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Nel 2021 il Gruppo Barilla continuato ad investire per migliorare pasta, sughi e prodotti da forno (488 i prodotti riformulati e migliorati dal 2010, 55 quelli lanciati nel 2021), innovare e ridurre l’impatto dei processi produttivi in termini di emissioni di CO2eq, energia e consumi idrici, promuovere filiere sostenibili e progettare gli imballi affinché possano essere riciclati. E ancora, ha espresso la concreta vicinanza alle comunità, con donazioni pari a 12 milioni di euro e circa 2.700 tonnellate di prodotti. Sono alcuni highlights del nuovo Rapporto di sostenibilità del Gruppo Barilla pubblicato sul sito Barillagroup.com che evidenzia i risultati raggiunti dall’azienda di Parma per il benessere delle persone, per l’ambiente e per le comunità.

Alla base di questo impegno c’è una nuova Purpose: “La gioia del cibo per una vita migliore”. “Vogliamo portare la gioia attraverso i prodotti che offriamo ai consumatori, attraverso la gastronomia, la convivialità, contribuendo a migliorare la vita di coloro che scelgono i nostri prodotti e il mondo che ci circonda – afferma Claudio Colzani, ad del Gruppo Barilla – È un percorso che ci porterà nei prossimi mesi a definire obiettivi chiari e misurabili per uno sviluppo sostenibile. Continueremo a investire nelle nostre filiere introducendo principi di agricoltura rigenerativa, a ridurre ulteriormente il nostro impatto ambientale in termini di emissioni di CO2eq e consumo di acqua e a realizzare confezioni riciclabili”.

Barilla è presente in oltre 100 paesi con le sue marche e 30 siti produttivi (15 in Italia e 15 all’estero), che nel 2021 hanno dato vita ad oltre 2 milioni di tonnellate di cibo. Stando ai dati contenuti nel report, rispetto al 2010 calano del -31% le emissioni di gas a effetto serra e del -18% i consumi idrici per tonnellata prodotto finito. Immaginando di realizzare la produzione di cibo del 2021 negli impianti del 2010, la differenza in termini di efficienza energetica sarebbe di 128 milioni di kg di CO2eq e 555mila m3 di acqua. Grazie agli investimenti realizzati sono state quindi tagliate in poco più di 10 anni emissioni equivalenti a 7 viaggi in macchina tra la Terra e il Sole e un quantitativo di acqua sufficiente a riempire 222 piscine olimpiche. E ancora, il 64% dell’energia elettrica acquistata proviene da fonti rinnovabili con certificati di Garanzia d’Origine e oltre il 91% dei rifiuti prodotti è stato avviato a riciclo e recupero energetico.

Oggi il 95% dei prodotti del Gruppo Barilla è a basso impatto ambientale. Va in questa direzione la completa neutralizzazione delle emissioni di gas a effetto serra dei brand Wasa, Gran Cereale, Harrys e Mulino Bianco. Inoltre, Mulino Bianco già utilizza solo energia proveniente da fonti rinnovabili come l’acqua, il sole e il vento, mentre impianti di trigenerazione nei pastifici, che permettono l’autoproduzione di energia elettrica, termica e frigorifera, sono già in funzione nei plant di Parma e Marcianise (CE) e in via di realizzazione in quello di Muggia (TS). E continua l’impegno di Barilla per rendere il packaging meno impattante per l’ambiente anche in un anno difficile per l’approvvigionamento di materie prime per gli imballaggi. In Italia, ormai il 100% delle confezioni dei prodotti è riciclabile e il Gruppo utilizza esclusivamente carta e cartone provenienti da foreste gestite in modo responsabile. Non solo. Il totale delle materie prime strategiche (grano duro, grano tenero, segale, pomodoro, basilico, cacao e oli vegetali) acquistate responsabilmente è pari al 70%, con una crescita del +11% che fa seguito al +19% del 2020.

Sono 10mila le aziende coinvolte in progetti di agricoltura sostenibile. Ai 3 disciplinari per la coltivazione sostenibile del grano duro e del grano tenero (Decalogo per la Coltivazione Sostenibile del Grano Duro di Qualità, Carta del Mulino e Carta di Harrys) si aggiunge nel 2021 la Carta del Basilico, che garantisce sostenibilità sociale e ambientale, per una filiera italiana e certificata Iscc Plus di un ingrediente chiave di sughi pronti e Pesti Barilla. Come il Basilico, anche il pomodoro viene coltivato, laddove possibile, vicino agli stabilimenti di produzione, per ridurre al minimo il tempo tra la raccolta e la lavorazione del prodotto. E ancora: il 90% del grano duro, ingrediente chiave di tutte le marche di pasta del Gruppo, viene acquistato dal mercato locale e il 47% mediante contratti di coltivazione.

Inoltre, Barilla è stata la prima azienda italiana ad aggiudicarsi il ‘Catalyst Award‘ introducendo iniziative che hanno permesso la valorizzazione della leadership femminile sul posto di lavoro e aumentato l’inclusione di tutti i dipendenti Barilla nel mondo. Ad oggi il 40% degli executive e dei manager Barilla sono donne e, dal 2020, Barilla ha raggiunto la Gender Pay Equality per tutti i suoi dipendenti nel mondo. A parità di qualifiche e mansioni, uomini e donne hanno la stessa retribuzione. È stata anche una delle prime aziende in Italia a porsi diversi obiettivi di inclusione, come la formalizzazione del lavoro flessibile in tutte le sue sedi, e la prima azienda italiana ad aderire agli standard di condotta Onu contro la discriminazione Lgbti+ sul lavoro.

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(AdnKronos)

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