Clima e salute, il ruolo delle foreste
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L’importanza delle foreste, della loro conservazione e del loro ripristino, per mitigare i cambiamenti climatici e per garantire la fornitura dei servizi ecosistemici essenziali che queste offrono. Questi i temi al centro del convegno internazionale ‘Global Forest and Tree Restoration’ presso l’Accademia nazionale dei Lincei a Roma, una due giorni di dibattito per analizzare lo stato delle conoscenze e le esperienze acquisite e per gettare le basi di uno sforzo internazionale per la protezione di questi preziosi ecosistemi.
Nell’introduzione di Giuseppe Scarascia Mugnozza (Accademia Nazionale delle Scienze detta dei XL, University of Tuscia) e Danilo Mollicone (Fao), i due esperti fanno il punto sul ritmo di deforestazione. “Attualmente, le foreste coprono il 30% della superficie terrestre, pari a 3,9 miliardi di ettari, circa 2 miliardi di ettari in meno rispetto alla loro massima espansione, di circa 6 miliardi di ettari, raggiunta circa 10mila anni fa, dopo l’ultima era glaciale e prima della Rivoluzione agricola, e la prima azione di deforestazione. La deforestazione ha assunto attualmente ritmi elevati: ogni anno si perdono 12 milioni di ettari di foreste, soprattutto negli ambienti tropicali (Africa, America Latina, Sud-est asiatico) ma anche nelle regioni temperate e boreali. Queste perdite sono solo parzialmente compensate dalla riforestazione che ogni anno interessa circa 5 milioni di ettari, con una riduzione netta della copertura forestale pari a circa 8 milioni di ettari”, spiegano gli esperti.
Centrale il nesso tra foreste e cambiamento climatico grazie al ruolo cruciale di questi ecosistemi nella mitigazione del carbonio, attraverso il suo sequestro nella biomassa e nel suolo e il potenziale di stoccaggio nel legname da costruzione.
Capitolo benessere. Gemma Calamandrei (Istituto Superiore di Sanità) ricorda il rapporto tra foreste e salute e il paradigma One Health, “un approccio integrato e unificante che riconosce come la salute degli esseri umani, degli animali, delle piante e degli ecosistemi sia strettamente interconnessa e interdipendente”.
“Il rapporto con la natura e i suoi ritmi, indissolubilmente legato alla storia evolutiva della specie umana, è sempre più riconosciuto come un’importante risorsa per la salute psicofisica – osserva – Un settore di ricerca emergente si occupa degli effetti benefici dell’immersione in ambienti naturali, o almeno in una nicchia ecologica caratterizzata da una quantità sufficiente di stimoli di tipo naturale, tali da innescare reazioni mentali e corporee adeguate. In particolare, la frequentazione all’interno di boschi e aree naturali sta assumendo un ruolo centrale, a livello internazionale, come pratica di promozione della salute. La raccolta di evidenze scientifiche sui meccanismi fisiologici coinvolti nella potenziale ‘produzione di salute’ da parte degli ambienti forestali è un prerequisito per promuovere pratiche come la terapia forestale nella popolazione generale e per integrarla nelle politiche sanitarie radicate nell’approccio One Health. L’avanzamento delle conoscenze in questo settore può avere effetti positivi anche sulla conservazione di preziose risorse naturali e sulla tutela della biodiversità”.
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(AdnKronos)
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