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Caro energia, la Ue mette in campo un nuovo pacchetto per contrastare i rincari continui del gas e, a cascata, delle bollette che famiglie e imprese faticano sempre di più a pagare. Pacchetto presentato questo pomeriggio dalla Commissione europea a Strasburgo. Tra i punti principali un tetto “dinamico” e “temporaneo” ai prezzi del gas, a breve, da utilizzare sul Ttf olandese ma estendibile ad altre piazze europee. Entro marzo 2023, un benchmark complementare al Ttf, specificamente concepito per il gas naturale liquefatto (Gnl). Stabilizzatori automatici per limitare la volatilità intraday sulla piazza olandese. Una rinnovata spinta agli acquisti congiunti in vista dell’inverno 2023-24. Un salvagente per le utilities, alle prese con richiami di margine sempre più elevati e in crisi di liquidità. E un giro di vite sul risparmio energetico, per ridurre gli sprechi tuttora diffusi.

Un pacchetto che, ha previsto il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni, “non sarà l’ultimo“, dato che gli Stati membri stanno “gradualmente” arrivando a concordare “vie comuni” per fronteggiare i rincari. Mancano ancora alcuni pezzi fondamentali, ma il puzzle della risposta Ue alla crisi energetica amplificata dalla guerra in Ucraina si va via via componendo. I consumi di gas russo, osserva la Commissione, sono calati al 9% delle forniture via tubo in settembre e al 14% se si include il Gnl, rispetto al 41% via tubo e al 45% includendo il Gnl nel 2021. Le scorte sono oramai piene al 91-92%, ma la situazione resta “estremamente impegnativa”, dato che la vera sfida sarà riempire i serbatoi per l’inverno 2023-24. Pertanto, l’esecutivo Ue propone una serie di misure “temporanee”.

Anzitutto, la Commissione propone di adottare gli strumenti legislativi per acquistare gas in maniera congiunta: se ne parla dal marzo scorso, ma finora gli acquisti collettivi non sono decollati, come ha spiegato Emmanuel Macron, perché le compagnie avevano la priorità di riempire le scorte a tutti i costi, cosa che ha prodotto un aumento dei prezzi, perché gli acquirenti europei si combattevano a colpi di offerte. Per evitare che la cosa si ripeta nella prossima primavera, quando andranno ricostituite le scorte in vista dell’inverno 2023-24, la Commissione propone di aggregare la domanda a livello Ue, di prevedere una partecipazione obbligatoria al meccanismo Ue di aggregazione della domanda nella misura di almeno il 15% della capacità dei depositi, nonché di mettere in piedi un sistema di acquisto volontario che permetta alle compagnie di formare un consorzio europeo di compratori.

Mentre i vaccini anti Covid venivano acquistati dagli Stati, con contratti negoziati dalla Commissione, nell’energia i player sono per lo più privati, o comunque società per azioni, e i mercati sono strutturati e complessi: si passerebbe in pratica ad una temporanea ‘cartellizzazione’ degli acquisti, un consorzio su base volontaria, per aumentare il potere negoziale Ue, dato che la concorrenza interna si rivela controproducente, in queste condizioni. Il meccanismo aiuterà in particolare i Paesi Ue più piccoli, svantaggiati in termini dimensionali. Il tutto verrà fatto “senza abolire le norme Ue sulla concorrenza”, secondo una fonte Ue, ma “in stretto contatto con la Dg Comp”. In pratica, le domande di acquisto delle compagnie verranno centralizzate su una piattaforma, il cui gestore cercherà poi forniture in quantità sufficienti a soddisfare la domanda aggregata. Sono esplicitamente esclusi gli acquisti dalla Russia via gasdotto. Data l’importanza delle infrastrutture di trasporto, trasformazione e stoccaggio del gas, la proposta include regole sulla trasparenza della capacità inutilizzata dei terminali e dei gasdotti, “in caso di congestione a breve termine”.

