Un tragico repertorio
Le immagini non hanno il sussidio dell’audio, all’inizio. Un uomo in maglietta rossa, con l’acqua che lo copre per metà, cerca di avanzare in quel mare improvviso che sconvolge la via. Le sue braccia protese sollevano una bambina in grigio. Si vede che è un uomo forte di braccia. Ha la testa un po’ inclinata all’indietro, cerca con gli occhi di scorgere i pericoli, e vuole andare oltre quell’ammasso d’acqua.
Sono solo pochi secondi senza audio; mi trovo rassicurato e sorpreso, penso: “Ma quella è Firenze, l’alluvione di Firenze. Però il titolo del Tg non diceva Genova?”.
Poi il flash che uccide l’illusione: la maglietta rossa – l’unico colore in quelle immagini – a Firenze non c’era.
Non erano immagini di repertorio riferite al 4 novembre 1966 e giorno dell’alluvione fiorentina: perché quelle scene le ricordo in bianco e nero.
“Mioddio è Genova, la Genova del… 4 novembre 2011!”. Tornato l’audio, arriva la conferma.
Le immagini scorrono a fiumi in Tv; adesso convogliate dal cyberspazio, amatoriali, anonime, e fredde come le lacrime. Quanta tecnologia alla portata di tutti, quanta impotenza sempre nel fango, 45 anni dopo.
Danilo Stefani
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