo Ministri Giorgetti e Garavaglia va il nostro augurio di buon lavoro”.
14.45 – Mattia Crucioli annuncia il suo “no” a Mario Draghi e l’addio al movimento 5 stelle. “Ovviamente non posso più essere nel M5S, la scelta di campo è radicale”, dice il senatore alle telecamere all’esterno del Senato. Quanto a un gruppo di opposizione del M5s, Crucioli replica: “Me lo auguro e lavorerò per questo” perché “per fare opposizione occorrerà essere organizzati. Se ci saranno i numeri sarà sicuramente molto più utile stare dentro un gruppo”. Crucioli non nasconde interesse per le posizioni di Alessandro Di Battista: “Ogni tanto lo sento, lui ha detto chiaramente che vuole parlare soltanto per sé stesso”, è chiaro ceh “se dovesse nascere qualcosa di contrasto a questa impostazione, a questa visione della società che sta montando, e lui volesse tornare in campo, sarebbe il benvenuto”.
14.40 – “I temi della difesa del lavoro e del contrasto al disagio sociale al centro dell’intervento del Presidente Draghi. Molto positivo e importante l’impegno sulla parità di genere e sul gender pay gap”. Così su Twitter il ministro del Lavoro, Andrea Orlando commenta il discorso programmatico del presidente del Consiglio Draghi in Parlamento.
14.20 – La visione di una Italia repubblicana che lavora in maniera unitaria per restituire fiducia e sicurezza ai cittadini disegnata dal presidente Draghi non può che cogliere il sostegno convinto delle Province, che insieme a Governo, Regioni e Comuni sono le istituzioni costitutive della Repubblica”. E’ quanto dichiara Michele de Pascale, presidente dell’Upi. “Le sfide descritte dal presidente Draghi nel suo discorso programmatico vedono impegnati in prima linea i presidenti di Provincia: dall’assistenza a chi è più in difficoltà agli investimenti per assicurare la migliore preparazione possibile ai giovani, dalla difesa dell’ambiente alla manutenzione delle infrastrutture viarie, alla necessità di qualificare e valorizzare la pubblica amministrazione. Obiettivi che il Paese deve cogliere, sul cui raggiungimento – afferma il presidente dell’Unione delle Province italiane – il contributo delle istituzioni locali sarà essenziale”.
14.20 – “L’amore per l’Italia e il senso del dovere cui ha fatto riferimento il Presidente del Consiglio sono la stella polare che ha orientato il nostro impegno responsabile dall’inizio della pandemia, è la ragione per la quale abbiamo chiesto la nascita di questo governo e per la quale lo sosterremo con impegno e dedizione totale all’interesse del Paese”. Così Silvio Berlusconi, dopo l’intervento del premier Mario Draghi in Senato.
14.15 – “Il presidente Draghi ha pronunciato un discorso dettagliato e di alto profilo, che guarda al futuro, che delinea un’Italia capace di rialzarsi e di ripartire. E’ quanto gli avevamo chiesto nell’indicare per primi la necessità di una formula di governo che riunisse l’Italia per una grande risposta di fronte all’emergenza”. Così Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia. “Quello delineato oggi non è il programma di una maggioranza politica, è un ‘comune denominatore’ nel quale si possono ritrovare forze politiche diverse e alternative fra loro”, ha aggiunto.
14.05 – “Non sarà sempre così, ci saranno anche divisioni. Ma noi la sosterremo nella buona come nella cattiva sorte”. Lo ha detto Emma Bonino (Più Europa) nell’aula del Senato per il dibattito dopo il discorso del premier. “Un governo guidato da lei era una speranza di pochi, oggi è un’opportunità per tutti e spero che tutti la vorremo cogliere”, ha sottolineato.
13.50 – “Non è stato un brutto discorso, vedremo da domani come saranno i provvedimenti. Il M5S darà una fiducia che però parte da domani. Oggi sarà un Sì ma da domani ci servono conferme… vedremo se Draghi difenderà il ministero per la transizione ecologica che è il motivo per cui il M5S ha detto con immensa fatica Sì a questo governo. Sarà una fiducia giorno per giorno, se sarà tradita questa fiducia il giorno dopo abbandoneremo”, spiega il senatore 5 Stelle Danilo Toninelli parlando con i cronisti. “Scissione? Spero di no”, prosegue l’ex ministro. “Ho votato No su Rousseau ma rispetto la maggioranza degli iscritti”.
