
Processo Netanyahu, il tribunale respinge la richiesta di sospensione
La guerra a Gaza e il conflitto con l’Iran non bastano a rinviare le udienze. Il premier dovrà presentarsi in aula
Il tribunale di Gerusalemme ha respinto la richiesta di sospensione del processo per corruzione a carico del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, non ritenendo sufficienti le motivazioni legate alla guerra a Gaza e al recente conflitto con l’Iran. La giudice Rivka Friedman-Feldman, secondo quanto riportato dall’emittente N12, ha accolto la posizione della procura, stabilendo che non è stata fornita una spiegazione dettagliata o valida che giustifichi il rinvio o la mancata presenza dell’imputato.
Netanyahu è sotto processo da anni per tre distinti casi che lo vedono accusato di corruzione, frode e abuso di fiducia. In uno di questi, il premier e sua moglie Sara Netanyahu sono accusati di aver ricevuto regali di lusso per un valore di circa 250.000 euro, tra cui sigari, champagne e gioielli, in cambio di favori politici a noti miliardari. Negli altri due episodi, Netanyahu è sospettato di aver tentato accordi segreti con editori per ottenere una copertura mediatica più favorevole su testate influenti.
Il procedimento giudiziario, che procede a ritmo rallentato da tempo, non sarà dunque interrotto, nemmeno in un momento di alta tensione politica e militare. Il tribunale ha confermato le prossime udienze, obbligando il primo ministro a proseguire la sua difesa in aula.
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