Per essere meglio preparati all’inverno, vengono proposte misure che consentano agli Stati membri di ridurre in via eccezionale i consumi non essenziali, come il riscaldamento degli spazi aperti, per assicurare che il gas non manchi per i servizi e le industrie essenziali. Gli Stati membri “possono ridefinire chi sono i consumatori protetti di gas”, a patto che le famiglie “vulnerabili” siano protette “in qualsiasi circostanza”. In pratica, spiega un alto funzionario Ue, “dobbiamo essere sicuri di proteggere le famiglie vulnerabili”, ma limitatamente al gas necessario per “riscaldare le case”, non proteggendo a prescindere “tutta la domanda delle famiglie in una misura eccedente il necessario”, vale a dire senza sconfinare in “usi di lusso” del gas. I consumi di gas sono già calati in agosto e settembre di circa il 15% rispetto alla media dei cinque anni precedenti, anche per via del rallentamento dell’economia. Dato poi che gli Stati sono “troppo lenti” nel siglare intese di solidarietà (sono stati siglati solo “6 accordi bilaterali” sui “40 possibili”), la Commissione propone regole di solidarietà “di base”, che assicurino che un Paese membro in difficoltà riceva gas dagli altri, in cambio di un compenso “equo”, calcolato sul prezzo medio di mercato nei 30 giorni precedenti la richiesta.

Per limitare la pressione rialzista sui prezzi, la Commissione “sta sviluppando” un benchmark “complementare” per il gas naturale liquefatto: l’Acer, l’agenzia dei regolatori, dovrebbe raccogliere le informazioni necessarie “entro fine anno”; l’indice dovrebbe essere disponibile in tempo per la prossima stagione di riempimento delle scorte, cioè entro “marzo”. L’indice consentirà di ovviare alla predominanza del Ttf (Title Transfer Facility) un benchmark che risente delle condizioni specifiche dell’Europa nordoccidentale e delle strozzature all’offerta in quell’area e che, quindi ,non rappresenta più tutto il mercato europeo, dove dal 24 febbraio 2022 ha assunto un ruolo crescente il Gnl. Sarà un benchmark di mercato, ma essendo “nell’interesse sia dei venditori che dei compratori”, poiché dovrebbe eliminare un po’ di volatilità, “confidiamo che sia ben accolto” dagli operatori, spiega un alto funzionario Ue.

Nel frattempo, la Commissione intende introdurre un “meccanismo per limitare i prezzi sul Ttf”, da attivare in caso di bisogno. Il meccanismo creerà sul Ttf, e su altre piazze europee all’occorrenza, un “limite di prezzo dinamico” per le transazioni, evitando la volatilità “estrema” ed eccessivi rialzi, come pure la “speculazione”, che “potrebbe provocare difficoltà nella fornitura di gas naturale ad alcuni Stati membri”. Il meccanismo dinamico sarà “focalizzato sul limite superiore” di prezzo ed è stato sviluppato in “collaborazione molto stretta” con gli Stati membri “che hanno investito” nell’elaborazione di modelli.

Tuttavia, i giochi si faranno nel Consiglio, dove ci sono Paesi che “sollevano questioni” sull’opportunità di intervenire sui mercati. Tra gli Stati membri “ci sono visioni diverse” e il dibattito tra i ministri la settimana prossima a Lussemburgo, il 25 ottobre, “mostrerà la zona di atterraggio” per il price cap mobile. Non bisogna illudersi, però, che il tetto mobile possa riportare i prezzi del gas ai livelli pre-guerra in Ucraina: “Siamo in un contesto di alti prezzi – nota un funzionario Ue – e non lo possiamo cambiare”. Il meccanismo servirà però a smussare alcuni “rialzi eccessivi”, determinati da movimenti essenzialmente speculativi. Deprimere troppo i prezzi del gas in Europa potrebbe rivelarsi controproducente, per una serie di motivi. Non ultimo, ricorda un alto funzionario Ue, il fatto, assodato, che i prezzi elevati degli ultimi mesi hanno consentito al Vecchio Continente di “attrarre gas naturale liquefatto”.

Le misure in cantiere “aiuteranno ad abbassare e stabilizzare i prezzi, ma dobbiamo attrarre gas, in un ambiente competitivo con altri player”, in particolare asiatici. Insomma, il gas resterà costoso, anche se sperabilmente meno di adesso, perché se si deprezzasse troppo, andrebbe altrove, verso Paesi disposti a pagarlo di più. Per limitare la volatilità intraday, dovrebbe inoltre essere introdotto un meccanismo volto a mettere un tetto ai rialzi nella giornata sui mercati dei derivati, caratterizzati da una forte volatilità. Per questo la Commissione lavora in stretta collaborazione con l’Esma, l’autorità Ue di regolazione dei mercati finanziari. L’esecutivo comunitario poi “svilupperà con gli Stati membri modalità per limitare l’impatto dei prezzi elevati del gas su quelli dell’elettricità”.