13.42 – “Non ho sentito il discorso del presidente del Consiglio al Senato ma il professor Draghi è persona intelligente e di buon senso”. Così il presidente del Veneto Luca Zaia oggi nel corso della conferenza stampa per fare il punto sull’epidemia di Covid nel corso della quale ha poi avvertito: “Purtroppo siamo in un Paese dove l’odio sociale imperversa e se uno fa qualcosa di buono c’è sempre il sospetto che abbia qualche altro fine per un utile personale”. In ogni caso per Zaia sull’acquisto di vaccini sul mercato: “Ci deve essere buon senso: se uno suona il mio campanello e dice che ha i vaccini e se questi sono veri vaccini non capisco perché non posso vagliare la possibilità di acquistarli per vaccinare i cittadini? Ci chiamano persone piangendo e chiedendo di vaccinarsi -ha detto Zaia- e dopo 9.600 morti in Veneto è fondamentale porsi la questione”. E ancora il governatore del Veneto ha tenuto a sottolineare: “Dall’Aifa al commissario Arcuri, a tutti gli altri soggetti interessati, non abbiamo mai trovato contrari e mi sembra un obbligo morale fare questo tentativo, ovviamente, nella legalità e nell’estrema sicurezza, si deciderà ma non posso girarmi dall’altra parte”.
13.36 – “La casa come primo luogo di cura e la sanità del territorio come pilastro della riforma del Servizio sanitario nazionale. Dal presidente Draghi le parole giuste sul futuro del nostro bene più prezioso”. Lo sottolinea su Twitter il ministro della Salute, Roberto Speranza, commentando uno dei passaggi del discorso del premier Mario Draghi questa mattina in Senato.
13.26 – “Se ho deciso come voterò? Non ancora, ma non a favore”, dice all’Adnkronos il senatore M5S Matteo Mantero dopo il discorso del premier Draghi in Aula a palazzo Madama.
13.16 – La capigruppo della Camera ha deciso il timing in vista del voto di fiducia di domani al governo Draghi, previsto alle ore 20 con l’appello nominale. Tre ore, dalle 9 alle 12, saranno dedicate alla discussione generale sulle comunicazioni del governo, poi (12-13.30) pausa sanificazione, dalle 13.30 alle 16 previsto il seguito della discussione generale. Alle ore 16 pausa sanificazione. Alle ore 18 replica presidente del Consiglio, Mario Draghi, mentre tra le 18.30 e le 20 sono attese le dichiarazioni di voto.
13.15 – “E’ una felice circostanza che quella di ritrovarsi con un uomo così alla guida del Paese”. Lo ha detto il senatore a vita Mario Monti a palazzo Madama nel dibattito dopo il discorso del premier Mario Draghi, ricordando come la legislatura sia iniziata nel 2018 con forti “conflitti sulla personalità internazionale dell’Italia in Europa”. “Formulo i migliori auguri dal profondo del cuore -ha detto tra l’altro Monti per un successo del premier- altrimenti i nostri figli avrebbero tutto il diritto di condannarci”.
13.12 – “Dopo aver ascoltato da Draghi un intervento di generica visione politica, che evita però di calarsi nelle scelte concrete da effettuare, confermiamo il nostro no a questo Governo. Non si può chiedere agli italiani un supplemento di fiducia al buio nei confronti del nuovo Esecutivo”. E’ il primo commento di Giorgia Meloni, leader di Fdi, dopo il discorso programmatico di Mario Draghi in Senato. “Entreremo nel merito delle singole questioni evidenziate da Draghi durante il dibattito in Aula, e valuteremo i singoli provvedimenti che saranno votati, senza ‘cessioni di sovranità’ che non ci appartengono”, conclude la leader di Fratelli d’Italia.
13.10 – Per Mario Draghi è arrivato anche il momento del selfie, il primo, in Senato. A coinvolgere il premier nell’autoscatto è stato il senatore del Pd Andrea Ferrazzi, nell’aula di palazzo Madama, che si è immortalato con Draghi dopo il discorso sulla fiducia e ha postato subito la foto sul suo profilo Twitter. “Convincente il discorso di #Draghi in Senato: europeismo, atlantismo, transizione ecologica. Chiaro, sintetico e preciso. Lo appoggerò con determinazione”, scrive l’esponente del Pd a corredo della foto.
12.55 – “Voterò No, lo confermo”, dice all’Adnkronos la senatrice M5S Rosa Silvana Abate dopo il discorso del premier Draghi in Aula. In tutto sarebbero una quindicina i senatori pentastellati (tra astenuti e contrari) orientati a non votare la fiducia.
12.54 – “Voterò No alla fiducia”, dice all’Adnkronos la senatrice M5S Luisa Angrisani dopo il discorso del premier Mario Draghi in Aula a palazzo Madama.
12.51 – “Draghi? Sì mi ha convinto… a votare No”, dice all’Adnkronos la senatrice M5S Bianca Laura Granato confermando che voterà contro la fiducia all’esecutivo Draghi.
12.50 – “Le parole del presidente del Consiglio Mario Draghi rilanciano i temi che Forza Italia ha posto fin dall’inizio della pandemia come centrali e ineludibili. Avere, come sottolineato dal premier, il ‘coraggio delle visioni’ impone il cambio di passo più volte auspicato dal presidente Berlusconi”. Così, in una nota, il deputato di Forza Italia e portavoce dei gruppi azzurri di Camera e Senato Giorgio Mulé.
