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Sulla variante inglese del nuovo coronavirus “c’è stato troppo rumore per un qualcosa peraltro senza fondamento scientifico; l’annuncio è del ministero inglese, ma senza una pubblicazione scientifica su una rivista ‘peer-review'”. Lo sottolinea all’Adnkronos Salute l’infettivologo Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova e componente dell’Unità di crisi Covid-19 della Liguria, commentando la pericolosità della variante di Sars-CoV-2 scoperta nel Regno Unito.

“In un laboratorio di genomica inglese è stato trovato che il coronavirus pare aver avuto una mutazione che però non inficia sulla mortalità e sull’aggressività del virus, ma aumenta la contagiosità del 70%. Non è una dato però approvato scientificamente – prosegue Bassetti -. I virus normalmente mutano, ci sono state già altre segnalazione sul coronavirus e il virus dell’influenza, ad esempio, ha mutazioni velocissime mentre questo un po’ meno. Quindi era già successo e ci sono pubblicazioni su ‘Nature’, è dunque probabile che questa mutazione sarà trovata anche in Italia, ma non dobbiamo temere nulla”.

Il vaccino anti-Covid “funzionerà anche contro la variante inglese. La mutazione, anche se presente, riguarda una piccola parte del codone virale, quindi – spiega ancora Bassetti – una piccola parte del genoma, una piccola parte della proteina ‘Spike’, mentre il vaccino è indirizzato verso una grande proteina Spike: per cui, anche se cambia una minima parte, non cambia la struttura portante. Il vaccino funziona e funzionerà. E anche se ci saranno mutazioni in futuro, si possono modificare i vaccini”.

 

(AdnKronos)

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