Kosovo, premier: “Via barricate serbi o interveniamo”. Belgrado chiede aiuto Ue e Nato
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Ultimatum del premier del Kosovo, Albin Kurti, che ha dato tempo fino a stasera alla popolazione serba di rimuovere le barricate erette per protestare contro l’arresto di un ex ufficiale di polizia. Secondo fonti di Vecherne Novosti, Kurti ha informato i Paesi del Quintetto sul Kosovo (Usa, Regno Unito, Francia, Germania, Italia) che “le strutture di sicurezza del Kosovo, guidate dalle Unità speciali di polizia Njso, ora in stato di massima allerta, prenderanno tutte le misure per rimuovere le barricate nel nord”.
Le barricate sono state erette per protestare contro l’arresto dell’ex poliziotto serbo-kosovaro Dejan Pantic, con le accuse di coinvolgimento in reati di terrorismo e attentato all’ordine costituzionale, in particolare per l’assalto agli uffici della commissione elettorale e attacchi a funzionari della polizia kosovara. Pantic, come altri 600 ufficiali serbi del Kosovo, si è dimesso dal suo incarico come parte della campagna di boicottaggio lanciata della Lista Serbia, dopo le tensioni sulle targhe e la nomina di un ministro kosovaro per le Comunità non proveniente dalle fila del partito sostenuto da Belgrado.
Dopo l’ultimo episodio di escalation del conflitto, innescata dall’attacco di ieri sera a una pattuglia di Eulex con una granata stordente, che non ha provocato vittime, il capo della diplomazia europea, Josep Borrell, ha chiesto moderazione e la rimozione delle barricate. Ma la premier serba Ana Brnabic ha risposto che sono state erette “non solo perché i loro diritti umani fondamentali (dei serbi kosovari) sono minacciati, ma anche per proteggere l’accordo di Bruxelles e la cui attuazione dovrebbe essere garantita dall’Ue”. Le barricate, ha scritto, sono “un appello alla pace e anche un appello all’azione della comunità internazionale affinché inizi a fare il suo lavoro”.
Belgrado: “Nato e Ue proteggano serbi”
Il presidente della Serbia, Aleksandar Vucic, ha chiesto alla missione Nato in Kosovo (Kfor) e alla missione civile dell’Unione europea in Kosovo (Eulex) “garanzie” per proteggere i serbi kosovari che hanno eretto barricate per protestare contro l’arresto di un ex ufficiale di polizia, Dejan Pantic. Il premier del Kosovo, Albin Kurti, ha intimato alla popolazione serba per rimuovere le barricate.
La famiglia di Pantic afferma di non avere notizie dal suo arresto all’inizio di questa settimana. L’arresto, secondo le autorità del Kosovo, sarebbe legato ad un’aggressione ai danni di rappresentanti delle forze di sicurezza. Pantic, come altri 600 ufficiali serbo-kosovari, si è dimesso dal suo incarico nell’ambito del boicottaggio totale dichiarato a novembre da Lista Serbia, una delle principali forze politiche serbe nel nord del Kosovo. “Oggi è, senza dubbio, il giorno più difficile per me da quando sono Presidente della Repubblica o Primo Ministro della Serbia, e probabilmente mi aspetta la notte più difficile”, ha detto Vucic in una dichiarazione dopo la riunione del Consiglio di Sicurezza nazionale.
Vucic, appunto, ha chiesto a Kfor ed Eulex di “garantire” che le forze di sicurezza kosovare “non adotteranno azioni violente” contro i manifestanti nel nord del Kosovo, prima di invitare la popolazione a calmarsi per non infiammare ancora di più la situazione , secondo le dichiarazioni al canale pubblico serbo Rts. “E se non lo garantiscono, allora sarà tutto perfettamente chiaro”, ha ammonito prima di evidenziare le forze dell’ordine per la loro preparazione nel caso in cui la situazione peggiorasse ulteriormente. “Sono orgoglioso dei nostri soldati e della polizia. Non abbiamo mai avuto una tale disponibilità da parte delle persone a essere disponibili per la loro patria”, ha detto. “La nostra coscienza è pulita. Abbiamo le mani legate, ma anche quando siamo in un angolo, dobbiamo combattere. Il mio messaggio alla gente è di rispettare Eulex e Kfor e non permettere che vengano provocati”, ha detto Vucic.
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(AdnKronos)
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