12.45 – “Io credo che tutti gli spazi dove si dialoga e si concordano politiche comuni siano importanti. Un intergruppo nel centrodestra? Se si farà noi ci saremo. Ci sono molte cose su cui dialogare e su cui immagino maggioranza e opposizione convergeranno”. Così il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, leader del movimento Cambiamo!, questa mattina nel corso del suo intervento alla trasmissione l’Aria che Tira su La7.
12.34 – “Sono stato io che avevo proposto la federazione del centrodestra, mi avevano detto di no, ma magari adesso i no si sono trasformati in sì. La ripropongo adesso”. Lo dice Matteo Salvini, ospite di SkyTg24. Per il leader del centrodestra “si può fare, mantenendo la propria identità, chi in maggioranza, chi all’opposizione”.
12.25 – “Nei prossimi due anni ci sarà una riorganizzazione della politica. Se a sinistra si fa l’intergruppo Pd-M5s-Leu sulla linea Zingaretti-Bettini e i partiti a destra si europeizzano e diventato spendibili in Europa, al centro si apre un’area liberal democratica riformista che in Europa è rappresentata da Macron, Michel e Vestager” e “Italia viva si può fare promotrice e aggregatrice”. Lo ha detto Matteo Renzi, conversando con i cronisti in Senato.
12.24 – “La cultura è tra i pilastri dell’agenda di Draghi”. Così il Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini, commenta la comunicazione all’aula del Senato del Presidente del Consiglio. “Il richiamo del Presidente Draghi al ruolo dell’Italia come grande potenza culturale – prosegue Franceschini – indica con chiarezza quale sarà l’orientamento dell’azione governativa in questa difficile situazione, così come le indicazioni al dovere di promuovere la cultura insieme alla formazione e all’educazione; alla necessità di una maggiore consapevolezza del nostro primato culturale; alla opportunità di investire sulla transizione culturale partendo dal patrimonio identitario umanistico, sull’accesso paritario alla formazione ambientale, sulla manutenzione del territorio e sulla capacità di preservare e tutelare le città d’arte, i luoghi e le tradizioni come chiave di una crescita economica sostenibile”.
12.22 – Il premier Mario Draghi ha appena lasciato la Camera. Ora è atteso di nuovo in Senato, per la discussione generale, al via alle 12.30.
12.21 – “Mario Draghi con il suo discorso ha confermato il motivo per cui da subito gli abbiamo accordato la nostra fiducia: un ‘governo del Paese’, senza aggettivi, cioè, per dirla con le parole del presidente della Repubblica ‘un Governo di alto profilo, che non debba identificarsi con alcuna formula politica’. L’unità a cui ha richiamato il Parlamento – è un dovere, ha detto – non è un di meno per la politica, comporta certo delle rinunce, ma è ‘un passo avanti’ verso una responsabilità nazionale di ricostruzione”. Lo dichiara Maurizio Lupi, presidente di Noi con l’Italia.
12.19 – “Lo sguardo rivolto al futuro, l’attenzione alle nuove generazioni, alle necessarie riforme per modernizzare il Paese, alla parità fra i sessi come questione strutturale: l’intervento del presidente Draghi è stato molto emozionante e sento tutta la responsabilità per il lavoro che ci attende”. Lo scrive su Facebook Mara Carfagna, ministra per il Sud e la Coesione territoriale. “Le sue parole sul Mezzogiorno, in particolare, hanno individuato con precisione le priorità che caratterizzeranno la mia attività: aumento dell’occupazione, con particolare attenzione a quella femminile, crescita degli investimenti, contrasto al declino demografico e allo spopolamento delle aree interne. Per realizzare tutto questo – prosegue Carfagna – dobbiamo garantire una formazione di qualità, soprattutto in settori strategici, rinnovare e rafforzare la pubblica amministrazione, preservare la legalità”. “Da qui partiremo, con una visione di insieme che coinvolge tutto il territorio nazionale e guarda alle ragazze e ai ragazzi. Per loro, con loro, rimetteremo in piedi il Paese”, conclude la ministra.
12.15 – “Draghi ha indicato chiaramente la tabella di marcia. Non è facile, perché i tempi del Pnrr sono stretti, ma ha confermato l’impianto del piano. Il punto chiave è l’integrazione delle politiche e la coerenze delle politiche, cosa che richiede il Pnrr e che è nuova per la cultura di governo”. Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture Enrico Givoanni conversando con i cronisti al Senato.
12.08 – Addio pienone nei palazzi della politica almeno per la prima fiducia di un governo che si insedia. A causa delle norme anti-covid a palazzo Madama, valgono regole stringenti per gli accessi agli spazi, che in ‘tempo di pace sanitaria’ non vigevano. E così, contingentamento per il numero delle persone giornalisti ammesse nelle tribune, così come lo stesso ‘transatlantico’, più correttamente Sala Garibaldi, non offre spazio che a un certo numero di cronisti che, in caso, entrano a turno. Espliciti anche i cartelli all’ingresso della Sala Maccari, che non ammette più di 18 persone, o il corridoio antistante, fermo a quota 9.
