Russia, è allarme Navalny: collaboratori, condizioni gravi di salute
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I collaboratori di Aleksei Navalny lanciano l’allarme per le condizioni di salute del dissidente in carcere oramai da più di due anni. “Stanno cercando di ucciderlo, è evidente. Questa volta lo stanno facendo molto molto lentamente”, ha affermato la sua portavoce, Kira Yarmish. Dal suo trasferimento nella colonia penale IK-6 di Melekhovo, è dimagrito ancora – perde quasi 3,5 chili ogni 10 giorni passati in cella di isolamento, dove ne ha già trascorsi 15 – e la sua salute risente della deprivazione del sonno e agli altri abusi a cui è sottoposto da parte delle autorità carcerarie.
E’ stato già messo in cella di isolamento (la Shizo), uno spazio di due metri e mezzo per tre, dieci volte. Nella cella di isolamento ha una tazza e un libro, una latrina, e una branda piegata durante il giorno. Ha a disposizione 35 minuti al giorno con carta e penna, per poter scrivere. Il suo vicino di cella è un paziente psichiatrico che urla costantemente e che quindi non lo lascia dormire. Ed è stato costretto a intentare una causa per ottenere degli stivali invernali.
Centinaia di medici, avvocati e parlamentari russi hanno firmato una lettera aperta in cui sollecitano la fine dei maltrattamenti nei suoi confronti, dopo che gli sono state negate cure mediche o il ricovero in clinica, e perfino il diritto a sdraiarsi durante il giorno, quando di recente ha avuto la febbre.
Navalny sconta una condanna di 11 anni e mezzo per frode e per aver violato la libertà condizionale, dopo processi politicamente motivati. E dovrà affrontare altre accuse. Le foto che pubblica sul suo account Instagram sono, scrive il Washington Post, l’evo di Una giornata di Ivan Denisovic, il diario del gulag di Aleksandr Solgenitsyn.
La negazione delle cure mediche di cui ha bisogno è “assolutamente inaccettabile”, ha dichiarato Alexander Polupan, il medico di Mosca che ha aiutato l’evacuazione del dissidente in Germania, dopo il suo avvelenamento con il Novichok. Lo scorso settembre ha perso il diritto a comunicare in via confidenziale con il suo avvocato dopo aver violato “in modo persistente” le norme, vale a dire, per essersi lavato le mani sei minuti prima dell’orario predisposto o essersi aperto il primo bottone della camicia.
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(AdnKronos)
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