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Sostenibilità o progresso economico? Un contrasto cui sembra impossibile rinunciare ma che forse, in realtà, non ha senso di esistere: progresso sostenibile non è un ossimoro, ma una realtà concreta se si guardano gli esempi virtuosi.

“Gli stessi cittadini, in Europa e nel resto del mondo, sono sempre più attenti all’impatto sociale e ambientale delle proprie scelte”, spiega all’Adnkronos Anna Fasano, presidente di Banca Etica che oggi presenta, nella sede del CNEL, la ricerca AICCON (Centro Studi promosso dall’Università di Bologna) per i 25 anni di attività dell’istituto. L’indagine “Azionisti del bene comune. 25 anni per la pace l’ambiente e l’inclusione” mostra con chiarezza gli scenari presenti e futuri della finanza valoriale ed è stata realizzata su un campione di 3795 clienti.

Un dato balza subito all’attenzione: tra chi ottiene il credito da Banca Etica, quasi 1 su 4 (23%) aveva ricevuto il rifiuto da un altro istituto di credito. La percentuale sale fino al 41,7% nel caso di organizzazioni non socie di Banca Etica.

I risultati raggiunti dal gruppo segnano un importante solco nel ridurre l’esclusione creditizia e fa ben sperare per gli sviluppi futuri: “I risultati di Banca Etica sono il successo di tutta l’economia sociale”, aggiunge la presidente dell’istituto Anna Fasano.

Che rapporto hanno gli italiani con la finanza etica?

“Il rapporto tra gli italiani e la finanza nasce secoli fa ed è legato al tema del credito, al dare fiducia e sostegno ai progetti delle persone. Nel tempo – spiega Fasano – si è creato un distacco tra il mondo bancario-finanziario e la percezione di quanto la finanza possa dare non tanto allo sviluppo della nostra società, quanto alla possibilità di incidere sulle scelte della finanza oggi e nel futuro. Da qui alcuni dati sulla fiducia nel mondo banche e finanza e sull’
educazione finanziaria
, che in Italia è molto carente rispetto al resto d’Europa, come confermato da diverse ricerche”.

Quali scelte istituzionali possono incentivare la diffusione e il consolidamento della finanza etica?

“Senz’altro scelte istituzionali che appartengono all’Italia e all’Europa potrebbero permettere lo sviluppo di tutto il comparto della finanza etica e della finanza value based”, risponde la presidente Fasano che spiega il significato del termine: “Finanza value based, o valoriale, significa mettere al centro dei vari rating utilizzati negli indicatori il valore che produce l’impatto sociale e ambientale generato grazie al credito e agli investimenti. Strumenti tipici del mondo bancario e finanziario che danno la possibilità di incidere sulla realtà e che maggiormente contribuiscono al benessere del pianeta e delle persone, rendendo l’accesso al credito più semplice”.

Un approccio che non è nemico della redditività: “questi strumenti possono rendere anche il lavoro stesso delle banche più profittevole – spiega Anna Fasano – perché ci sono una serie di accantonamenti, di patrimoni e di asset su cui si può costruire”.

Quale strategia adotta Banca Etica per permettere l’accesso al credito anche a chi ha subito il rifiuto da un altro istituto?

“Banca Etica da sempre misura la capacità del richiedente non solo attraverso un’istruttoria economico-finanziaria ma anche attraverso un’istruttoria socio-ambientale. Questo vuol dire far emergere anche quelle caratteristiche che i soggetti più fragili potrebbero non presentare spontaneamente quando si rivolgono ad un istituto bancario”.

È questa la fase in cui la finanza valoriale genera un risultato win-win: “Dare credito a progetti e organizzazioni, persone che hanno un impatto sociale, ambientale importante vuol dire anche costruire degli strumenti di garanzia a supporto di situazioni che potrebbero sembrare fragili, borderline, ma che invece hanno grandi potenzialità”.

In che modo Banca Etica misura l’impatto sociale degli investimenti in finanza valoriale?