12.01 – “’In questo momento così difficile, all’appartenenza politica dobbiamo anteporre il dovere della cittadinanza. Dobbiamo fare in modo che le future generazioni ci ringrazino per il nostro lavoro e non ci rimproverino per il nostro egoismo’. Questo l’appello forte del Presidente del Consiglio Mario Draghi che ci spinge a lavorare su identità europea, sistema sanitario, ripresa economica, scuola e ricerca, ecologia, lavoro, transizione digitale e parità di diritti. La collaborazione di tutti sarà fondamentale”. Lo scrive in un tweet il ministro ai Rapporti col Parlamento Federico D’Incà.
12.00 – “Consegno il testo delle dichiarazioni programmatiche rese al Senato e sulle quali si terrà domani il dibattito”. Così il premier Mario Draghi in Aula alla Camera.
11.55 – “Lo avete sentito? Draghi ha dato una visione”. Lo ha detto il leader Iv Matteo Renzi parlando con i cronisti al Senato dopo il discorso del premier Mario Draghi per la fiducia al governo. Un discorso per un programma di due anni? “Anche più lungo”, ha precisato Renzi.
11.53 – “La crescita dipende dalla fiducia dei cittadini nelle istituzioni. Ora questa fiducia va recuperata in fretta ed è questo il principale motivo per cui abbiamo sostenuto e sosterremo lo sforzo del Governo Draghi. Non c’è tempo da perdere: servono azioni immediate e riforme di prospettiva. Quella di Draghi è una sfida che il Paese non può perdere. E’ il primo segnale che gli italiani attendono è un cambio di passo nel rapporto tra salute ed economia. Tra la sopravvivenza di oggi e la prosperità del nostro futuro”, così scrive il Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti sulla sua pagina Facebook.
11.49 – “Valeva la pena aprire la crisi? Sì. E chi aveva dei dubbi dovrebbe solo sentire il discorso di Draghi”. Lo ha detto il leader di Iv Matteo Renzi ai cronisti a palazzo Madama.
11.48 – “Quelle del premier Draghi sono dichiarazioni programmatiche incoraggianti, che mettono insieme la lotta alla pandemia e quella alla crisi climatica. Attendiamo di leggere i primi provvedimenti, a partire dal piano per l’uso del Next Generation Eu. Noi Verdi ricordiamo che la lotta all’inquinamento dell’aria e alla pandemia si fa investendo molto nel trasporto pubblico, sulla digitalizzazione, sull’innovazione, sulle energie rinnovabili e in un’agricoltura sostenibile”. Così Angelo Bonelli, coordinatore dell’esecutivo nazionale dei Verdi ed esponente di Europa Verde, al termine dell’intervento del Presidente del Consiglio al Senato. “La politica – conclude Bonelli – deve recuperare la dimensione etica, guardare al futuro delle generazioni che verranno e alla tutela del nostro pianeta. Bene ha fatto il premier Draghi a ricordare quanto il Santo Padre Papa Francesco ha scritto nell’Enciclica Laudato Si’”.
11.45 – “Dal Pd pieno sostegno al governo Draghi, le cose dette negli incontri delle consultazioni sono state tutte confermate in aula. Voteremo compatti, questo è il futuro dell’Italia”. Lo ha detto Andrea Marcucci al termine del discorso del premier al Senato. Draghi ha invocato unità e, per il presidente dei senatori del Pd, la nascita dell’integruppo Pd-M5s-Leu “non scalfisce il nostro contributo fattivo, anche sulla base della valutazione del nostro operato e di Conte fatto da Draghi”.
11.44 – Rientra il dissenso dei senatori M5S in vista del voto di fiducia al governo Draghi? “Lavoriamo all’unità”. Così il capo politico Vito Crimi, rifiutandosi di rilasciare un commento ai cronisti sul discorso del nuovo presidente del Consiglio in Aula, e glissando alla domanda su eventuali assemblee in vista prima del voto. Poco prima di essere fermato dai giornalisti, Crimi si è fermato a parlare con la vicepresidente del Senato Paola Taverna e l’ex capogruppo Gianluca Perilli.
11.40 – Sono state una ventina le interruzioni che Mario Draghi ha avuto al Senato nel suo discorso per la fiducia. Ci sono stati applausi decisi, altri appena accennati, fino alla standing ovation finale da parte dei senatori che lo sostengono. In pratica la quasi totalità dell’aula. L’applauso più deciso è stato anche uno dei primi, quello sulle parole che il premier ha subito riservato alle vittime del Covid e ai sacrifici degli italiani nel lungo periodo della pandemia. Lo stop più rumoroso, e anche il più divisivo, è stato quello sul nome di Giuseppe Conte, citato dal premier: applaudito dalla ex maggioranza (con i grillini in piedi) ma bersagliato da alcuni ‘buu’ dell’aula. Battimani anche su Europa e Euro, la scuola in presenza, l’atlantismo. Lo stesso sull’ambiente, dove Draghi ha citato Papa Francesco nell’entusiasmo dei senatori, come sul rispetto reale della parità di genere, un passaggio salutato con particolare decisione dalle senatrici del Pd.
