Israele intensifica l’offensiva a Jenin: colpiti obiettivi militanti, Hamas chiama alla mobilitazione
Operazione “Muro di Ferro” nel nord della Cisgiordania: Netanyahu e il ministro Katz ribadiscono l’obiettivo di sradicare il terrorismo
Israele ha avviato un’importante operazione militare nella città cisgiordana di Jenin, descritta come una mossa strategica per contrastare l’espansione del terrorismo nella regione. Denominata “Muro di Ferro”, l’azione congiunta delle forze di difesa israeliane (Idf) e dello Shin Bet è diretta a eliminare militanti e distruggere infrastrutture terroristiche, con l’obiettivo dichiarato di garantire maggiore sicurezza in Giudea e Samaria.
Il contesto dell’operazione
Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha sottolineato che questa operazione riflette una “lezione chiave” appresa dai raid nella Striscia di Gaza: prevenire la formazione di nuove roccaforti del terrorismo. “Non permetteremo alle armi iraniane o all’Islam radicale sunnita di minacciare i coloni o creare un nuovo fronte del terrore a est di Israele”, ha dichiarato Katz in un comunicato riportato da Ha’aretz.
Durante l’operazione, le Idf hanno colpito oltre dieci obiettivi militanti attraverso attacchi aerei e operazioni di terra, neutralizzando diversi ordigni esplosivi. Il ministero della Sanità palestinese ha segnalato almeno nove morti, più un decimo in un villaggio vicino.
Dichiarazioni di Netanyahu e reazioni di Hamas
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha definito l’operazione un passaggio fondamentale per garantire la sicurezza della regione, specificando che l’azione si inserisce in un piano più ampio contro l’influenza iraniana: “Agiamo risolutamente contro l’asse iraniano, sia a Gaza, Libano, Siria, Yemen o Giudea e Samaria”.
Hamas ha reagito con un appello alla mobilitazione generale in Cisgiordania, invitando la popolazione palestinese a intensificare gli scontri con le forze israeliane per contrastare “la vasta aggressione sionista contro Jenin”.
Possibili sviluppi internazionali
Nel frattempo, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato che sta considerando una visita in Medio Oriente, sottolineando il suo ruolo nel ritorno di ostaggi americani. Parlando dalla Casa Bianca, Trump ha attribuito il merito di questi successi alla sua amministrazione, criticando l’operato del suo predecessore.
“La recente morte di ostaggi non sarebbe mai avvenuta sotto la mia guida”, ha affermato, aggiungendo che la situazione attuale riflette errori gestionali precedenti.
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(con fonte AdnKronos)
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