“Banca Etica da sempre è attenta alle conseguenze non economiche delle azioni economiche. Negli ultimi anni l’istituto ha sviluppato una capacità e questo non è avvenuto solo tramite la rendicontazione. Da una parte – spiega la presidente Anna Fasano – c’è il ruolo dell’analisi e della rendicontazione degli indicatori Esg, dall’altra c’è la scelta di fissare a monte degli obiettivi di impatto. In questo modo gli indicatori servono a dare degli obiettivi concreti anche alla stessa realtà, organizzazione o soggetto che richiede un finanziamento o vuole fare un investimento.

[In foto: Anna Fasano, presidente di Banca Etica]

Quali tendenze emergenti vedete nella finanza valoriale e nelle richieste degli investitori?

“I dati diffusi dai vari studi di ricerca ci dicono che le persone sono sempre più attenti ai prodotti e ai servizi Esg”, dice Fasano che però lancia un monito: “negli ultimi mesi è calata l’attenzione su questi aspetti, perché il tema ambientale è passato in seconda battuta rispetto agli ultimi anni. Faccio un esempio su tutti: il tema delle armi, che per noi è un settore controverso che rende l’impatto sociale negativo, invece, per l’Europa assume sempre più rilevanza e va al centro della tassonomia sociale”, avverte Fasano.

“Quindi – chiosa la presidente dell’istituto – gli investitori vorrebbero alimentare un mondo migliore attraverso i propri risparmi però gli indicatori e anche i vari soggetti finanziari, in questo momento, stanno tirando un po’ il freno a mano di fronte a una situazione geopolitica incerta come quella che stiamo vivendo oggi”.

Finanza valoriale, una speranza per il futuro

Anna Fasano illustra orizzonti costruttivi per il futuro: “Nel mondo e anche in Italia i cittadini si stanno ponendo la domanda giusta: ‘Come posso contribuire con i miei soldi a sviluppare una società e un’economia attenta al pianeta e alle persone?’ Qui – spiega la presidente di Banca Etica – comincia la ricerca delle dei risparmiatori e delle risparmiatrici nell’individuare banche che rispondano alla loro volontà e alle loro esigenze. Da qui – sostiene convintamente Anna Fasano – inizia un cambiamento, una trasformazione che potrà avere anche un impatto su tutta la finanza. Anche questo è il ruolo di Banca Etica: far sì che anche il mondo bancario e finanziario possa cambiare con una rivoluzione dal basso, una rivoluzione che parte dalle persone”.

Banca Etica e finanza valoriale

Giunta oggi al 25mo anniversario dalla fondazione (1999), la storia dell’istituto nasce a Padova e oggi conta 48 mila persone e organizzazioni socie con un capitale sociale di oltre 92 milioni di euro a fine 2023. La Banca offre uno spaccato sulla crescita, in Italia, della finanza valoriale che registra una crescita media annua nell’ultimo decennio del +7,5% contro lo 0,4% del sistema bancario in generale.

Un progresso su cui l’istituto ha avuto un ruolo importante con oltre un miliardo e 200 milioni di crediti attualmente in corso. La conferma arriva dall’indagine realizzata da AICCON: 7 persone su 10 ritengono che Banca Etica sia stata realmente capace di contaminare in senso positivo l’intero sistema socio-economico.

Particolarmente rilevanti i dati sulla sostenibilità del settore e dell’istituto nella ricerca presentata oggi al CNEL: nel periodo 2007-2023, in Italia, la finanza etica ha registrato una crescita di capitale sociale che complessivamente supera il 300%. Un successo dovuto anche al nuovo player dell’istituto nel panorama bancario italiano, ma che resta soddisfacente anche considerando le linee guida europee in materia di solidità bancaria, Basilea III e il regolamento europeo sui requisiti patrimoniali, Capital Requirements Regulation (Crr). Secondo questa analisi Banca Etica registra livelli di solidità patrimoniale in linea con il sistema bancario tradizionale e spesso migliori.

Non solo: le sofferenze per Banca Etica sono stabilmente molto al di sotto rispetto alla media del sistema bancario. Nel 2023 le sofferenze nette per Banca Etica si sono attestate sullo 0,23%, ben al di sotto della media del sistema bancario italiano (1,05%).

Sì: sostenibilità e progresso economico possono convivere.

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(AdnKronos)

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