11.39 – Il presidente del Consiglio Mario Draghi è alla Camera per consegnare il testo del discorso con le linee programmatiche del suo governo. Entrando a Montecitorio si è limitato a un ‘buongiorno’ ai giornalisti in attesa.
11.35 – “Più salute e meno tasse, più rimpatri e meno burocrazia, più cantieri e meno sprechi, responsabilità e rispetto nei confronti delle future generazioni, orgoglio di essere italiani. Ottimo punto di partenza, nel nome dell’efficienza, della trasparenza e del cambiamento. La Lega c’è”. Lo dice il leader della Lega Matteo Salvini, commentando l’intervento programmatico del premier Mario Draghi in Senato.
11.20 – “Tra oggi e domani le Camere saranno impegnate nelle votazioni di fiducia al nuovo governo guidato dal Presidente Draghi. Al termine di tali procedure, previste dall’articolo 94 della nostra Costituzione, mi rivolgerò doverosamente, ai Presidenti di Senato e Camera affinché, nelle loro prerogative, procedano alle verifiche conseguenti ai probabili mutamenti degli equilibri parlamentari che possono impattare sulla composizione del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica lasciando a loro la corretta interpretazione della legge 124/2007 e del suo originale spirito applicativo”. Così in una nota il presidente del Copasir Raffaele Volpi (Lega).
11.16 – La parola ‘pandemia’ che risuona in Aula ben 20 volte, la più usata da Mario Draghi, poi ‘paese’ (18), e infine ‘programma’, usata per 14 volte. Sono questi i tre sostantivi usati con più frequenza dal premier, nel suo intervento in Senato. Poi, nel tag cloud del presidente del consiglio, ‘cittadini’ e ‘governo’, termini usati entrambi per 12 volte, poi a quota 10 ‘donne’, ‘europea’, ‘sistema’, investimenti’. Nove volte, infine, Draghi usa la parola ‘giovani’, ‘italiani’ e ‘lavoratori’. Draghi, nel suo speech, ha usato in totale 1.893 parole. Lo scorso 18 gennaio, l’allora premier Giuseppe Conte, nel suo discorso per la fiducia alla Camera, aveva fatto ricorso, in particolare, al sostantivo ‘governo’ (30), il verbo ‘abbiamo’ (31). E poi ‘politica’ (23).
11.15 – “Mi dite quando posso sedermi?”. Al termine del suo intervento in Senato, Mario Draghi indugia sulle regole del protocollo di palazzo Madama. Il premier aveva appena finito il suo discorso ma, evidentemente, non era gli era stata data una particolare indicazione sui tempi e modi dell’aula. Così si è rivolto ai ministri, in particolare a Giancarlo Giorgetti, per chiedere ‘lumi’. A quel punto, è stata la presidente del Senato Elisabetta Casellati ad annunciare la pausa dei lavori e la chiusura della seduta.
11.12 – Standing ovation dell’aula del Senato quando Mario Draghi ha terminato il suo discorso sulla fiducia a palazzo Madama. I senatori che lo sostengono, la grande parte dell’emiciclo, si sono alzati in piedi e hanno riservato un lungo applauso al premier.
11.05 – “Il riscaldamento del pianeta ha effetti diretti sulle nostre vite e sulla nostra salute, dall’inquinamento, alla fragilità idrogeologica, all’innalzamento del livello dei mari che potrebbe rendere ampie zone di alcune città litoranee non più abitabili. Lo spazio che alcune megalopoli hanno sottratto alla natura potrebbe essere stata una delle cause della trasmissione del virus dagli animali all’uomo. Come ha detto papa Francesco ‘Le tragedie naturali sono la risposta della terra al nostro maltrattamento. E io penso che se chiedessi al Signore che cosa pensa, non credo mi direbbe che è una cosa buona: siamo stati noi a rovinare l’opera del Signore'”. Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nelle dichiarazioni programmatiche al Senato.
10.56 – “Non solo dobbiamo tornare rapidamente a un orario scolastico normale, anche distribuendolo su diverse fasce orarie, ma dobbiamo fare il possibile, con le modalità più adatte, per recuperare le ore di didattica in presenza perse lo scorso anno, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno in cui la didattica a distanza ha incontrato maggiori difficoltà”. Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nelle dichiarazioni programmatiche al Senato. “Occorre rivedere -ha proseguito il premier- il disegno del percorso scolastico annuale. Allineare il calendario scolastico alle esigenze derivanti dall’esperienza vissuta dall’inizio della pandemia. Il ritorno a scuola deve avvenire in sicurezza. È necessario investire in una transizione culturale a partire dal patrimonio identitario umanistico riconosciuto a livello internazionale”.
