Egitto: 5 anni fa rapimento Giulio Regeni, attendiamo ancora risposte dal Cairo
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Era il 25 gennaio del 2016, quando il nostro giovane ricercatore Giulio Regeni, veniva rapito a Il Cairo e poi ritrovato morto, con il corpo straziato, nel successivo mese di febbraio. A tutt’oggi le autorità egiziane hanno messo in atto una serie di depistaggi infiniti oltre a non fornire alcuna seria risposta per quanto accaduto al nostro ragazzo friulano. “Attendiamo piena e adeguata risposta da Egitto” ha dichiarato il presidente Mattarella
Sono passati cinque anni dal rapimento di Giulio Regeni, il giovane ricercatore italiano vittima di indicibili torture e poi assassinato in Egitto. Cinque anni di silenzi assordanti da parte del Cairo che, tra depistaggi e mancate risposte alla Procura di Roma che indaga sull’omicidio, non ha mai dimostrato di voler realmente raggiungere la verità su quanto accaduto in quei giorni a cavallo tra gennaio e febbraio del 2016 e che precedettero il ritrovamento del corpo straziato di Giulio lungo la strada che dalla capitale porta ad Alessandria.
Nei giorni scorsi la Procura di Roma, guidata da Michele Prestipino, ha chiesto il rinvio a giudizio per i quattro 007 egiziani coinvolti nell’inchiesta, con l’udienza preliminare che potrebbe essere fissata entro la fine della primavera.
Mattarella: “Attendiamo piena e adeguata risposta da Egitto”
“Sono trascorsi cinque anni dal rapimento a Il Cairo di Giulio Regeni, poi torturato e barbaramente ucciso dai suoi spietati aguzzini. Un giovane italiano, impegnato nel completare il percorso di studi, ha visto crudelmente strappati i propri progetti di vita con una tale ferocia da infliggere una ferita assai profonda nell’animo di tutti gli italiani”. Lo dichiara il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
“In questo giorno di memoria – continua Mattarella – desidero anzitutto rinnovare sentimenti di vicinanza e solidarietà ai genitori di Giulio Regeni, che nel dolore più straziante sono stati capaci in questi anni di riversare ogni energia per ottenere la verità, per chiedere che vengano ricostruite le responsabilità e affermare così quel principio di giustizia che costituisce principio fondamentale di ogni convivenza umana e diritto inalienabile di ogni persona”.
“L’azione della Procura della Repubblica di Roma, tra molte difficoltà, ha portato a conclusione indagini che hanno individuato un quadro di gravi responsabilità, che, presto, saranno sottoposte al vaglio di un processo, per le conseguenti sanzioni ai colpevoli”.
“Ci attendiamo piena e adeguata risposta – continua Mattarella – da parte delle autorità egiziane, sollecitate a questo fine, senza sosta, dalla nostra diplomazia. In questo doloroso anniversario rinnovo l’auspicio di un impegno comune e convergente per giungere alla verità e assicurare alla giustizia chi si è macchiato di un crimine che ha giustamente sollecitato attenzione e solidarietà da parte dell’Unione Europea. Si tratta di un impegno responsabile, unanimemente atteso dai familiari, dalle istituzioni della Repubblica, dalla intera opinione pubblica europea”, conclude il presidente della Repubblica.
Il messaggio di David Sassoli su Twitter
”Il 25 gennaio, 5 anni fa, Giulio Regeni veniva sequestrato e poi brutalmente torturato e ucciso dalle forze di sicurezza egiziane. Un sentito grazie alla magistratura italiana per l’importante lavoro svolto. Non ci stancheremo mai di chiedere giustizia”, ha scritto oggi il presidente del Parlamento europeo David Sassoli su Twitter.
(AdnKronos)
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