
Putin amplia l’esercito: 160mila nuovi coscritti per la guerra in Ucraina
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La Russia avvia la più grande leva militare degli ultimi 14 anni: le nuove reclute, ufficialmente escluse dal fronte, potrebbero però finire a presidiare i territori occupati
Vladimir Putin ha ordinato una nuova ondata di coscrizioni: 160mila giovani russi tra i 18 e i 30 anni verranno arruolati nell’esercito nell’ambito della leva di primavera. È la campagna di reclutamento più massiccia dal 2010 e arriva mentre la Russia entra nel terzo anno di guerra contro l’Ucraina. Il decreto presidenziale segna un ulteriore rafforzamento dell’apparato bellico di Mosca, in un momento in cui il conflitto sembra sempre più radicato e privo di sbocchi diplomatici.
Ufficialmente, i coscritti non dovrebbero essere inviati al fronte, ma la realtà spesso racconta un’altra storia. Non è la prima volta che emergono testimonianze di giovani soldati finiti nei combattimenti, nonostante le rassicurazioni del Cremlino. In particolare, alcuni reparti composti da militari di leva sarebbero stati schierati nella regione di Kursk, al confine con l’Ucraina, un’area che le forze di Kiev attaccano dall’estate 2024.
Il ministero della Difesa russo, nel tentativo di smorzare le preoccupazioni, ha dichiarato che i nuovi soldati non verranno mandati nelle zone più calde del conflitto, come le regioni di Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia, che Mosca considera parte del proprio territorio dopo le annessioni del 2022. Tuttavia, la credibilità di queste promesse è minata dalle continue segnalazioni di giovani coscritti spediti in prima linea senza alcuna esperienza. Le nuove reclute partiranno per le loro destinazioni già dal 10 aprile, ha precisato il viceammiraglio Vladimir Tsimlyansky, responsabile della mobilitazione nell’esercito russo.
Parallelamente, i negoziati per una tregua si muovono tra mille ambiguità. Gli Stati Uniti hanno avanzato una proposta di cessate il fuoco che l’Ucraina ha accettato, ma Mosca non ha dato segnali concreti di voler fermare la guerra. Ha concesso solo un’apparente disponibilità a una pausa negli attacchi alle infrastrutture energetiche e nel Mar Nero, ma la realtà sul campo racconta una storia diversa: bombardamenti e raid continuano a ritmo serrato.
Un’analisi dell’Institute for the Study of War (Isw), think tank statunitense, ha evidenziato un’evoluzione nella strategia militare russa. Nel fine settimana, le forze di Mosca hanno colpito un ospedale militare e un’infrastruttura civile a Kharkiv, mentre droni a lungo raggio sono stati impiegati in modo più sofisticato per attaccare obiettivi in Ucraina. Secondo i blogger militari russi, ritenuti vicini al Cremlino, Mosca avrebbe affinato le proprie tecniche, usando droni che sorvolano i bersagli a distanza prima di colpire con maggiore precisione.
Questa nuova tattica è stata determinante nei recenti attacchi su Kharkiv, Odessa e Dnipro, rendendo ancora più difficile la difesa per le forze ucraine. Il messaggio di Putin è chiaro: la guerra non si ferma, e la macchina bellica russa si rafforza con nuove leve, mentre il Cremlino continua a giocare su più fronti, tra diplomazia di facciata e un conflitto che si fa sempre più brutale.
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(con fonte AdnKronos)
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