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Altre due regioni in zona gialla (Puglia e Sardegna) e 4 regioni in zona arancione (Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Sicilia) da lunedì 24 gennaio. Mentre le Regioni chiedono di superare il meccanismo delle zone a colori. I cambi di fascia, annunciati dal ministero della Salute, alla luce dei dati del monitoraggio settimanale sull’andamento di Covid-19, il ministro Roberto Speranza ha firmato la nuova ordinanza. A fare da ago della bilancia gli alti tassi di occupazione non solo delle terapie intensive, ma anche dei reparti ordinari.

Parametri zone e misure

A oggi esistono quattro fasce di rischio, legate a quattro colori: zona bianca, gialla, arancione e rossa. Per passare da una zona all’altra si calcolano tre parametri: l’incidenza dei nuovi contagi su 100mila abitanti, l’occupazione delle terapie intensive e l’occupazione in area medica. Secondo i parametri attuali si resta in zona bianca se si registrano meno di 50 contagi settimanali ogni 100mila abitanti. In caso di contagi settimanali tra 50 e 150 ogni 100mila abitanti per restare in zona bianca è necessario che il tasso di occupazione delle terapie intensive non superi il 10% o che il tasso di occupazione dei reparti ospedalieri non superi il 15%. Se i due parametri sono entrambi al di sopra si passa in fascia gialla che scatta anche se i casi settimanali superano i 150 ogni 100mila abitanti ma il tasso di occupazione delle rianimazioni non supera il 20% oppure quello dei reparti ordinari non supera il 30%. Scatta l’arancione se entrambi i parametri sono superati. La zona rossa è attivata nei territori dove l’incidenza settimanale dei contagi è pari o superiore a 150 casi ogni 100mil e si verificano entrambe queste condizioni: il tasso di occupazione dei posti letto in area medica supera il 40% e quello in terapia intensiva supera il 30%.

Con le nuove misure imposte dal governo e valide fino al 31 gennaio 2022 tra zona bianca e gialla ci sono poche differenze. Una delle principali differenze tra queste due zone fino a ora era l’obbligo di indossare la mascherina anche all’aperto. Con l’ultimo decreto del governo è stato stabilito di estendere questa misura. L’uso della mascherina è stato ‘rinforzato’ in tutta Italia visto che per accedere a mezzi pubblici, treni, aerei, cinema, teatri è necessario indossare la Ffp2. E questo fino al termine dello stato di emergenza, che al momento è fissato al 31 marzo.

Fino alla cessazione dello stato di emergenza, il decreto Natale prevede inoltre l’estensione dell’obbligo di Green Pass rafforzato – per vaccinati o guariti – alla ristorazione per il consumo anche al banco in bar e ristoranti. Estensione dell’obbligo di Green Pass rafforzato al chiuso per piscine, palestre e sport di squadra, ma anche per musei e mostre. Super Green Pass al chiuso per i centri benessere, centri termali (salvo che per livelli essenziali di assistenza e attività riabilitative o terapeutiche), parchi tematici e di divertimento, per centri culturali, centri sociali e ricreativi (esclusi i centri educativi per l’infanzia) al chiuso e per sale gioco, sale scommesse, sale bingo e casinò.

E’ inoltre scattata l’obbligatorietà del Green pass base anche per i clienti di estetisti e parrucchieri.

E’ stato stabilito che fino al 31 gennaio 2022 sono vietati gli eventi, le feste e i concerti, comunque denominati, che implichino assembramenti in spazi all’aperto; saranno chiuse le sale da ballo, discoteche e locali assimilati, dove si svolgono eventi, concerti o feste comunque denominati, aperti al pubblico.

Gli spostamenti con mezzi propri sono liberi in zona bianca così come nella gialla, le cose cambiano in zona arancione dove ci si può spostare sia in altri comuni della stessa regione che in altre regioni solo per lavoro, necessità, salute o per servizi non sospesi ma non disponibili nel proprio comune. Ok invece agli spostamenti da comuni di massimo 5.000 abitanti, verso altri comuni entro i 30 km, eccetto il capoluogo di provincia.

Anche per quanto riguarda gli impianti sciistici la situazione cambia: il Green pass rafforzato diventa necessario. Bar e ristoranti sono aperti solo per chi ha il Super green pass, non per chi ha il certificato base grazie a un tampone. Qui la tabella con le attività consentite zona per zona.

 

Da Toti a De Luca, cosa dicono i presidenti di Regione sulle zone

“Anche la prossima settimana, la Liguria resterà in zona gialla. Una notizia positiva, che conferma una situazione stabile nei nostri ospedali, anche se la divisione del Paese in aree non è più indispensabile come prima, quando prevedeva provvedimenti per contenere la diffusione del virus. Per questo motivo come Conferenza delle Regioni stiamo dialogando con il Governo per eliminare la distinzione in zone a favore di quella più attuale tra persone vaccinate e non vaccinate”. Lo afferma il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, in un post su Fb. “Così come chiederemo che non vengano conteggiati tra i pazienti ricoverati per Covid coloro che risultano positivi, ma sono asintomatici e arrivati in ospedale per altre patologie – conclude – Grazie al vaccino le conseguenze del virus sui cittadini sono cambiate, è il momento di cambiare anche le regole”.

“Noi presidenti delle Regioni abbiamo detto più volte a Roma che questa logica dei colori deve necessariamente cambiare. La riteniamo ormai superata”. Così il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci commentando con l’Adnkronos il passaggio della Sicilia in zona arancione. “Come Regione ci stiamo battendo in sede di conferenza con lo Stato per dire basta alla logica dei colori: è superata proprio perché è assurdo, ad esempio, considerare malato un positivo asintomatico”, ha sottolineato Musumeci incontrando i giornalisti a Catania. Per il governatore dell’isola, “bisogna rivedere i parametri: due anni sono sufficienti per consentire un bilancio. Tra qualche giorno saremo in arancione e andiamo avanti con l’impegno e la dedizione di sempre perché speriamo si possano ricredere e vaccinare i novax”. “Le prime dosi -ha concluso Musumeci- intanto stanno crescendo ovunque”.

“La Campania sta reggendo bene, stiamo reggendo e per quanto ci riguarda non chiediamo la modifica dei colori, guardiamo la sostanza”. Così il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. “A volte – ha aggiunto – ha la sensazione che qualche collega di altre Regioni d’Italia chiede che sia rotto il termometro per non misurare la febbre. Dice che arrivano in ospedale per altre patologie; sì, ma sempre Covid sono. Vediamo come evolverà questo manicomio dell’Italia delle Regioni a colori, delle quarantene di 10, 6, 3 giorni, non ne parliamo più”.

Sul sistema ‘a colori delle Regioni’ “nell’immediato” non ci sarà “nessun cambiamento. Credo in questo sistema” ma “credo anche che possano essere rimodulati i parametri alla luce della circolazione di Omicron e alla luce del fatto che un crescente numero di popolazione è protetto con tre dosi” di vaccino anti Covid. Ad affermarlo il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta” su Radio Cusano Campus.

(AdnKronos)

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