Migranti in Albania, il governo valuta un nuovo decreto per sbloccare i centri
Dopo il terzo stop della magistratura, si studia una norma per trasformare gli hotspot in Cpr
Il governo sta cercando una soluzione normativa per superare il blocco imposto dalla magistratura sulla gestione dei migranti nei centri costruiti in Albania. Dopo il vertice politico di venerdì scorso, ieri a Palazzo Chigi si è tenuta una riunione tecnica per definire un provvedimento che garantisca il funzionamento delle strutture di Gjadër e Shengjin, realizzato grazie all’accordo tra il premier Giorgia Meloni e il primo ministro albanese Edi Rama.
Tra le ipotesi in discussione c’è la trasformazione dei due hotspot in Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr), destinati a migranti irregolari già presenti in Italia e destinatari di espulsione. Questa soluzione permetterebbe di evitare una modifica del trattato con l’Albania, considerata complessa anche per via delle elezioni albanesi previste l’11 maggio. Tuttavia, rimangono dubbi interni al governo sull’eventualità di affidare la gestione dei centri alla giurisdizione albanese, operazione che richiederebbe un nuovo accordo con Tirana.
L’obiettivo dell’esecutivo è trovare una soluzione che consenta di aggirare le criticità emerse finora senza dover rinegoziare il protocollo con Rama, ma la strada appare ancora incerta.
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(con fonte AdnKronos)
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