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“Personalmente sono convinto che la soluzione più razionale ed efficace sia quella di controllare la febbre a casa e non a scuola: dovrebbero farlo i genitori ogni mattina”. A spiegare all’Adnkronos Salute le “3 ragioni” a favore del controllo domestico quotidiano della temperatura degli alunni, tema ‘caldo’ nei giorni della ripresa dell’attività scolastica, è Luca Richeldi, direttore dell’Uoc di Pneumologia del Policlinico Gemelli Irccs di Roma e membro del Comitato tecnico scientifico (Cts) per l’emergenza coronavirus.

“Per prima cosa, di base – sottolinea l’esperto – questo si dovrebbe fare sempre, così da poter intercettare un eventuale malessere. E in questo periodo è opportuno fare ancora più attenzione. Inoltre il rilevamento della temperatura a casa fa sì che il bambino febbricitante non entri in contatto contro nessun altro, compagni, insegnanti, altri adulti, evitando anche il rischio di assembramenti al momento della misurazione con i termoscanner”. Infine c’è la questione delle risorse. “Dotare di termoscanner tutte le scuole per controllare uno per uno gli alunni – nota Richeldi – comporta una spesa significativa, che è evitabile” proprio attraverso il controllo a casa.

“Mentre è opportuno avere un termometro ‘a pistola’, di quelli elettronici, nelle scuole – raccomanda Richeldi – per misurare la febbre agli alunni in caso di malessere. E questo perché la temperatura si può alzare anche durante la giornata: lo scolaro arriva senza febbre e dopo qualche ora sta male”.

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