L’importanza dei certificati bianchi per la transizione energetica, Fire fa il punto
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In questo momento di crisi è importante che le imprese possano contare su un meccanismo, come quello dei Tee, che le supporti nel realizzare gli interventi per far fronte sia al caro prezzi che alle politiche di emission trading, oltre che per favorire un rinnovamento dei processi produttivi, azione fondamentale in ottica di decarbonizzazione dell’economia, e affrontare l’attuale scenario geopolitico. La pubblicazione del decreto direttoriale 3 maggio 2022, che ha introdotto una serie di guide per supportare gli operatori nella presentazione delle domande, è una tappa importante inserita in questo contesto ed è visto positivamente dagli operatori stessi. Notizia positiva dunque.
Efficienza energetica, FIRE: “Necessario rilancio meccanismo certificati bianchi” (VIDEO)
Il potenziale di circa 750 ktep associato ai progetti presentati negli ultimi anni è l’altra notizia positiva, che può aiutare a rilanciare la realizzazione di interventi di efficientamento energetico e dunque l’offerta di certificati bianchi. Questi temi sono stati il focus della Conferenza Fire dedicata ai Tee, evento che ogni anno si svolge proprio con l’obiettivo di permettere il confronto, l’aggiornamento e il dialogo tra istituzioni ed operatori. “I benefici del meccanismo dei certificati bianchi sono molteplici e determinanti per la definizione delle politiche legate alla transizione energetica” ha detto Di Santo, direttore Fire, che ha continuato “anzitutto si evidenziano gli oltre 29 milioni di tonnellate equivalente di petrolio di risparmi energetici cumulati generati in questi anni; inoltre in questo schema i risparmi energetici sono misurati e dunque effettivi”.
“La misura dei risparmi è anche alla base della qualificazione degli operatori di mercato e ha consentito la raccolta di numerose informazioni da parte del Ministero e del Gse, utili per la definizione sia di questa politica sia di altre rivolte all’efficienza energetica. Dopo alcuni anni di difficoltà, si sono di nuovo create le condizioni per una crescita del meccanismo, per la quale sono di aiuto sia il decreto direttoriale, sia l’approccio di dialogo adottato dal Gse” ha aggiunto Di Santo che ha quindi evidenziato come la rincorsa a target crescenti, unita alla crisi dei prezzi, sta trasformando il tema energetico da un problema di domanda a un problema di offerta. È una situazione che richiede ancora più attenzione nell’uso delle politiche, sia per ridurre effetti speculativi, sia per strutturare la capacità dell’offerta, che diventa il primo obiettivo.
Marco De Min di Arera ha poi tracciato un quadro sul contributo tariffario e sul mercato dei Tee, in particolare evidenziando come la riduzione degli obiettivi disposta dal D.M. 21 maggio 2021 abbia consentito già nell’anno d’obbligo appena conclusosi di riportare domanda e offerta di titoli su livelli tra loro coerenti. Per il Gse ha parlato Luca Barberis che ha riportato alcuni dati: nel 2021 il Gse ha riconosciuto 1.120.672 Tee, mentre i risparmi conseguiti di energia primaria certificati nel 2021 sono pari a 396 ktep.
Barberis ha evidenziato la volontà dell’Ente di intraprendere molteplici azioni per superare le criticità degli operatori, tra cui l’incremento delle interlocuzioni con gli operatori, le associazioni di categoria e le istituzioni. Ha inoltre ricordato che il Gestore fornisce assistenza dedicata agli operatori. È stata poi la volta degli operatori: Claudio Palmieri di Hera, Pasquale Monti di Enel X e Anna Maria Desiderà di Rödl & partner che hanno espresso alcune considerazioni sul decreto e sulle le dinamiche che ruotano attorno ai Tee.
Palmieri ha puntato l’attenzione sulle aste evidenziando che la strada per la ripresa del meccanismo dei TEE passa attraverso un forte rilancio della liquidità nella borsa dei titoli. Desiderà ha tracciato quelli che sono i tratti principali dei contenziosi affrontati dallo studio legale, mentre Monti ha ricordato l’importanza della misura, fondamentale per poi richiedere i Tee.
(AdnKronos)
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