Corea del Sud al voto: elezioni anticipate dopo mesi di crisi politica
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Oltre 44 milioni di sudcoreani scelgono il nuovo presidente dopo la destituzione di Yoon Suk Yeol. In testa nei sondaggi il democratico Lee Jae-myung
La Corea del Sud è chiamata alle urne oggi, 3 giugno, per eleggere un nuovo presidente dopo sei mesi di instabilità politica. Le elezioni anticipate arrivano in seguito alla destituzione di Yoon Suk Yeol, rimosso dopo aver tentato di imporre la legge marziale il 3 dicembre.
Il Paese resta diviso tra chi sostiene le misure dell’ex presidente e chi ne condanna le conseguenze economiche e istituzionali. Le tensioni internazionali, dal delicato dossier nordcoreano ai rapporti in evoluzione con Stati Uniti e Cina, fanno da sfondo a una tornata elettorale cruciale.
Secondo gli ultimi sondaggi riportati dall’agenzia Yonhap, Lee Jae-myung, leader del Partito Democratico e già sfidante di Yoon nel 2022, è in vantaggio con il 49,2%. Lo segue Kim Moon-soo, candidato del Partito del potere popolare (Ppp), con il 36,8%. In terza posizione Lee Jun-seok, del Reform Party, con poco più del 10%.
Durante l’ultima giornata di campagna, Lee ha parlato da Seongnam, città dove è stato sindaco, invitando gli elettori a “proteggere la democrazia”. Kim ha chiuso il tour elettorale a Seul dopo aver visitato l’isola di Jeju. Entrambi hanno esortato al voto, anticipato tra giovedì e venerdì da oltre 15 milioni di cittadini (34,74% di affluenza).
Dal 3 dicembre a oggi, la Corea del Sud ha avuto tre presidenti ad interim. Dopo l’impeachment di Yoon, l’incarico è passato da Han Duck Soo a Choi Sang-mok, poi nuovamente a Han e infine, dal 2 maggio, a Lee Ju-ho, ministro dell’Istruzione. Yoon, che ha lasciato il suo partito, è ora indagato per insurrezione e abuso di potere.
Le urne, aperte in 14.295 seggi, chiuderanno alle 20 (le 13 in Italia), sotto la sorveglianza di oltre 28.500 agenti. Chi otterrà più voti diventerà presidente per un mandato quinquennale. Nessuna donna figura tra i principali candidati, nonostante l’elettorato femminile rappresenti quasi la metà dei votanti in un Paese da 52 milioni di abitanti.
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(con fonte AdnKronos)
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