Israele ha distrutto impianto nucleare in Iran con attacco 25 ottobre
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Raid a Parchin: attacco mirato all’impianto Taleghan 2, simbolo del programma nucleare iraniano
Israele avrebbe lanciato un attacco devastante contro il complesso militare di Parchin, in Iran, il 25 ottobre scorso, colpendo e distruggendo completamente l’impianto nucleare segreto Taleghan 2. Questo sito era utilizzato per sviluppare esplosivi avanzati nell’ambito del controverso programma nucleare iraniano. Fonti statunitensi e israeliane confermano che l’operazione, rimasta segreta fino ad ora, è stata una risposta diretta a un attacco iraniano sferrato il primo ottobre contro obiettivi israeliani.
Le immagini satellitari pubblicate da analisti militari mostrano danni significativi e la completa inoperabilità dell’impianto. Taleghan 2, che negli anni recenti era stato dichiarato chiuso dalle autorità iraniane, era in realtà operativo sotto copertura. La sua distruzione rappresenta un colpo significativo agli sforzi di Teheran per avanzare nel suo programma nucleare, che Israele e i suoi alleati ritengono finalizzato alla creazione di armi atomiche.
Retroscena e reazioni internazionali
Israele e Stati Uniti monitoravano da mesi il complesso di Parchin, sospettando attività clandestine. Già a giugno, funzionari americani avevano avvertito Teheran del rischio di ritorsioni se il sito fosse stato riattivato. L’attacco del 25 ottobre, tuttavia, segna un’escalation significativa, evidenziando la volontà israeliana di agire preventivamente contro qualunque minaccia.
La risposta iraniana non si è fatta attendere: il governo di Teheran ha denunciato l’attacco come un’aggressione illegittima, minacciando ritorsioni contro Israele e i suoi alleati. Intanto, le tensioni tra i due Paesi si riflettono anche in altri teatri: la milizia libanese Hezbollah, sostenuta dall’Iran, ha intensificato gli attacchi contro Israele, provocando scontri lungo il confine settentrionale.
Crisi a Gaza e mediatori internazionali
Parallelamente, prosegue la crisi a Gaza. Israele ha eliminato Alkaman Abd as-Salam Khalil Anbar, un comandante chiave della Jihad islamica, considerato responsabile di numerosi attacchi contro civili israeliani. In risposta, Hamas ha dichiarato la propria disponibilità a negoziare un cessate il fuoco, a patto che la comunità internazionale faccia pressioni su Israele per fermare le incursioni militari.
Anche il fronte diplomatico è in movimento. Gli Stati Uniti stanno cercando di mediare tra le parti, mentre la Russia si è offerta di facilitare il rilascio degli ostaggi detenuti da Hamas. Tra questi figura Sasha Troufanov, cittadino russo-israeliano, il cui appello per la liberazione è stato diffuso in un video inviato ai mediatori internazionali.
Escalation e possibili sviluppi
Con l’operazione di Parchin, Israele ha voluto mandare un segnale chiaro sull’intolleranza verso le ambizioni nucleari iraniane. Tuttavia, l’attacco potrebbe alimentare ulteriormente le tensioni, spingendo l’Iran a intensificare il sostegno alle milizie nella regione.
Il rischio di un conflitto su vasta scala resta alto, con il Medio Oriente in una situazione di precario equilibrio. Mentre Israele continua le operazioni su più fronti, la comunità internazionale osserva con apprensione, cercando di evitare che la crisi sfugga completamente al controllo.
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(con fonte AdnKronos)
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