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Housing sociale, city region funzionali e rigenerazione urbana. Sono queste le parole chiave della nuova urbanizzazione, che si basa sulla sostenibilità ambientale e su quella sociale per garantire spazi urbani più verdi, equi e vivibili. Per fare il punto sullo stato di fatto e sugli scenari futuri, l’appuntamento è a Padova il 19 aprile con l’ottava tappa del Giro d’Italia della Csr, che sbarca in Veneto dopo aver toccato altre sette regioni per diffondere la cultura della sostenibilità. Dopo gli appuntamenti di Torino, Messina, Savona, Udine, Roma, Napoli e Bologna, a Padova il focus è sulle nuove domande di città.

“Per avere città più sostenibili è necessario adottare una visione inclusiva, responsabile, condivisa – commenta Rossella Sobrero, del Gruppo promotore del Salone della Csr e dell’innovazione sociale – Se l’obiettivo è migliorare la vita di chi abita, studia e lavora nei centri urbani è necessario ascoltare i bisogni delle persone, ottimizzare le risorse a disposizione, creare alleanze tra i diversi attori sociali. Anche l’Agenda 2030 ci ricorda che una città sostenibile deve rendere gli spazi efficienti, digitali, vivibili e integrati tra loro”. La partecipazione all’incontro, che si terrà alle 9.30 nell’aula Nievo dell’Università degli Studi di Padova, sarà possibile anche in streaming sul canale YouTube del Salone della Csr e dell’innovazione sociale, che quest’anno celebra la sua 11° edizione con il titolo di ‘Abitare il cambiamento’. A questo link è possibile scaricare il programma completo della giornata. L’incontro è organizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Padova, Centro Interdipartimentale di Studi Regionali ‘Giorgio Lago’ e con l’associazione VeLa – Veneto Laboratorio Civico, entro cui è confluita Veneto Responsabile.

Dopo l’apertura dei lavori con i contributi di Patrizia Messina e Michelangelo Savino dell’Università degli Studi di Padova e di Alfio Piotto, presidente dell’associazione VeLa, il primo panel sarà dedicato all’housing sociale e alle diverse accezioni che può assumere sul territorio. “Il tema dell’abitare permette di cogliere diversi aspetti dei profondi mutamenti sociali in corso – commenta Patrizia Messina, docente dell’Università di Padova ed esperta di governance del territorio – L’affermarsi di nuove iniziative di rigenerazione urbana, di nuove pratiche e di nuovi attori che, in forme diverse, hanno provato a rispondere alla nuova “emergenza povertà” e alla nuova domanda di “abitare”, dimostrano come questo sia uno dei campi più interessanti di sperimentazione e di innovazione sociale, che ha dato vita alle nuove forme dell’abitare del co-housing; collective o collaborative o cooperative housing; senior housing; multi-sharing; co-living, multi-local living, micro-living”.

Uno degli esempi messi in luce durante la tappa padovana del Giro è quello del comune di Preganziol, rappresentato dal sindaco Paolo Galeano: qui la progettazione dell’housing sociale è stata pensata per gli anziani autosufficienti, con la creazione di un quartiere interamente progettato per le loro esigenze, con servizi di prossimità finalizzati all’inclusione sociale all’interno del tessuto urbano. L’obiettivo è rendere la città adatta anche alla quarta età, senza isolare gli anziani autosufficienti in case di riposo. Un quartiere di comunità con servizi condivisi per le famiglie è invece nato a San Donà di Piave: a parlarne sarà il sindaco Andrea Cereser, sostenitore della coesione sociale come mezzo per vivere meglio nelle città e nei paesi.

Per il comune di Santorso, invece, il sindaco Franco Balzi porterà l’esempio del progetto “Chiavi di casa”, dedicato all’autonomia dell’abitare per le persone diversamente abili. Maurizio Trabujo, direttore della Fondazione La Casa, parlerà di cohousing e coworking per studenti e migranti nella città di Padova, dove sono stati progettati edifici ad alto livello di ecosostenibilità per accogliere le esigenze di studio, lavoro e prima accoglienza delle fasce di popolazione più giovani. Le linee guida di questo nuovo modo di costruire e di abitare in Veneto, con particolare attenzione alle giovani coppie, saranno infine tracciate da Tiberio Businaro e Marco Bellinello, presidente e direttore dell’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale di Padova.

Oltre a dare forma alle città del futuro, la rivoluzione sostenibile dell’abitare passa anche dalla creazione di macroreti funzionali. È il caso della nuova City Region funzionale del Veneto centrale, raccontata dal presidente di Confindustria Veneto Est, Leopoldo Destro. Il progetto nasce dalla necessità di una cabina di regia e coordinamento sovralocale per un territorio, quello del Veneto centrale, caratterizzato dal fenomeno della città diffusa, in cui insediamenti industriali e residenziali coesistono senza soluzione di continuità e in cui l’alta densità del tessuto produttivo ne fa una delle maggiori Aree Urbane Funzionali d’Europa. Bruno Barel, studioso senior dell’Università degli Studi di Padova, coordinerà poi gli interventi dei tanti soggetti coinvolti in progetti di rigenerazione urbana e territoriale: Francesco De Bettin, presidente del Cda di Dba Divisione Energy; Giordano Gaianigo di Coprim Gas; Maurizio Zordan, Ceo di Zordan srl e Andrea Micalizzi, vicesindaco del Comune di Padova.

“Nel contesto del Veneto – commenta l’urbanista Michelangelo Savino, docente dell’Università degli Studi di Padova – abitare il cambiamento in una prospettiva di sostenibilità e di responsabilità sociale di impresa e di territorio significa, più che mai, affrontare il tema della rigenerazione urbana e territoriale, che includa anche la mobilità e la logistica, a partire dal potenziamento delle reti di servizi intercomunali, per le persone e per le imprese, che rendano più connesso un territorio frammentato, in cerca di una nuova identità, capace di integrare urbano e rurale entro un unico sistema regionale più coeso e attrattivo”.

Anche l’arte può avere un ruolo importante per rispondere alla nuova domanda di città. Ad esempio dando vita ad azioni di denuncia capaci a loro volta di innescare processi di trasformazione. È quello che ha fatto il Collettivo Bocaverta, attivo nella vita sociale e culturale del territorio di Riese Pio X e Vallà, in provincia di Treviso. The Wallà, progetto di rigenerazione urbana partecipata, attraverso il coinvolgimento di importanti street artist è riuscito a dare nuova linfa a un piccolo centro snaturato nel passato dall’industrializzazione e dal traffico pesante, come racconterà in chiusura dei lavori Samuele Stocco, membro del collettivo.

Oltre a riportare l’arte e la bellezza al centro del tessuto urbano, The Wallà ha già generato i primi frutti, dando vita ad una rete di collaborazioni fra il mondo delle imprese locali e quello dell’istruzione, rappresentato in primis dall’Istituto di Moda e Design Raffles di Milano che ha inserito il fenomeno The Wallà nel programma di studio del corso di laurea e del master in Design di Prodotto.

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(AdnKronos)


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