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Campagna di stampa del Messaggero dopo le dichiarazioni del ministro Provenzano: “Milano non restituisce quasi più nulla di quello che attrae”

Roma, 17 Novembre 2019 – “Tutti decantiamo Milano, ma non è la prima volta nella storia d’Italia che è un riferimento nazionale. A differenza di un tempo però oggi questa città attrae, ma non restituisce quasi più nulla di quello che attrae”.

A parlare è il Ministro per il Sud, il dem Giuseppe Provenzano, durante un incontro organizzato, proprio nella “capitale morale”, dalla Fondazione Feltrinelli e dall’Huffington Post.
Intorno a Milano si è scavato un fossato: “La sua centralità, importanza, modernità – prosegue il Ministro – e la sua capacità di essere protagonista delle relazioni e interconnessioni internazionali non restituisce quasi niente all’Italia. È la sfida che dovremo provare a cogliere”.

Se Roma chiama… Milano risponde

Il sindaco della metropoli, Beppe Sala, presente all’incontro, ha immediatamente replicato: “Milano restituisce se messa in condizione di farlo.” Ha poi però riconosciuto che “oggi è vero che Milano sta un po’ fagocitando tutta la crescita che il nostro Paese potrebbe meritare. Ma, se mi chiedete da Sindaco di Milano se è giusto, dico di no. Mettendomi nei panni delle imprese straniere, qui si sentono rassicurate perché sanno che il sistema funziona”.

C’è chi ha a cuore le sorti di Roma Capitale

Sensibilissimo alle sorti di Roma Capitale, il suo quotidiano, Il Messaggero, vi ha dedicato l’indomani, martedì scorso, il suo editoriale, che si conclude così: “Il timore è che lo sviluppo di Milano sia avvenuto spesso a danno del resto del Paese, e che fantastichi di se stessa come una città-stato largamente autonoma; e che il suo sviluppo sia avvenuto senza dare alcuna spinta al resto del Paese e perciò sia sempre meno interessata alle sorti collettive, alla necessità di rafforzarne di tutte le parti, in un’ottica di equità, di integrazione e di mutuo vantaggio. E non veda il rischio degli eccessi di un ‘sovranismo comunale’: quello di svegliarsi invece come un piccolo cantone svizzero, satellite della grande economia tedesca.”
Del resto, con quella Svizzera a portata di mano, a soli 168 km in linea d’aria, il comune di Milano potrebbe pure trasformarsi in un suo nuovo cantone!

Le novità odierne

Ma c’è poco da ridere: come scrive Il Messaggero di stamattina, “‘Milano Città Stato’ si chiama l’iniziativa che sta cercando di raccogliere le firme per un referendum con il quale si vorrebbe trasformare la città in una Regione autonoma, in modo da poter trattenere all’ombra della Madonnina 11 dei 23 miliardi di fondi statali attribuiti al Pirellone”.
Del resto la prima puntata di questa approfondita inchiesta, prendeva di mira “gli undici miliardi non restituiti da Milano al Centro-Sud” e parlava di “sviluppo a scapito dell’altra Italia”.

I pentastellati difendono il feudo della Raggi

Nella maggioranza di governo, i più sensibili alla “questione romana” sono i grillini, che stanno presentando un disegno di legge che si innesta sulla legge del 2009 voluta dal Sindaco Gianni Alemanno e sui suoi decreti attuativi. Roma verrebbe così a godere di un suo preciso statuto, come tutte le altre capitali. Verrà istituito “un tavolo di raccordo inter-istituzionale permanente” presso la Presidenza del Consiglio, che può essere convocato su richiesta del Sindaco.
Sempre a Palazzo Chigi ci sarà l’ufficio per Roma Capitale “con il compito di coordinare le azioni del Governo nel territorio”.

Le controproposte meneghine

E Milano come risponde? Il meneghino Corriere della Sera ha pubblicato un paginone intitolato “Milano e l’Italia”: sul titolo campeggia lo skyline del capoluogo lombardo. Il quotidiano giustappone l’intervento dell’imprenditore Aurelio Regina e quello del rettore del Politecnico di Milano Ferruccio Resta, senza prendere posizione. Quindi, online, da’ la notizia che il ministro Provenzano ha già fatto marcia indietro, annacquando la sua dichiarazione, che pure era così chiara.
E ti pareva.

Giancarlo De Palo

 

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