Israele colpisce in Iran: attacco di 5 ore in risposta a missili 1° ottobre, i particolari
Operazione massiccia nella notte del 26 ottobre: Israele lancia attacchi aerei su Teheran in risposta al lancio missilistico del 1° ottobre. Avvisi preliminari e mediazioni internazionali non bastano a contenere le tensioni
Nella notte tra il 25 e il 26 ottobre, Israele ha sferrato un massiccio attacco aereo contro obiettivi militari iraniani in risposta al lancio di missili da parte di Teheran il 1° ottobre. Con oltre 100 aerei in azione e un’operazione durata circa cinque ore, Tel Aviv ha preso di mira numerose strutture di difesa iraniane. Gli obiettivi principali includevano impianti di produzione di missili e sistemi di difesa aerea, colpiti in due fasi principali: la prima ondata è partita attorno all’1 italiana, seguita da un secondo attacco alle 4 del mattino. L’azione è stata progettata per arrecare danni significativi, evitando però siti nucleari e petroliferi per scongiurare un’escalation immediata.
In un annuncio ufficiale, il portavoce delle Idf, contrammiraglio Daniel Hagari, ha dichiarato la “missione compiuta” e ha confermato che tutti gli aerei israeliani sono rientrati in sicurezza. “Come ogni Stato sovrano, Israele ha il diritto e il dovere di rispondere agli attacchi,” ha affermato Hagari. Gli attacchi, coordinati dal Capo di Stato Maggiore Herzi Halevi (in foto a sx) e dal comandante dell’Aeronautica Tomer Bar (in foto a dx), sono stati diretti da un bunker sicuro nel quartier generale dell’esercito a Tel Aviv, alla presenza del premier Benjamin Netanyahu.
Prima dell’attacco, Israele avrebbe inviato avvertimenti all’Iran, trasmessi tramite mediatori esteri come il ministero degli Esteri olandese, invitando Teheran a non rispondere per evitare ulteriori escalation. Fonti vicine a Tel Aviv hanno riferito ad Axios che Israele ha esplicitato all’Iran gli obiettivi attaccati e quelli che non sarebbero stati toccati, avvisando che qualsiasi risposta iraniana avrebbe comportato una nuova ondata di attacchi più intensi.
Gli Stati Uniti erano a conoscenza dell’operazione, anche se non vi hanno partecipato. Un funzionario americano, parlando con il Washington Post, ha definito il raid israeliano come un “atto di autodifesa” e ha espresso il desiderio che l’attacco notturno ponga fine allo scontro diretto. Un portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale USA ha ribadito l’appoggio alla difesa israeliana e ha descritto l’attacco come una rappresaglia legittima.
La reazione di Teheran è stata prudente: l’agenzia di stampa semi-ufficiale Fars ha riportato che Israele ha colpito “diverse basi militari” nel sud, nell’ovest e a Teheran, ma molti media locali hanno minimizzato i danni, mandando in onda la programmazione regolare. Tasnim News, vicina alle forze dei Guardiani della Rivoluzione Islamica, ha dichiarato che i rumori di esplosioni erano dovuti alle difese aeree iraniane. L’Iran ha risposto duramente tramite i media, dichiarando che “non esiterà a rispondere” ma, secondo alcune fonti, avrebbe comunicato tramite mediatori che, per ora, non risponderà all’attacco israeliano per evitare un conflitto diretto.
Questi eventi segnano un momento critico di tensione per il Medio Oriente, con ottobre segnato da azioni militari e rappresaglie che hanno destabilizzato ulteriormente la regione. Le tensioni erano già alte dopo l’uccisione del leader di Hezbollah Hasan Nasrallah a Beirut e dell’esponente di Hamas Yahya Sinwar a Gaza. La politica estera di Teheran è da settimane sotto pressione per rispondere agli attacchi, ma mantiene una linea che potrebbe prevenire un conflitto su larga scala.
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(con fonte AdnKronos – Foto: Il capo di stato maggiore, il maggiore generale Herzi Halevi (a sinistra), comanda l’attacco all’Iran dalla base dell’aeronautica militare di Kirya insieme al comandante dell’aeronautica, il generale Tomer Bar – x.com/IAFsite)
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