10.55 – “Siamo una grande potenza economica e culturale. Mi sono sempre stupito e un po’ addolorato, in questi anni, nel notare come spesso il giudizio degli altri sul nostro Paese sia migliore del nostro. Dobbiamo essere più orgogliosi, più giusti e più generosi nei confronti del nostro Paese. E riconoscere i tanti primati, la profonda ricchezza del nostro capitale sociale, del nostro volontariato, che altri ci invidiano”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Mario Draghi, nelle comunicazioni in Aula al Senato per il voto di fiducia.
10.49 – “Sono a favore del presidente Mario Draghi, lo sosterrò e sosterrò le scelte che farà in futuro”. Lo ha dichiarato il senatore Umberto Bossi, presidente federale della Lega.
10.45 – Il premier Mario Draghi nel suo intervento in aula al Senato cita esplicitamente “l’irreversibilità” della scelta dell’euro. Accanto a lui, il ministro Giancarlo Giorgetti mostra di cogliere l’importanza del passaggio che sembra una replica solenne a quanto detto dal leader della Lega Matteo Salvini sulla valuta europea (“solo la morte è irreversibile”), e se dietro la mascherina non è facile cogliere l’espressione del viso, Giorgetti con le mani che si intrecciano sembra far capire che il riferimento ha un peso che mette fine a ogni discussione. Successivamente, è sempre il ministro dello Sviluppo economico a soccorrere il presidente del Consiglio sul numero effettivo dei ricoverati in terapia intensiva a causa del covid.
10.42 – Posti in piedi per i ministri del governo Draghi al Senato per il discorso di fiducia del neo presidente del Consiglio. Dei 23 ministri, solo 13 hanno trovato spazio intorno al premier nei banchi del governo di palazzo Madama. Alla destra di Draghi c’è Giancarlo Giorgetti, alla sinistra Stefano Patuanelli. Spicca, seduto proprio davanti al premier, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli.
Nei banchi del governo hanno trovato spazio Lorenzo Guerini, Roberto Speranza, Renato Brunetta, Elena Bonetti, Fabiana Dadone, Enrico Giovannini, Mara Carfagna, Luciana Lamorgese, Daniele Franco, Erika Stefani.
10.37 – “Nel ringraziare, ancora una volta il presidente della Repubblica per l’onore dell’incarico che mi è stato assegnato, vorrei dirvi che non vi è mai stato, nella mia lunga vita professionale, un momento di emozione così intensa e di responsabilità così ampia”. Così il presidente del Consiglio Mario Draghi, nelle comunicazioni in Aula al Senato per il voto di fiducia.
10.35 – “Si è detto e scritto che questo governo è stato reso necessario dal fallimento della politica. Mi sia consentito di non essere d’accordo. Nessuno fa un passo indietro rispetto alla propria identità ma semmai, in un nuovo e del tutto inconsueto perimetro di collaborazione, ne fa uno avanti nel rispondere alle necessità del Paese, nell’avvicinarsi ai problemi quotidiani delle famiglie e delle imprese che ben sanno quando è il momento di lavorare insieme, senza pregiudizi e rivalità”. Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nelle sue dichiarazioni programmatiche al Senato.
10.29 – Mario Draghi cita Giuseppe Conte nel suo discorso sulla fiducia al Senato e la reazione dell’aula di palazzo Madama è duplice. I senatori della ex maggioranza, Pd, M5s e Leu, battono le mani convinti e i 5 stelle si alzano anche in piedi. Ma dall’emiciclo si sente anche, distinto, qualche ‘buuu’ di protesta al nome dell’ex premier.
10.28 – “Prima di illustrarvi il mio programma, vorrei rivolgere un altro pensiero, partecipato e solidale, a tutti coloro che soffrono per la crisi economica che la pandemia ha scatenato, a coloro che lavorano nelle attività più colpite o fermate per motivi sanitari. Conosciamo le loro ragioni, siamo consci del loro enorme sacrificio e li ringraziamo. Ci impegniamo a fare di tutto perché possano tornare, nel più breve tempo possibile, nel riconoscimento dei loro diritti, alla normalità delle loro occupazioni”. Così il premier Mario Draghi, in Aula al Senato per il voto di fiducia.
10.26 – “Un esecutivo come quello che ho l’onore di presiedere è semplicemente il governo del Paese, non ha bisogno di un aggettivo che lo definisca”. Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nelle sue dichiarazioni programmatiche al Senato.
