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Cinque milioni di dosi del vaccino AstraZeneca contro il Covid sono previste per l’Italia nel primo trimestre 2021 e 20 milioni nel secondo. “Ribadisco il nostro impegno totale a fornire le quantità che abbiamo previsto all’Unione Europea. Nel caso dell’Italia si tratta di 5 milioni nel primo trimestre e 20 milioni nel secondo trimestre. Sono quantità che possono essere anche importate da altri Paesi e attualmente stiamo cercando di ottimizzare la nostra catena di produzione con tutti gli impianti che abbiamo nel mondo” sottolinea Lorenzo Wittum, Ad di AstraZeneca Italia, in un’intervista a ClassCnbc.

“A febbraio abbiamo già consegnato – fa il punto Wittum – più di 1,5 milioni di dosi: stiamo lavorando giorno e notte per gestire l’impegno che abbiamo di questa produzione. Voglio ricordare che la produzione di un prodotto biologico come un vaccino è un processo complesso, la produttività sta aumentando ma siamo attualmente senza stop di sicurezza. Ogni dose che viene prodotta la mettiamo direttamente sul mercato. Però ci sono più di 100 test di qualità che facciamo su ogni lotto e quindi basta il ritardo di una test per far sì che la data possa variare, possa variare il volume, però il nostro impegno rimane quello detto in precedenza”.

Inoltre, “capiamo perfettamente la decisione” presa dal Governo italiano di bloccare l’export di 250mila dosi di vaccino AstraZeneca dirette in Australia, “vista anche la situazione che abbiamo in Europa” afferma ancora Wittum, spiegando ai microfoni dell’emittente che cosa è successo. “Astrazeneca ha un contratto datato estate 2020 con l’Australia in cui c’è scritto chiaramente che, nel secondo trimestre dell’anno, ci sarà una produzione locale in Australia mentre nel primo trimestre la fornitura potrà avvenire da altri Paesi, incluso l’Europa. Per questa ragione – prosegue Wittum – la società ha dovuto chiedere ai siti di produzione europea quest’esportazione di 250.000 dosi. Tecnicamente, visto che il prodotto finito si fa in Italia (Catalent ad Anagni), l’autorizzazione doveva essere fatta dall’Italia”.

AstraZeneca è poi disposta a cedere la propria competenza tecnologica per produrre il vaccino in stabilimenti che non sono suoi, fa sapere Wittum. “La grande maggioranza dei nostri stabilimenti sono stabilimenti dei partner ai quali abbiamo fatto il cosiddetto trasferimento tecnologico. Cosa vuol dire? Mettere in condizione i partner di produrre secondo il processo che abbiamo disegnato”.

“Per far sì che possiamo incontrare questi partner abbiamo bisogno di due elementi – spiega Wittum – Una capacità tecnica di produrre in grandi bioreattori, che tecnicamente si chiama processo di produzione in virus vivo: quindi non è un virus batterico, e ci vuole una certa capacità tecnica iniziale. Secondo: abbiamo bisogno di grandi volumi, cerchiamo partner in grado di produrre decine di milioni di dosi al mese visto il nostro impegno che abbiamo di produrre tre miliardi di dosi durante tutto il 2021 per tutto il mondo”.

L’Ad di AstraZeneca dà infine “il benvenuto all’iniziativa del Governo italiano”, che ha annunciato uno stanziamento di mezzo miliardo per creare un polo che possa produrre i vaccini nel nostro Paese. “Siamo a disposizione per verificare che ci siano dei partner in grado di soddisfare questa necessità”.

(AdnKronos)

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