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Sulla possibilità che il vaccino anti-Covid venga effettuato anche da chi ha patologie autoimmuni, “teoricamente non ci dovrebbero essere problemi, anche se in alcuni soggetti questi vaccini inducono una forte infiammazione e quindi un minimo di cautela è necessaria. Ma ci tengo a ricordare che, a differenza dei vaccini, i virus sono dei noti attivatori di malattie autoimmuni e che tra vaccino e infezione è sempre meglio il primo, anche per un paziente autoimmune”. Lo chiarisce l’immunologa dell’Università di Padova, Antonella Viola, in un post su Facebook.

Chi è affetto da malattie autoimmuni potrà fare il vaccino anti-Covid: “è la domanda che mi viene rivolta più spesso e non riguarda solo il vaccino Covid-19, ma anche quello per l’influenza”, precisa Viola che aggiunge: “Purtroppo tutte le persone che mi scrivono dichiarano, di non aver mai effettuato la vaccinazione, pur essendo spesso anziani, a rischio e con una patologia autoimmune assolutamente controllata o addirittura silente da decenni”.

“Nel 2019 sono state pubblicate le raccomandazioni per le vaccinazioni nei pazienti adulti e con patologie autoimmuni (Eular 2019). E si scrive chiaramente che la vaccinazione antinfluenzale è fortemente consigliata nella larghissima maggioranza dei pazienti. Così come quella anti-pneumococco – rimarca l’immunologa – Per quanto riguarda la vaccinazione anti-Covid non sappiamo ancora cosa si deciderà di fare. Non abbiamo esperienza di vaccini basati su mRna nei pazienti con autoimmunità”.

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