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Via libera del Consiglio dei ministri al dl ‘ponte’ che proroga al 31 gennaio lo stop all’attività di riscossione, invio di cartelle esattoriali compreso. Semaforo verde anche alla relazione per la richiesta di scostamento di bilancio da sottoporre al Parlamento per un totale di 32 miliardi.

Inizialmente si era parlato di una richiesta di 24 miliardi, poi i numeri sono saliti fino a raggiungere quota 32.

La richiesta di 32 miliardi di scostamento risponde alla necessità di coprire, col prossimo decreto ristori, l’estensione e il rafforzamento delle misure restrittive adottate mercoledì dal governo per contenere l’epidemia, avrebbe affermato il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, secondo quanto si apprende, nel corso del Consiglio dei ministri. Lo scostamento coprirà anche un intervento di rimodulazione dell’attività della riscossione: questa misura di rimodulazione si renderà necessaria anche per evitare gli assembramenti negli uffici dell’agenzia delle entrate, avrebbe affermato ancora.

“In Cdm abbiamo appena approvato una nuova richiesta di scostamento per 32 miliardi di euro. Abbiamo il dovere, ancora una volta, di dare sostegno immediato alle attività produttive, ai lavoratori, alle famiglie colpite. Sosteniamo l’economia e programmiamo il rilancio”. Lo scrive su Twitter il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà.I 32 miliardi serviranno per finanziare la proroga della Cassa integrazione covid e le altre misure di sostegno a lavoratori e imprese del prossimo #DecretoRistori. Andiamo avanti, uniti”, scrive la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, su Twitter.

“Si era partiti da dieci miliardi e si era prima passati al doppio, ma so che i nostri ministri hanno spinto per avere il massimo ottenibile secondo quanto previsto dalle Ue. Da questo atto seguirà un decreto per dare respiro alle nostre imprese e lavoratori. Mi sembra il modo migliore per chiudere questa assemblea”, ha detto il capo politico del Movimento 5 Stelle Vito Crimi, chiudendo l’assemblea congiunta dei parlamentari.

Stop all’invio delle cartelle esattoriali e di altri atti fiscali fino al 31 gennaio

Il consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge che, si legge nella nota di palazzo Chigi, ”prevede l’ulteriore differimento, dal 31 dicembre 2020 al 31 gennaio 2021, dei termini previsti per la notifica degli atti di accertamento, di contestazione, di irrogazione delle sanzioni, di recupero dei crediti di imposta, di liquidazione e di rettifica e liquidazione, nonché degli altri atti tributari elencati dall’articolo 157 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34”.

Il provvedimento, inoltre, sposta al 31 gennaio 2021 ( dal 31 dicembre 2020) il termine finale di scadenza dei versamenti, derivanti da cartelle di pagamento, nonché dagli avvisi esecutivi previsti dalla legge, relativi alle entrate tributarie e non, sospesi dal decreto legge dello scorso marzo. Per effetto di tale intervento, spiega palazzo Chigi, ”fermo restando quanto disposto in relazione alla salvezza delle attività compiute e degli effetti prodottisi nel periodo dal primo gennaio 2021 alla data di entrata in vigore del decreto-legge appena approvato, la sospensione degli stessi versamenti opera senza soluzione di continuità dalla data iniziale della stessa (21 febbraio 2020 per i debitori con residenza/sede operativa/sede legale nei comuni della prima “zona rossa”, 8 marzo 2020 per tutti gli altri) fino alla data del 31 gennaio 2021”.

Slitta al 31 gennaio 2021 anche la scadenza della sospensione degli obblighi di accantonamento derivanti dai pignoramenti presso terzi, effettuati dall’agente della riscossione e dagli altri soggetti titolati, aventi ad oggetto le somme dovute a titolo di stipendio, salario, altre indennità relative al rapporto di lavoro o di impiego, comprese quelle dovute a causa di licenziamento, nonché a titolo di pensione, di indennità che tengono luogo di pensione, o di assegni di quiescenza. Palazzo Chigi spiega che ”restano comunque acquisiti, per quanto attiene ai versamenti eventualmente eseguiti nello stesso periodo, gli interessi di mora, le sanzioni e le somme aggiuntive già corrisposti. Restano fermi gli accantonamenti effettuati e restano definitivamente acquisite e non sono rimborsate le somme accreditate nel suddetto periodo”.

Inoltre, si legge nella nota, ”restano prive di qualunque effetto le verifiche relative all’adempimento degli obblighi di versamento derivanti dalla notifica di cartelle di pagamento da parte dei beneficiari di pagamenti delle pubbliche amministrazioni, eseguite sempre nel medesimo periodo, per le quali l’agente della riscossione non abbia già notificato l’ordine di versamento. Pertanto, i soggetti pubblici provvedono ad effettuare il pagamento a favore del beneficiario”.

(AdnKronos)

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