Referendum 8-9 giugno: partiti spaccati su lavoro e cittadinanza
Verso il voto dell’8 e 9 giugno su lavoro e cittadinanza: centrodestra unito sull’astensione, opposizioni divise tra sì, no, libertà di voto e battaglia per il quorum
A pochi giorni dal referendum su lavoro e cittadinanza, i partiti si presentano divisi, con indicazioni di voto che spaziano dall’astensione al sì pieno, passando per il no selettivo e la libertà di scelta. Un mosaico di posizioni che rischia di confondere gli elettori e rendere ancora più arduo il raggiungimento del quorum del 50% + 1 degli aventi diritto.
Nella maggioranza, la linea è più compatta: Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia hanno scelto la via dell’astensione. Una scelta che ha sollevato polemiche, specie dopo l’appoggio del presidente del Senato Ignazio La Russa, ma che viene rivendicata con decisione. Fa eccezione Noi Moderati di Maurizio Lupi, che invita invece a votare 5 no.
Molto più frastagliato il fronte delle opposizioni. L’Alleanza Verdi e Sinistra (Avs) è l’unica forza a sostenere senza tentennamenti i 5 sì. Nel Partito Democratico, la segretaria Elly Schlein ha indicato la stessa strada, ma l’area riformista — guidata da Gori, Guerini, Madia, Picierno, Quartapelle e Sensi — si smarca: voterà sì alla cittadinanza e agli appalti, ma non agli altri tre quesiti, ritirando comunque la scheda per aiutare il quorum.
Anche il Movimento 5 Stelle opta per una posizione articolata: 4 sì sui quesiti promossi dalla Cgil e libertà di voto sulla cittadinanza. Il leader Giuseppe Conte ha però annunciato il suo sostegno personale ai 5 sì.
+Europa, promotrice del referendum sulla cittadinanza, è compatta sul sì per questa scheda, ma si spacca sui quesiti sul lavoro: sì agli appalti, no agli altri. Più netta la posizione di Italia Viva: sì alla cittadinanza, no ai referendum sul lavoro, soprattutto contro il quesito sul reintegro, considerato un attacco al Jobs Act voluto da Matteo Renzi. Italia Viva, però, invita comunque a ritirare la scheda per favorire il quorum.
Infine, Azione di Carlo Calenda si schiera per il sì alla cittadinanza e per il no agli altri quesiti della Cgil.
Un quadro frammentato che trasforma la tornata referendaria in un vero rompicapo per gli elettori.
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(con fonte AdnKronos)
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