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La Germania non scioglie il nodo sulla fornitura di carri armati Leopard all’Ucraina. Intanto però Berlino attraverso il nuovo ministro della Difesa Boris Pistorius ha annunciato un pacchetto di aiuti militari da un miliardo di euro per Kiev nella guerra contro la Russia. Pistorius, secondo la conferma alla Cnn da un portavoce del ministero della Difesa tedesco, ha annunciato la notizia a margine della riunione del gruppo di contatto che si è tenuta ieri presso la base aerea di Ramstein, in Germania. Il portavoce non ha fornito dettagli su cosa includerebbe il pacchetto di aiuti.

“Dovremo ancora lottare per la fornitura di carri armati moderni, ma ogni giorno rendiamo più evidente che non c’è alternativa”, la posizione ribadita dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky. La riunione di ieri, ha aggiunto Zelensky, “in generale rafforzerà la nostra resilienza”, sottolineando che “i nostri partner hanno un atteggiamento di principio: sosterranno l’Ucraina quanto necessario per la nostra vittoria”.

Il ministro degli Esteri polacco ha affermato che l’indecisione tedesca sulla fornitura dei tank viene pagata col sangue dagli ucraini. “Armare l’Ucraina per respingere l’aggressione russa non è un esercizio decisionale. Il sangue ucraino viene sparso realmente. E’ questo il prezzo dell’esitazione sulla fornitura dei Leopard. Serve azione, ora”, ha scritto su Twitter il ministro Zbigniew Rau.

La Polonia si è già detta disponibile a fornire tank Leopard all’Ucraina, ma non può farlo senza l’ok della Germania che glieli ha venduti.

Gli Stati Uniti, principali sostenitori dell’Ucraina, mantengono il low profile sul tema. “Noi lavoriamo in stretto contatto con Kiev e con gli alleati, sono decisioni che ogni Paese deve prendere per sé, non facciamo pressioni su nessuno e nessuno le fa a noi”, ha detto il portavoce del Consiglio di Sicurezza della Casa Bianca, John Kirby. Riconoscendo che per l’Ucraina l’invio di carri armati, ed in generale mezzi corazzati, “è un’esigenza critica ed importante” in un teatro di battaglia come il Donbass, Kirby ha ricordato che nel nuovo pacchetto Usa vi sono “500 mezzi corazzati”. Per quanto riguarda i tank Abrams, che non sono inseriti in questo pacchetto, ha ricordato che sono “un mezzo potente, molto costoso da operare e mantenere e che richiede molto addestramento”.

A Ramstein, si sono riuniti in particolare i rappresentanti dei Paesi che possiedono i carri armati di fabbricazione tedesca. Il ministero della Difesa portoghese ha spiegato che la delegazione di Lisbona “ha partecipato all’incontro convocato da Ucraina e Polonia, al quale erano presenti i Paesi che possiedono questi mezzi (i Leopard 2)”. Lisbona ha offerto “l’addestramento per questa tipologia di veicolo da combattimento e ha espresso la disponibilità del governo portoghese a identificare, in coordinamento con i suoi partner, i modi per sostenere l’Ucraina con questa capacità”.

Su un epilogo positivo per l’Ucraina ha scommesso il ministro della Difesa estone Hanno Pevkur, “più che sicuro” che la Germania non fermerà l’invio di tank “né oggi né nei prossimi giorni”. Intervistato dalla radio della Bbc, il ministro ha affermato che “sono più che sicuro che la Germania non fermerà nessun altro paese pronto a contribuire con i carri armati”. Insomma, ha aggiunto, “non vediamo alcun ostacolo per ottenere l’approvazione dell’invio dei carri armati in Ucraina”. Più incerti i tempi per il semaforo verde.

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