10.24 – “Il primo pensiero che vorrei condividere nel chiedere la vostra fiducia riguarda il principale dovere a cui siamo chiamati tutti, io per primo”, che è quello della “responsabilità nazionale, è di combattere con ogni mezzo la pandemia e di salvaguardare le vite dei nostri concittadini. Una trincea dove combattiamo tutti insieme. Il virus è nemico di tutti”. Così il premier Mario Draghi, prendendo la parola in Aula al Senato.
10.20 – Italiani sempre più attenti alle tematiche ambientale tanto che oltre il 50% accoglie favorevolmente l’istituzione del ministero della Transizione ecologica; mentre risulta contrario appena il 3,1% della popolazione. E’ quanto emerge da un’indagine commissionata da Facile.it agli istituti di ricerca MuP Research e Norstat, svolta tra il 15 ed il 16 febbraio, che ha interessato un campione di 1.005 individui in età compresa fra 18 e 74 anni. Dall’indagine, però, appare chiaro come la funzione del nuovo dicastero non sia stata finora adeguatamente spiegata tanto è vero che, alla domanda ‘Il nuovo governo appena formato da Mario Draghi ha istituito un ministero denominato della transizione ecologica; cosa pensa della istituzione di questo nuovo ministero?’ ben il 31,5% dei rispondenti dichiara di non averne capito la funzione.
10.10 – Blindati, per il voto di fiducia al governo Draghi, il transatlantico e la buvette, lo storico bar del Senato, oggi aperto ai soli senatori e chiuso ai cronisti parlamentari. Anche i distributori che da qualche mese sono stati posizionati in transatlantico, il salone dove solitamente si intrattengono politici e giornalisti, non sono accessibili se non ai parlamentari. “L’altra volta si è parlato di una ‘tonnara’, bene oggi evitiamo…”, spiega un commesso allontanando due giornalisti.
9.58 – Il presidente del Consiglio Mario Draghi è arrivato al Senato, dove a breve inizieranno le comunicazioni per il voto di fiducia.
9.56 – “Siamo qua a fare gli interessi del popolo italiano, fortunatamente è passato il tempo dei Ciampolilli”. Lo dice Matteo Salvini, entrando al Senato. “Questa è un’era di transizione, ma di cambiamento”, conclude il leader della Lega.
9.55 – “Voteremo no alla fiducia al governo Draghi perché in campagna elettorale avevamo promesso ai nostri elettori che non ci saremmo alleati né con il Pd né con il M5S. E Fratelli d’Italia fa della coerenza una bandiera, un valore”. Lo ha detto il capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato, Luca Ciriani, in collegamento con Radio Anch’io. “Piuttosto assistiamo a un bizzarro dibattito nel Paese secondo il quale chi come i Cinquestelle si sono alleati con chiunque in questa legislatura sarebbero una forza politica matura, mentre chi come FdI ha deciso di non tradire il mandato elettorale è considerato vecchio e inadeguato. Ecco, noi non accettiamo lezioni e siamo fieri della nostra scelta, quella di votare no ad un governo che ha già tradito le attese, dove la sinistra è azionista della maggioranza all’interno di un Esecutivo che ha fatto della continuità il suo marchio. Non è un caso che Roberto Speranza continui a fare danni al ministero della Salute, così come il commissario Arcuri”, conclude.
9.50 – “Al 99% non voto sì al governo Draghi, dopo la virgola può aggiungere un altro 99…”. Così il senatore M5S Nicola Morra all’Adnkronos. “In base a quello che audirò in Aula, in base alle parole di Draghi, deciderò poi se astenermi o votare contro”.
9.40 – “Se è una proposta che possa ipotizzare una federazione, una sorta di nuovo modello per condividere alcune strategie, io ritengo che sia una cosa positiva. Altrimenti se i leader, Berlusconi e Salvini, capiranno che c’è sostanzialmente un tentativo di imbrigliare quello che il governo potrà fare per dare delle risposte vere agli italiani allora, in quel caso, sarà una situazione totalmente diversa”. Queste Lo ha affermato Alessandro Morelli, parlamentare della Lega, ospite di ‘Agorà’ su Raitre, a proposito della proposta di intergruppo parlamentare del centrodestra lanciata da Giorgia Meloni.
9.10 – “Non potendo essere presente al dibattito sulla fiducia per ragioni di salute, desidero esprimere il mio convinto sostegno alla scelta del Presidente Mattarella per un governo presieduto da Mario Draghi, e sostenuto con intento unitario da un ampio arco di forze politiche”. Lo sottolinea il Presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, in un intervento su ‘La Stampa’. “Il presidente Draghi -prosegue l’ex Capo dello Stato- ritengo saprà affrontare i complessi compiti che lo attendono, forte del consenso del Paese che di certo verrà confermato in Parlamento. Lo stretto legame con l’Europa e l’alta considerazione internazionale consentiranno al nuovo governo di gestire al meglio la lotta alla pandemia, con una efficace campagna vaccinale, e di dare impiego proficuo alle risorse europee per programmi e investimenti in grado di affrontare i gravi problemi dell’Italia, in quel percorso di crescita economica e di progresso sociale e civile che tutti auspichiamo”.
