Migranti, marittimista Loffreda: “Possibile richiedere asilo a bordo navi ong”
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“A bordo della Humanity 1 non ci sono naufraghi, ma migranti. Tanto più che la nave in questione è attrezzata ed equipaggiata proprio per ospitarli e provvedere a tutte le loro esigenze di accoglienza. Nel caso di specie, poi, i migranti sono saliti a bordo in acque internazionali trasbordando da altre unità navali di collegamento, dette feeder, e quindi poco si addice, a loro, giuridicamente la qualifica di ‘naufrago’, che ricorrerebbe invece in regime di Sar (Search and Rescue – ndr)”. Così interviene su Linkedin, sul caso della Humanity 1, il marittimista Giuseppe Loffreda, riconosciuto da Chambers & Partners tra i migliori esperti italiani degli ultimi anni, già partner dello studio legale Gianni & Origoni e fondatore nel 2021 di Legal4Transport, network di professionisti qualificati ed esperti in diritto della navigazione e dei trasporti, relative infrastrutture e servizi complementari.
“Nulla escluderebbe ai fini della richiesta di asilo, di applicare a bordo delle navi Ong il Regolamento di Dublino, ed in particolare l’Art. 13, che attribuisce la competenza ad esaminare la domanda di protezione internazionale allo Stato membro la cui frontiera è stata varcata dal richiedente in provenienza da un paese terzo. E la frontiera è – rimarca il giurista – nel caso di navi, rappresentata dal bordo della nave stessa. Ciò in base all’Art. 91 (genuine link tra nave e paese Eu di bandiera) e all’Art. 92 (full jurisdiction del paese Eu di bandiera a bordo delle proprie navi in acque internazionali) della #Unclos”.
“Il comandante della nave, essendo un pubblico ufficiale dello stato di bandiera, potrebbe ricevere le domande dei richiedenti asilo ed inoltrarle (ad esempio via e-mail) alle autorità del paese Eu di bandiera competenti. Esisterebbe già un precedente; si tratta della nave Ong spagnola “Open Arms”, che avrebbe raccolto a bordo le richieste di asilo dei migranti. Era il 2020. È fatta sempre salva – conclude Loffreda – la protezione della vita umana in mare e quindi il diritto della nave di dirigere verso un vicino approdo in caso di emergenze”.
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(AdnKronos)
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