Tetto ai contanti, pagare con carte e bancomat diventa più difficile
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Più denaro contante in circolazione, meno pagamenti digitali. L’equazione è difficilmente contestabile e chiama in causa lo sviluppo della moneta elettronica e la tracciabilità delle spese. Si discute sulle conseguenze per la lotta all’evasione, attestate dalla crescita dell’economia sommersa in corrispondenza dell’aumento del tetto previsto per l’uso dei contanti, evidenziato da Bankitalia già nel 2016 quando il governo Renzi scelse la soglia di tremila euro. Ma ci sono anche conseguenze per la diffusione dei pagamenti digitali e il rispetto delle norme previste.
Non è un mistero che in Italia pagare nei negozi con una carta, sia il bancomat o la carta di credito, non sia così facile. E che l’atteggiamento di tanti esercenti, soprattutto quelli più piccoli, sia un fattore che spinge a girare con una quantità maggiore di banconote in tasca. I cartelli che indicano guasti al Pos o alla rete, oppure i rifiuti che si registrano frequentemente, più o meno cordiali, testimoniano un’avversione ancora diffusa alla moneta digitale.
Pesano le commissioni, che secondo le associazioni di categoria restano troppo alte. Ma pesa anche la volontà di nascondere al fisco una quota delle transazioni. Tanto che non è così inusuale ricevere offerte di sconti in caso di pagamenti in contanti. Basta chiedersi quanti siano gli autonomi, l’idraulico, il falegname, ma anche i liberi professionisti, dal dentista all’avvocato, che chiedono di essere saldati con le banconote.
C’è una legge che obbliga ad accettare i pagamenti digitali ma le sanzioni non arrivano quasi mai. Perché? Per i trasgressori, sono esentati solo tabaccai, benzinai e studi associati, è prevista dal 1 luglio 2022 una sanzione di 30 euro, alla quale si aggiunge il 4% del valore della transazione per cui viene rifiutata l’accettazione del pagamento. Il problema è un altro. L’esercente non può essere sanzionato se non viene denunciato dal cliente a cui viene negato il pagamento elettronico.
Da quando il tetto all’uso del contante sarà alzato, aumenterà il numero delle transazioni che potranno essere fatte con le banconote e, prevedibilmente, ci sarà una frenata nella diffusione dei pagamenti digitali. Gli italiani torneranno a girare con più denaro in tasca, troveranno più negozianti con il Pos fuori uso, e pagare con carta e bancomat diventerà ancora più difficile.
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(AdnKronos)
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