8.45 – “Se Pd, M5S e Leu hanno formato un intergruppo parlamentare per coordinare la loro attività nella maggioranza a sostegno di Draghi, evidentemente contro gli altri partiti che sostengono il governo, allora penso che anche il centrodestra debba dotarsi di un suo intergruppo per portare avanti il programma elettorale comune. E che sia utile farlo nonostante il diverso posizionamento attuale dei partiti della coalizione. Formulerò questa proposta a Salvini e Berlusconi e mi auguro possa essere accolta”. Lo annuncia Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia.
8.15 – Voterà la fiducia all’esecutivo guidato da Mario Draghi “e non perché questo sia il migliore dei governi possibili, ma perché è l’unico che si è riuscito a formare e le persone fuori hanno bisogno che cominci a lavorare. Si è perso anche troppo tempo”. Quanto ai Cinquestelle “il Movimento è come un adolescente che sta crescendo. I vestiti vecchi non gli vanno più, deve cambiarli adesso. Rinascere, rifondarsi, con una nuova guida e una nuova organizzazione”. E Giuseppe Conte “può darci una mano a ricostruire i 5 stelle con regole nuove, ma non deve passare troppo tempo. Il momento è adesso”. Lo dice l’ex ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, in un’intervista a ‘La Repubblica’.
7.55 – “Il Pd si muoverà con un doppio passo: stare senza riserve e con l’’ansia del fare’ a sostegno del lavoro di Draghi, proponendo tuttavia, nello stesso tempo, un confronto parlamentare costituente. Per lavorare insieme a quelle riforme istituzionali ed elettorali necessarie a rendere più stabile e rappresentativa l’impalcatura della democrazia italiana ed anche la sua forma di governo”. Lo scrive il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, in un intervento su ‘La Repubblica’.
7.10 – Con l’arrivo di Mario Draghi a Palazzo Chigi “si vede un cambio che porta al potere un uomo competente con una squadra di grande qualità e, soprattutto, con un sostegno larghissimo. Per chi è fuori dall’Italia, tutto questo fa pensare a una prospettiva positiva in questa fase così difficile”. Lo sottolinea in un’intervista al ‘Corriere della Sera’ Sylvie Goulard, vicegovernatrice della Banca di Francia, componente del gruppo dei saggi del Quirinale per il trattato franco-italiano. Quanto alle polemiche sulla bassa rappresentanza femminile nell’esecutivo, osserva, “il gruppo di esperti guidato da Vittorio Colao aveva indicato tre aree per rafforzare l’economia: digitale e innovazione, politiche per l’ambiente, ma la terza area era la parità di genere e l’inclusione”. Per la Goulard questa “analisi mi pare corretta. Si dice che fra le ragioni della bassa crescita in Italia ci sono il tasso di natalità in declino e il fatto che una parte dei talenti e delle capacità intellettuali e di lavoro del Paese non sia usato al massimo, dato il tasso contenuto di occupazione femminile”.
7.05 – “Per me è stato ovvio che lui accettasse perché la passione politica l’ha sempre avuta, la situazione è drammatica, è u n cittadino serio. La cosa non mi ha sorpreso e direi che è un’accettazione che ha più un carattere etico che politico”. Lo ha detto Romano Prodi a Cartabianca su Mario Draghi. Una scelta sulla quale Draghi “non aveva e non ha alcuna convenienza. Io gli auguro successo ma non che lui avesse bisogno di completare il suo curriculum con la presidenza del Consiglio in Italia. C’è un emergenza e lui ha detto ‘io ci sto'”.
06.55 – “Nessuno di noi affronta questa esperienza urlando un sì con entusiasmo”. Così, secondo quanto apprende l’Adnkronos, il capo politico M5S Vito Crimi, aprendo l’assemblea dei deputati 5 Stelle alla vigilia del voto di fiducia al Senato sul governo Draghi. “Abbiamo tutti compreso che siamo in una situazione emergenziale… abbiamo risposto all’appello di Mattarella rivolto a tutte le forze politiche, in nome dell’unità. A differenza degli altri non ci siamo limitati ad accogliere l’appello, ma abbiamo posto una forte condizione: quella che questo governo avesse come obiettivo, come tema centrale, la transizione ecologica”, ha aggiunto.
6.50 – Prima prova in Aula per Mario Draghi, oggi al Senato per il voto di fiducia al governo. A partire dalle 10, il premier terrà infatti le sue dichiarazioni programmatiche, al termine delle quali si recherà a Montecitorio per consegnare il suo testo. Dalle 12.30 in Senato sono previste 6 ore e 40 di dibattito, dalle 19 alle 20 l’ultima sanificazione, quindi replica e dichiarazioni di voto dalle 20. Il voto si terrà infine a partire dalle 22, con la ‘chiama’ dei senatori.
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