Si tratta dell’estensione della cosiddetta ‘eccezione iberica’, un cap al prezzo del gas usato per la produzione elettrica. L’idea non convince tutti (l’Italia è contraria, perché peserebbe sui conti pubblici) e la Commissione avverte che la proposta comporta “alcuni rischi” se estesa a tutta l’Ue e che gli Stati membri sono “diversi” tra loro. Occorre disegnare una “soluzione” che  “funzioni per tutti” e che sia “in linea” con l’obiettivo di “non aumentare il consumo di gas” e di “gestire i flussi di gas oltre i confini europei”.

La Commissione emenderà inoltre il quadro temporaneo degli aiuti di Stato, “preservando il level playing field nel mercato unico”. Verranno “estesi” i limiti di tempo per il sostegno pubblico alle imprese e verranno offerte “nuove opzioni” per sostenere le imprese, che riducano la domanda di energia. L’esecutivo introduce anche, tramite due regolamenti delegati, misure per allentare la pressione generata sulle utilities, a corto di liquidità per le crescenti margin call (richiami di margine) sui derivati: la soglia di clearing (liquidazione) per le controparti non finanziarie viene innalzata da 3 mld di euro a 4 mld e viene ampliata la lista di asset che le controparti centrali possono accettare a copertura del rischio, cosa che consentirà alle utilities di usare anche altri tipi di garanzia, come quelle statali, per onorare i richiami di margine (è la notifica che un trader, o un’azienda, riceve quando il saldo del conto scende al di sotto del requisito necessario a mantenere aperta una posizione).

Palazzo Berlaymont vuole poi rendere più flessibile la politica di coesione, consentendo di usare alcuni fondi per sostenere le pmi, combattere la povertà energetica, sostenere l’accesso al lavoro. Le spese per queste misure eccezionali potranno raggiungere il 10% dei fondi nazionali di coesione 2014-20: per il 2023 i pagamenti a questo fine dal bilancio Ue potranno ammontare a 5 mld (escludendo ReactEu). In tutto si tratta di circa 40 mld. Oltre a misure per proteggere meglio le infrastrutture critiche, sono proposte anche norme per assicurarsi che nessuna società possa prenotare capacità nelle strutture per il trasporto del gas e lasciarla inutilizzata.

Infine, la Commissione ricorda ancora una volta che le procedure amministrative e autorizzative per realizzare nuovi impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili sono “troppo lunghe”. Con ReactEu, la Commissione ha già fatto proposte per accelerare le procedure, ma non sono state ancora approvate: vista l’urgenza della materia, la Commissione esorta i colegislatori a raggiungere “rapidamente” un accordo sulle proposte. La Commissione è “pronta” a proporre un regolamento, quindi una norma Ue direttamente applicabile in tutti gli Stati membri, per semplificare “direttamente” i processi autorizzativi per alcuni progetti di energia rinnovabile “in modo coordinato e armonizzato nell’Ue”.

L’esecutivo comunitario spera che il pacchetto di misure presentato oggi possa essere approvato “rapidamente”, abbastanza da fare in modo che sia “in vigore durante l’inverno”. Nel pacchetto di oggi manca qualsiasi riferimento a un finanziamento comune delle misure necessarie a combattere il caro energia. La Commissione si limita a ricordare che è “cruciale che siano perseguite soluzioni condivise a livello Ue, per evitare soluzioni nazionali, dipendenti dal differente spazio fiscale nei diversi Stati membri”. Come questo si possa ottenere senza un meccanismo di finanziamento comune, non viene spiegato. La risposta può arrivare solo da Berlino, dove i Liberaldemocratici dell’Fdp sono rimasti fuori dal Parlamentino della Bassa Sassonia e, quindi, si trovano in difficoltà. Il partito guidato dal ministro delle Finanze Christian Lindner sarà ancora più incentivato a distinguersi da Spd e Verdi, non cedendo a misure invise al suo elettorato, come qualsivoglia forma di debito comune Ue.

Nell’attesa che le cose maturino a Berlino, la Commissione prende tempo e lancia una “valutazione” delle necessità di investimento di RePowerEu, il piano volto ad affrontare la crisi energetica e ad affrancare l’Unione dalla dipendenza dai combustibili fossili russi. A parte questo, tuttavia, le misure che l’Unione ha adottato e ha messo in cantiere a più riprese un effetto tangibile lo hanno già ottenuto: il prezzo del gas cala, perché i mercati iniziano a scontare l’effetto dei provvedimenti. I future sul Ttf quotati all’Ice oggi si attestano intorno ai 114 dollari al megawattora per le consegne di novembre, con una discesa di oltre il 10% rispetto alla seduta di ieri. Sono livelli sempre alti rispetto ai dati pre-crisi ma inferiori di circa due terzi rispetto al picco segnato il 26 agosto, ben 349,9 euro al megawattora.

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