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Muoversi rapidamente, “fare in fretta” per arginare la corsa delle bollette e dei carburanti con prezzi schizzati alla pompa. Questa la raccomandazione di Mario Draghi ieri a Palazzo Chigi nella riunione con i ministri dell’Economia e della Transizione ecologica e i capi di gabinetto sul cosiddetto taglia prezzi, ovvero il pacchetto di misure che il governo intende mettere in campo per fronteggiare i rincari “al più presto”, la raccomandazione del presidente del Consiglio, raccontano alcuni presenti all’Adnkronos.

Per questo si punta ad approvare il pacchetto di misure in una riunione del Cdm che potrebbe tenersi già nella giornata di giovedì. Al Mef e al Mite si lavora alacremente all’intervento da mettere in campo, che passa dalla rateizzazione delle bollette al taglio del prezzo della benzina e del diesel usando l’extra gettito Iva sui carburanti di questi ultimi mesi. L’ipotesi accarezzata nella riunione di ieri, e su cui punterebbe lo stesso premier, è quella di uno sconto di 15 centesimi a litro alla pompa, sia per la benzina che per il gasolio, in linea con quanto fatto in Francia e con quel che si appresta a fare la Germania alle prese con la stessa emergenza.

Ma fonti presenti alla riunione di ieri spiegano che con l’extra gettito Iva si finanzierebbe soltanto un mese di ‘sforbiciata’, da qui l’idea di tornare a puntare sugli extraprofitti delle imprese di alcuni settori interessati, così da spingere giù i prezzi preservando la stabilità della finanza pubblica. Ovvero senza mettere mani alle casse dello Stato aprendo a nuovi scostamenti di bilancio, ipotesi che vede in pressing i partiti ma che continua a non convincere Palazzo Chigi. Almeno nell’immediato.

Intanto è stato convocato un preconsiglio nella giornata di oggi, all’ordine del giorno un decreto legislativo sui fallimenti d’impresa in scadenza. Non si esclude, dunque, che un’altra riunione del consiglio dei ministri si tenga già domani, magari anche per dare spazio a un altro provvedimento molto atteso, quello della roadmap sulle riaperture. Su questo tema c’è stato un confronto questa mattina a Palazzo Chigi tra il premier, il ministro della Salute Roberto Speranza, e i vertici del Cts nelle persone di Franco Locatelli e Silvio Brusaferro.

Fonti di governo spiegano tuttavia che il decreto in questione “è ancora ballerino, tutto è ancora aperto”, ovvero non si ha certezza di riuscire a chiudere il testo già domani, complice una situazione che registra la risalita dei contagi, minando l’ottimismo. Dunque due sono le ipotesi in campo: un doppio Cdm, uno domani e l’altro giovedì, oppure un’unica riunione ‘monstre’ nella giornata di giovedì. Sempre che roadmap e ‘taglia prezzi’ siano entrambi pronti, chiusi. Anche se nel governo c’è consapevolezza della necessità di chiudere al più presto. Soprattutto sui rincari Draghi è stato chiarissimo: fare in fretta, non c’è tempo da perdere.

(AdnKronos)

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