
Caso Garlasco, la Cassazione conferma la semilibertà per Alberto Stasi
Rigettato il ricorso della Procura di Milano. Intanto prosegue l’incidente probatorio sulla ‘traccia 10’ e le nuove analisi genetiche
La Prima Sezione penale della Corte di Cassazione ha confermato oggi la misura alternativa della semilibertà per Alberto Stasi, rigettando il ricorso presentato dalla Procura generale di Milano contro l’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza che, lo scorso 9 aprile, aveva accolto la richiesta dell’ex studente bocconiano condannato in via definitiva per l’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco.
Nuove indagini: riflettori sulla ‘traccia 10’ e i profili genetici
Parallelamente, prosegue la nuova inchiesta della Procura di Pavia, che ipotizza un concorso nell’omicidio e vede indagato Andrea Sempio, amico del fratello della vittima. Le ultime analisi però complicano ulteriormente il quadro: secondo quanto appreso da Adnkronos, la ‘traccia 10’ rilevata sulla parte interna della porta d’ingresso della villetta, così come molte delle circa 60 impronte repertate nel 2007, contiene un quantitativo di DNA talmente ridotto da non permettere l’identificazione di un profilo genetico.
Quella traccia, secondo l’attuale ricostruzione accusatoria, sarebbe stata lasciata dall’assassino mentre usciva dalla casa con le mani sporche di sangue. Tuttavia, l’assenza di sangue sull’impronta e l’esito negativo dell’OBTi test — che sarà ripetuto su richiesta della difesa — ridimensionano la portata dell’ipotesi investigativa.
La spazzatura di via Pascoli e la colazione mancata
Nel frattempo, restano oggetto di verifica anche i materiali raccolti nei sacchetti della spazzatura conservati nella villetta di via Pascoli. Le analisi, che saranno al centro dell’udienza dell’incidente probatorio in programma il 4 luglio, hanno rilevato la presenza del DNA di Stasi sulla cannuccia di una confezione di Estathè. Altri reperti, tra cui un sacchetto di cereali e vasetti di Fruttolo, riportano invece solo tracce della vittima.
Al momento, l’ipotesi della procura secondo cui Chiara Poggi avrebbe consumato la colazione insieme ai suoi assassini non trova alcuna conferma concreta nelle risultanze genetiche.
Impronte insanguinate e analisi dei tamponi
Nel prossimo confronto tra periti e consulenti, verranno analizzati anche i tamponi prelevati dal corpo della giovane — finora giudicati non rilevanti — e un frammento del tappetino del bagno sul quale l’assassino lasciò le impronte di una suola insanguinata a pallini. Queste impronte sono state associate a una scarpa numero 42 della marca Frau, la stessa calzata da Stasi.
Lo snodo centrale: i due DNA maschili sotto le unghie di Chiara
La parte più delicata dell’incidente probatorio ruoterà attorno agli elettroferogrammi relativi a due profili genetici maschili trovati sotto le unghie della vittima. Uno di questi è stato attribuito ad Andrea Sempio sia dalla difesa di Stasi che dalla Procura. Nell’appello bis a carico di Stasi, una perizia firmata dal genetista Francesco De Stefano aveva ritenuto il materiale genetico non attribuibile con certezza a nessuno.
Questa conclusione ha già portato, otto anni fa, all’archiviazione della posizione di Sempio. Ma i nuovi accertamenti della procura pavese potrebbero rimettere in discussione anche quella pagina chiusa, nella speranza — ancora lontana — di chiarire definitivamente cosa accadde quel 13 agosto a Garlasco.
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(con fonte AdnKronos)
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