“Nessun disagio psichico” per Alessia Pifferi madre piccola Diana, gip nega ingresso consulenti in carcere
-
Attacco Usa in Nigeria contro l’Isis, Trump: “Risposta al massacro di cristiani” VIDEO
-
Frana a Cormons: disperso un giovane e un’anziana sotto le macerie VIDEO
-
Tifone Fung-Wong colpisce le Filippine: un milione di evacuati VIDEO LIVE
-
Cargo Ups precipita in Kentucky: sette morti e diversi feriti VIDEO

Il gip di Milano Fabrizio Filice ha respinto (nuovamente) l’istanza dei difensori di Alessia Pifferi che chiedevano l’accesso al carcere dei consulenti tecnici per un accertamento neuro-psichiatrico sulla donna accusata di aver lasciato morire di stenti la figlia Diana di soli 18 mesi. Richiesta alla quale si era opposta la procura di Milano, con i pm Francesco De Tommasi e Rosaria Stagnaro, allegando alcune relazioni del servizio di psichiatria interna al carcere di San vittore dalle quali “emerge una condizione psichica dell’indagata del tutto nella norma”.
Per il giudice, la richiesta della difesa, per di più svolta al di fuori del contraddittorio, “potrebbe condizionare, una volta veicolata nel processo con una relazione consulenziale, il necessario processo interpretativo del giudice, pretendendo di ancorarlo a un dato ‘scientifico’, e come tale autorevole, estratto dalla sola sfera interiore e solipsistica del soggetto agente, piuttosto che a una valutazione della sua intenzione necessariamente tratta dai dati di manifestazione esterna della sua condotta”. Non è questa, in sintesi, la fase per la formulazione di un quesito per valutare le condizioni della donna arrestata lo scorso 20 luglio.
Un no alla consulenza che arriva anche in considerazione di quanto accertato: “L’indagata non ha mai avuto, nella sua vita, nessuna storia di disagio psichico né tanto meno di psico-patologia, e che anche dopo l’ingresso in carcere, come attestano le relazioni (tre, ndr) del Servizio di psichiatria interna (del carcere di San Vittore, ndr), si è sempre dimostrata consapevole, orientata e adeguata, nonché in grado di iniziare un percorso, nei colloqui psicologici periodici di monitoraggio, di narrazione ed elaborazione del proprio vissuto affettivo ed emotivo” scrive il giudice.
“La giustizia nega il diritto di difendersi con le prove, come se le neuroscienze fossero qualcosa che può entrare nel processo solo per valutare l’infermità mentale quando invece studiano i percorsi cognitivi e l’intenzionalità di tutte le attività umane. La difesa di Alessia Pifferi non può arrendersi di fronte all’ennesimo diniego finalizzato a capire cosa sia successo nel cervello della propria assistita. È troppo facile chiudere la partita bollando Alessia come un mostro, bruciandola sul rogo mediatico” il commento dell’avvocato Solange Marchignoli che insieme al collega Luca D’Auria difende la donna accusata di omicidio aggravato.
Il prossimo 14 ottobre accusa e difesa si ritroveranno nell’aula del gip Filice per concludere la nomina dei consulenti che dovranno eseguire l’incidente probatorio: verrà nominato (oltre ai professionisti già indicati nella scorsa udienza) anche un genetista per procedere all’analisi del contenuto del biberon, di una bottiglia d’acqua e della boccetta di En (benzodiazepine) trovati accanto alla culla della piccola trovata morta.
LE ULTIME NOTIZIE
(AdnKronos)
-
Tecnologia2 giorni agoCome svuotare la cache su Android: pulizie di fine anno per liberare spazio
-
Flash2 giorni agoPrezzi carburanti in calo: benzina ai minimi da oltre quattro anni
-
News2 giorni agoMorti per sospetta intossicazione a Campobasso: 5 indagati tra il personale sanitario
-
News2 giorni agoFiducia sulla legge di Bilancio: alla Camera il voto finale entro martedì


