Chi è Dugin ideologo di Putin mentre Ucraina si smarca da accuse attentato
Indicato come il “Rasputin di Putin” o “il cervello di Putin”, da molti in questi mesi il filosofo ed ideologo Alexander Dugin, la cui figlia Darya la notte scorsa è rimasta uccisa in un’esplosione che, secondo alcuni, aveva lui come obiettivo, da molti è stato considerato l’autore de facto della strategia in Ucraina del presidente russo. Non ha mai ricoperto una posizione ufficiale nel governo russo, ed ha avuto in passato incarichi accademici e di capo redattore di Tsargrad TV, fervente emittente filo-Putin, mantenendo sempre il massimo riserbo sul suo legame con Putin. Ma è evidente che il suo linguaggio e la sua retorica, intrisa di sovranismo e occultismo di estrema destra, sono stati da tempo adottati dal Cremlino.
Nato nel 1962 nella famiglia di un ufficiale dell’allora intelligence sovietico, Dugin, che iniziò la sua carriera come giornalista di un giornale di estrema destra Den su cui nel 1991 pubblicò il manifestò “La grande guerra dei continenti” in cui presentava la visione di una Russia come “una Roma eterna” in lotta contro l’individualistico e materialistico Occidente “eterna Cartagine” – viene considerato il fondatore del movimento dell’euranesimo con l’obiettivo di creare una super potenza euroasiatica attraverso l’integrazione dell’ex repubbliche sovietiche in un’unione euroasiatica.
La figlia Dugina, nata nel 1992, era laureata in filosofia all’università statale di Mosca. Scriveva per Tsargard e Rt, testate filo Cremlino, con lo pseudonimo di Darya Platonova. Era uno degli autori del “libro di Z” sull’invasione russa dell’Ucraina di prossima pubblicazione. Il 4 luglio era stata inserita nella lista dei sanzionati dal Regno Unito.
DA MOSCA ACCUSANO UCRAINI
“L’Ucraina non ha niente a che vedere” con l’attentato in cui è rimasta uccisa la figlia dell’ideologo di Putin, Alexander Dugin, che sarebbe stato secondo alcune fonti l’obiettivo dell’attacco. Lo afferma il consigliere della presidenza ucraina, Mykhailo Podolyak, difendendosi dalle accuse che vi sia la mano di Kiev dietro all’esplosione in cui è morta la notte scorsa la 29enne Darya Dugina ed affermando che “noi non siamo uno stato terrorista”.
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(AdnKronos)
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