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Temperature record e bollino rosso in 23 città italiane

Testo 1: L’Italia è attualmente colpita da un’ondata di caldo africano che sta portando a temperature record, con picchi superiori ai 40 gradi al centro, al sud e sulle isole. Secondo l’ultimo bollettino del ministero della Salute sulle ondate di calore, oggi, mercoledì 19 luglio, sono ben 23 le città con bollino rosso, il massimo livello di allerta, tra cui nuovamente Roma. Ieri le città con bollino rosso erano 20. Domani, giovedì 20, il numero delle città con livello massimo di allerta scenderà a 18.

Attivato il numero di pubblica utilità 1500 per l’emergenza caldo

Testo 2: Per far fronte all’emergenza delle ondate di calore, oggi alle 14 sarà attivo il numero di pubblica utilità 1500. Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha annunciato che questo numero, precedentemente utilizzato durante l’emergenza pandemica, fornirà informazioni sul caldo, consigli sulle precauzioni da adottare e indicherà i presidi sanitari più vicini a chi ne avesse bisogno.

Le città con allerta 3 e cambiamenti nel livello di allerta

Le 23 città con bollino rosso, con condizioni meteo pericolose non solo per soggetti fragili, anziani e bambini, sono: Ancona, Bari, Bologna, Brescia, Cagliari, Campobasso, Catania, Civitavecchia, Firenze, Frosinone, Latina, Messina, Napoli, Palermo, Perugia, Pescara, Rieti, Roma, Torino, Trieste, Venezia, Verona e Viterbo. Domani, alcune città scenderanno al livello di allerta 1 (bollino giallo), tra cui Bologna, Brescia, Torino, Trieste, Venezia e Verona. Milano, che oggi ha bollino arancione, passerà al livello giallo. Genova subirà un peggioramento, passando da giallo ad arancione.

Decalogo anti-caldo per proteggersi

1. Evitare esposizioni prolungate al sole in presenza di temperature esterne all’ombra maggiori di 35° C (30° C in caso di giornate particolarmente umide), soprattutto nella fascia oraria compresa tra le 11.30 e le 17.00. Nel caso di soggetti fragili (bambini, anziani e soggetti fragili) evitare, con queste temperature, di uscire tra le 11.30 e le 17.00.

2. Quando l’esposizione al sole è protratta, sostare all’ombra e, se possibile, in un luogo ventilato, per periodi anche brevi, almeno di 10-15 minuti. In caso di lunghi viaggi in auto garantire adeguate temperature con aria climatizzata o aerando adeguatamente l’abitacolo, evitando le soste al sole.

3. Bere acqua e sali minerali, in quantitativo di almeno 3 litri al giorno (tranne nei pazienti con gravi problemi renali o cardiaci che dovranno confrontarsi con il curante). Una soluzione idratante ed energetica può essere realizzata in casa disciogliendo in un litro di acqua un cucchiaino di sale da cucina, 5 cucchiai di zucchero (da evitare nei diabetici) e il succo di 6 limoni spremuti.

4. Bagnare frequentemente il capo, particolarmente la nuca, se esposti al sole o a temperature superiori a 35° C per periodi prolungati.

5. Indossare abiti leggeri (di fibre naturali come lino o cotone) e cappellino (quest’ultimo possibilmente bagnato) di colore chiaro quando ci si espone al sole.

6. Evitare di nuotare o di fare esercizio fisico in acqua dopo aver mangiato. Evitare di fare attività fisica nelle ore più calde.

7. Evitare di bere alcolici quando le temperature superano i 35° C o, comunque, in caso di esposizione prolungata al sole.

8. Se privi a casa di un climatizzatore, mantenere le finestre aperte e le serrande abbassate. Utilizzare un ventilatore negli ambienti in cui si sosta. In nessun caso, chiudersi in casa in condizioni di scarsa ventilazione ambientale.

9. Mangiare frutta e verdura in abbondanza, più volte al giorno. Evitare pasti abbondanti, cibi grassi, preferendo, invece, carboidrati e proteine di pesce o carni bianche. Attenzione alla corretta conservazione degli alimenti, soprattutto quelli congelati o refrigerati.

10. Recarsi dal proprio medico di fiducia per ricalibrare il dosaggio dei farmaci assunti, particolarmente se si tratti di farmaci vasoattivi (antipertensivi) e/o diuretici.

“Raccomandiamo di non andare in pronto soccorso se non c’è una situazione di reale gravità – ha detto il ministro Schillaci – Abbiamo potenziato la medicina territoriale, abbiamo riattivato le Uscar, le unità mobili che erano state molto importanti durante il periodo pandemico, per migliorare l’assistenza domiciliare e abbiamo potenziato la guardia medica”.

Per gestire al meglio la forte ondata di calore, il 1500 – ha spiegato il ministero della Salute in una nota – è a disposizione dei cittadini per avere informazioni su come comportarsi per proteggersi dal caldo e indicazioni utili sui servizi socio-sanitari presenti sul territorio nazionale. Sarà attivo tutti i giorni dalle 8 alle 20. A rispondere ai cittadini, in questa prima fase, sarà personale del ministero qualificato e formato, in attesa che si concludano le procedure con il Mef per il riaffidamento del servizio in outsourcing. Il 1500 si aggiunge agli altri provvedimenti adottati dal ministero della Salute – ricorda la nota – per il piano caldo: aggiornamento quotidiano dei bollettini caldo, che i cittadini possono consultare sul sito del ministero; decalogo con i comportamenti da adottare per proteggersi dal caldo; raccomandazioni alle Regioni per rafforzare l’assistenza.

Con temperature sopra i 35 gradi si può chiedere la cassa integrazione ordinaria. “Le temperature eccezionalmente elevate (superiori a 35°), che impediscono lo svolgimento di fasi di lavoro in luoghi non proteggibili dal sole o che comportino l’utilizzo di materiali o lo svolgimento di lavorazioni che non sopportano il forte calore, possono costituire evento che può dare titolo alla Cigo”, si legge nella circolare 139 del 2017 e nel messaggio 1856 del 2017 dell’Inps che chiarisce le linee guida in casi di eventi meteo. Si possono rilevare “anche le cosiddette temperature percepite” ricavabili, spiega ancora il messaggio, “anch’esse dai bollettini meteo, quando le stesse siano superiori alla temperatura reale”.

Al ricorrere delle fattispecie sopra evidenziate, pertanto, si legge ancora, “possono costituire evento che dà titolo al trattamento di integrazione salariale temperature percepite superiori a 35° seppur la temperatura reale è inferiore al predetto valore”.

Lo stesso vale per le condizioni di gelo. “Le temperature pari o al di sotto di 0 gradi centigradi sono considerate idonee a giustificare una contrazione dell’orario, in relazione al tipo di attività svolta, alla fase di lavoro in atto nell’unità produttiva nonché all’altitudine del cantiere. Ovviamente, per il settore dell’edilizia, lo svolgimento al coperto o allo scoperto delle lavorazioni incide sulla valutazione, così come la natura del materiale usato che può essere più o meno sensibile al gelo”, si legge ancora.

L’anticiclone Caronte infiamma la Penisola e fa inevitabilmente volare anche l’uso dei condizionatori e il conseguente consumo di energia. Alle 14 di ieri è stato raggiunto il picco dei consumi elettrici del 2023, con consumi che hanno toccato il massimo dell’anno a 57,21 Gw. E’ quanto emerge dai dati disponibili sull’app di Terna, la società che gestisce la rete elettrica. Il massimo storico è stato a luglio 2015 con consumi pari a 60,5 GW.

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